Il Consiglio comunale di Napoli ha approvato oggi la modifica dello statuto di ABC, azienda idrica napoletana che dovrà restare pubblica e non potrà impiegare gli utili se non per la manutenzione e l’ammodernamento degli impianti.
Il Sindaco De Magistris ha commentato osservando che Napoli è ora:
«l’unica grande città ad aver dato seguito all’esito del referendum del 2011 con cui gli italiani hanno espresso la volontà che l’acqua sia pubblica. Solo Napoli – ha proseguito – ha avuto il coraggio di portare a termine questa grande sfida» [Il Mattino, 9 marzo 2015].
Dopo la netta risposta referendaria, infatti, poco è cambiato rispetto ai processi di privatizzazione dei servizi idrici in corso: sei mesi fa, ad esempio, il governo Renzi si è spinto fino all’impugnazione della legge regionale sull’acqua pubblica del Lazio, perchè violerebbe l’art 117, per il quale in materia di “concorrenza” è lo stato e non le regioni a dover legiferare. Poiché potrebbe non essere chiaro che acque, luce, gas devono essere privatizzate, ecco allora in arrivo la riforma costituzionale dell’esecutivo:
Ma a disinnescare il referendum ci pensa il governo delle larghe intese
Questo è il testo della proposta:
TITOLO V – Sono riportate in capo allo Stato alcune competenze come energia, infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto. Su proposta del governo, la Camera potrà approvare leggi nei campi di competenza delle Regioni, «quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale».
Come commenta Michele Oricchio, magistrato della Corte dei Conti, sul Sole4Ore del 24 febbraio:
il nuovo articolo 117 si caratterizza per l’eliminazione della legislazione concorrente con riattribuzione alla competenza legislativa esclusiva dello Stato di diverse materie quali quelle relative alla regolamentazione del procedimento amministrativo, della disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle Pubbliche amministrazioni, della previdenza complementare ed integrativa, del commercio con l’estero, della valorizzazione (oltrechè tutela) dei beni culturali e paesaggistici, dell’ordinamento delle professioni e della comunicazione, della produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia, delle infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale e relative norme di sicurezza; dei porti ed aeroporti di interesse nazionale ed internazionale.
Commenti recenti