Uno stralcio de L’ordoliberalismo 2.0, articolo molto utile per introdurre alla storia, ai protagonisti e ai concetti chiave di una filosofia economica originale, distinta (ma intrecciata) da quella neoliberale di Mises, Hayek e Friedman. De Michelis parte dalla lettura foucaultiana del liberalismo (Nascita della biopolitica, 1978), illustrando in modo convincente la natura pedagogica dell’ideologia ordoliberale e il funzionamento dei suoi meccanismi totalizzanti. Dal Rasoio di Occam.
Di ordoliberalismo si parla spesso anche se – più spesso ancora – si usa il termine generico di neoliberismo per definire le politiche economiche di questi ultimi trent’anni, dimenticando la stretta connessione e convergenza (al di là di alcune pur importanti differenze) tra queste due ideologie – tra queste due biopolitiche. Mario Monti si autodefinisce ordoliberale. Draghi lo ha detto di se stesso e della Bce («La costituzione monetaria della Banca centrale europea è saldamente ancorata ai principi dell’ordoliberalismo»). Renzi lo è con il JobsAct (e Hollande con la sua legge sul lavoro) e con la preferenza per il governo delle élite (anche se non lo è quando nega il decentramento del potere). Lo è ovviamente la Germania di ieri e soprattutto di oggi e quindi l’Europa dell’austerità, del pareggio di bilancio, delle riforme strutturali – che sono strutturali e strutturanti (funzionali) per l’espansione incessante del capitalismo, ma de-strutturanti per la società, la democrazia e per i diritti civili, politici e sociali.
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