PACCHETTO Il dabao è grosso modo l’equivalente dell’americano doggy bag. Ma la ‘busta per il cane’ è in Cina una rispettata e praticatissima usanza. Da, preparare, e bao, pacchetto: il termine non ha accezioni negative o ironiche; con un pragmatismo e un senso della sintesi tutti cinesi, l’espressione descrive un gesto normale e civile. Il cibo che si è regolarmente pagato al ristorante ti appartiene e sprecarlo è ritenuto, se non immorale, almeno inopportuno, o non bello. Sembra quasi che emergano, in una Cina che nelle città conosce una prosperità che mai ha sperimentato prima, le memorie della fame patita per secoli. Anche nel Novecento, quando i disastri che hanno accompagnato il Grande Balzo in Avanti (1958-1960) spinsero la Repubblica Popolare di Mao Zedong all’inedia di massa nelle campagne.
26 Luglio, 2012
Elogio del dabao
Basta la parola. Dabao. Non serve sussurrarlo, non c’è nulla da vergognarsi: basta dirlo. E a pronunciare le due sillabe alla fine del pranzo o della cena, in qualsiasi ristorante della Cina, ecco che cameriere e camerieri si affrettano a recuperare vaschette di plastica e sacchetti e raccolgono gli avanzi dai piatti che affollano la tavola, come i resti di un’armata sbaragliata. Cucchiaiate rapide, colpi di bacchetta chirurgici, e tutto viene salvato, sigillato, imbustato. Questione di attimi ed è fatta, e solo qualche volta viene chiesto un renminbi (circa 10 centesimi di euro) per i contenitori. Gli avanzi si portano via. Il pasto non del tutto consumato in un locale si appresta a vivere una seconda vita sui piatti e le ciotole di casa.
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