L’osservazione di una cronista dell’avanzata del comunitarismo nella narrazione giornalistica, strumento di influenza e condizionamento orientato alla dissoluzione dell’universalismo liberale.
L’articolo prende spunto dallo scontro in Corsica tra cittadini di diversa religione sul velo in spiaggia, ma avrebbe potuto essere scritto in occasione della liberazione di ostaggi, dei funerali di una vittima della strada o in qualunque altro contesto: la crisi dell’universalismo dei diritti precede infatti quella dell’integrazione e dell’integrazione etnico-religiosa in Europa, per connettersi alla crisi di paradigma della modernità indotta dalla globalizzazione.
Nel contesto di incertezza indotto da questo processo, alla rottura del legame sociale risponde infatti la forma regressiva del comunitarismo e la sua isteria del legame e dell’appartenenza. Per approfondire il dibattito filosofico su questi temi, vedi il commento di Enrico Berti all’ormai classico del comunitarismo americano After virtue di Alasdair MacIntyre. L’articolo di Polony è stato pubblicato da Repubblica, con il titolo Il velo sulle parole, il 22 agosto 2016.
Il velo si è posato sulle nostre parole assai prima di comparire sulle nostre spiagge. L’alterco che da una caletta della Corsica si è riversato nei vortici di un’estate burrascosa è più interessante se si analizzano i termini usati per riferirlo. In grande maggioranza i commentatori, riportando testualmente una nota dell’Agenzia France Presse, hanno parlato inizialmente di
«tensioni in Corsica dopo una rissa tra le comunità corsa e magrebina».
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