Posts tagged ‘cultura della valutazione’

5 Marzo, 2015

Il merito, la polpetta avvelenata con cui i ladri distolgono il cane per svaligiarti la casa

by gabriella
The_Thief_and_the_Housedog

The Thief and the Housedog

Tratto dall’articolo di Marialuisa Stazio e Davide Borrelli (Università di Cassino e del Lazio meridionale), La parabola del meritocrate immeritevole.

“Un buon capro espiatorio vale quasi quanto una soluzione”.

Arthur Bloch

La ‘questione del merito’ sta diventando così centrale nelle nostre vite perché la usiamo a livello individuale e sociale per placare la nostra ansia di dare un senso alle frustrazioni umane e professionali legate ormai al nostro lavoro. E se talvolta ci capita di pensare di meritare il nostro disagio perché non siamo abbastanza bravi, sicuramente ci è molto più comodo e usuale imputarlo ai nostri colleghi, quei dannati ‘fannulloni’ all’origine di tutta questa ira di dio. Sarebbe ora che cominciassimo, invece, a considerare le nostrane istanze meritocratiche – parafrasando T. S. Eliot – come la carne di cui il ladro si serve per distrarre i cani mentre entra di soppiatto per svaligiare la casa. […] E, per dirla con Marshall McLuhan – che amava citare Eliot – pensare che sistemi valutativi e ‘premiali’ come questi siano a guardia della sua ‘qualità’ è come pensare che la funzione dei ladri sia quella di cibare i nostri cani.

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13 Maggio, 2014

Daniele Giglioli, Una risata non li seppellirà

by gabriella

L’amara riflessione di Daniele Giglioli sull’egemonia della demenza valutativa e sul soft fascism che si insinua nelle nostre scuole.

La cultura della valutazione è una forza che si fa ragione, non una ragione che diventa forza.

La cosa più sbagliata da fare è prenderli sottogamba, metterla in burletta, lasciarsi sedurre dall’incredibile mole di pasticci, retromarce, figuracce, ragionamenti sghembi e trattative levantine che hanno accompagnato in questi anni, in Italia, l’introduzione tardiva della cosiddetta «cultura della valutazione»: nell’università, nella scuola, nella pubblica amministrazione. Un paranoico potrebbe perfino pensare a una geniale strategia di comunicazione suggerita da qualche costosissimo spin doctor: non abbiate paura, siamo buffi.

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