14 Marzo, 2018
by gabriella
Stephen Hawking
Una lettera aperta firmata da centinaia di ricercatori ed esperti di intelligenza artificiale chiede alle nazioni del mondo di bandire l’utilizzo bellico dell’intelligenza artificiale. Tratto da Wired.
Per Stephen Hawking,
“gli esseri umani che sono limitati da una lenta evoluzione biologica, non potrebbero più competere con le macchine intelligenti, e ne sarebbero sopraffatti”.
Un allarme inquietante che arriva da uno dei più importanti fisici teorici della Storia della Scienza tra XX e XXI secolo, Stephen Hawking, lo scopritore dei Buchi Neri. Nel corso di un programma scientifico andato in onda sulla BBC martedì (dicembre 2014) Hawking ha messo in guardia sui pericoli dell’Intelligenza Artificiale, con parole dirette e previsioni molto pessimistiche.
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Posted in Scienze | Commenti disabilitati su Stephen Hawking, L’intelligenza artificiale potrebbe porre fine all’umanità
18 Dicembre, 2012
by gabriella
Non mi viene in mente nessuna delle ricorrenti stragi americane che sia stata perpetrata da una donna. Al di là della modalità e degli strumenti, dunque, la dimensione di genere ci aiuta a collocare queste tragedia in un quadro un po’ meno esclusivamente americano: in fondo, anche in Italia è in corso da un pezzo una strage ininterrotta, solo che invece di un omicidio di massa tutto in una volta con armi convenzionali si tratta di uomini che uccidono le loro vittime una alla volta, usando una varietà di armi, domestiche e non.
Uomini che non sopportano di non dominare più le donne, uomini che non sopportano di non riuscire a orientarsi e trovare un senso di sé, che non sopportano di vedersi sfuggire di mano i ruoli e le prerogative patriarcali su cui hanno investito la propria presenza nel mondo. Da noi, è la sfera privata che ti va in pezzi, e uccidi chi ti è vicino; negli Stati uniti è la sensazione che sia il mondo intero che ti assedia, e allora forse è anche per questo che la violenza si scatena in spazi pubblici come vendetta sul mondo, e colpisce vittime sconosciute e senza nome nelle strade, nelle scuole o nelle università, che sono quasi l’unica istituzione residua di socialità, quindi il più immediato segno di presenza della sfera pubblica.
Nell’ultima campagna elettorale si diceva che un candidato che avesse propugnato un qualche limite alla vendita e accessibilità indiscriminata delle armi avrebbe firmato il proprio
suicidio politico.
Ho amici in territori marginali e in sacche di povertà americane che vedono nel possesso delle armi l’unico segno di essere cittadini, il solo diritto di cittadinanza che sentono di esercitare –
in un luogo e un tempo in cui salute, casa, lavoro non sono neanche pensati come diritti, e gli altri diritti democratici, dal diritto di parola al diritto di voto, sembrano spesso puramente virtuali o relativamente insignificanti; dove la politica non ti conosce, i media ti ignorano, e il sacrosanto diritto di proprietà è esploso con la crisi dei mutui che ti cacciano di casa, con la polarizzazione del reddito fra ricchissimi e classe media impoverita, con la intrinseca precarietà del posto di lavoro.
«A chi possiamo sparare?» chiede un contadino sfrattato dalla terra, in Furore di Steinbeck, il romanzo dell’altra Depressione: come fai a sparare a una banca? Oggi il nemico è ancora più senza volto, ancora più inafferrabile, il nemico è il mondo intero, e se il cinismo mercantile dell’industria e la follia ideologica della destra ti mettono a disposizione armi letali tu non hai che da allungare le mani e sparare all’impazzata, contro bersagli che non sono nessuno perché rappresentano tutti.
http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/9003/
43.11070112.389172
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Posted in Sociologia | Commenti disabilitati su Alessandro Portelli, Il furore della depressione
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