Posts tagged ‘disabilità’

21 Settembre, 2020

Oliver Sacks, Il paradosso creativo del deficit e della malattia

by gabriella

Antropologo su Marte

«Sono stato un essere senziente, un animale pensante di questo splendido pianeta, ed è stato un enorme privilegio e un’immensa avventura».

30 agosto 12015

Oliver Sacks è morto il 30 agosto 2015. Sotto un brano del suo Antropologo su Marte sul potenziale benefico dell’ipercompensazione – una dinamica psicologica di per sé non esente da rischi.

La circostanza da cui Sacks prende avvio, nella prefazione di Un antropologo su Marte [Milano, 1998], mi ha ricordato un’esperienza analoga di molti anni fa e la sottile soddisfazione nel constatare quali possibilità possano aprirsi a chi abbia deciso di sbucciarsi una mela pur avendo perso temporaneamente l’uso di un braccio.

Le osservazioni di questo clinico, così comuni ma anche così innovative in un ambito oggi incline al riduzionismo e al biologicismo delle neuroscienze, meritano di essere attentamente considerate dagli studiosi di psicologia.

L’immaginazione della natura è più ricca della nostra

Freeman Dyson

Sto scrivendo con la mano sinistra, sebbene io sia decisamente destrimane. Un mese fa sono stato operato alla spalla destra e a tutt’oggi non devo usare il braccio destro – né sarei capace di farlo. Scrivo in modo lento e goffo, ma ogni giorno che passa acquisto disinvoltura e naturalezza. E’ un continuo adattarmi a imparare a usare la sinistra: non solo per scrivere ma anche per fare molte altre cose. Per compensare il fatto di avere un braccio appeso al collo, sono diventato molto abile – prensile – con le dita dei piedi.

oliver-sacksSulle prime, quando mi immobilizzarono il braccio, per qualche giorno mi sentii sbilanciato; ma ora cammino in modo diverso e ho scoperto un nuovo equilibrio. Sto sviluppando modelli diversi, abitudini diverse ... un’identità diversa, si direbbe, almeno in questa sfera particolare.

Di sicuro, in alcuni dei miei programmi e dei circuiti del mio cervello stanno avvenendo dei cambiamenti: cambiamenti che alterano i pesi, le connessioni e i segnali sinaptici, ma i nostri metodi di visualizzazione dell’attività cerebrale sono ancora troppo grossolani per poterli mostrare.

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26 Maggio, 2019

Pedagogia speciale e didattica inclusiva [bozza]

by gabriella

Un approfondimento sulla pedagogia speciale e la didattica capace di educare ragazzi disabili o in situazione di disagio, favorendone l’inclusione sociale.

Verso la pedagogia speciale

Indice

1. La nascita della pedagogia speciale

1.1 Il «Selvaggio dell’Aveyron»

 

2. Séguin e l’educazione degli idioti

2.1 Ovide Decroly
2.2
Maria Montessori

 

3. L’inserimento scolastico dei disabili in Italia

 

1. La nascita della pedagogia speciale

La pedagogia speciale nasce con il rifiuto dell’idea di ineducabilità di un individuo in condizioni di handicap e, successivamente, della segregazione in istituto delle persone portatrici di disabilità.   

Esclusi dai contesti educativi e considerati fino ad allora irrecuperabili, i ragazzi portatori di handicap fanno le loro prime esperienze scolastiche, superando in questo modo le esperienze di custodia ed assistenza.

La pedagogia speciale affonda le sue radici in Francia, nel clima illuministico della fine del ‘700 e dell’interesse per lo studio dell’uomo e dell’educazione che vede la nascita dei primi istituti per l’educazione delle persone con menomazioni sensoriali uditive e visive.

Philippe Pinel (1745 – 1826)

In questi anni Philippe Pinel elabora le prime classificazioni mediche per cercare relazioni tra malattie e alterazioni anatomiche e la scienza è scossa dal ritrovamento del «Selvaggio dell’Aveyron» (1798-1800) di cui si prenderà cura Jean-Gaspard Itard.

Ragazzi selvaggi

Con Jean-Gaspard Itard il problema dell’educazione dei disabili passa dalla medicina alla pedagogia.

 

 

2. Séguin e l’educazione degli idioti

Edouard Séguin (1812 – 1880)

«Lo scopo dell’educazione, lungi dall’essere la passività, è la libertà,
e la prima condizione per essere libero è di volerlo».
Édouard Séguin

Si deve ad un allievo di Itard, Edouard Séguin, la prosecuzione dell’attività educativa dei ragazzi disabili il cui stato, osservava lo studioso, aveva impedito di accedere ad esperienze educative significative per il loro progresso.

Con ciò Séguin rifiutava il paradigma medico dell’irrecuperabilità biologica, per puntare sull’importanza del contesto socioculturale e dell‘educazione emendativa (cioè capace di promuovere il recupero del ragazzo disabile).

La disabilità ora non impedisce più all’educatore di vedere l’umanità nell’allievo e di progettarne l’elevazione morale e lo sviluppo dell’affettività.

Dopo Séguin, le esperienze più significative si inseriscono già nel filone dell’attivismo pedagogico con due medici, Décroly e Montessori, che preferiranno entrambi l’educazione alla cura sanitaria.

Ovide Decroly

Maria Montessori

 

3. L’inserimento scolastico dei disabili in Italia [bozza]

Nell’inserimento scolastico dei disabili, l’Italia è stata all’avanguardia sul piano legislativo. Con la L. 517/1977 gli istituti speciali, che si limitavano a segregare i ragazzi senza proporre un progetto di vita, vengono chiusi e si offre la possibilità ai portatori di disabilità di inserirsi nella scuola pubblica, accompagnati da insegnanti specializzati.

La L. 270/1982 ha dato anche ai bimbi disabili in età da scuola materna la possibilità di frequentarla con un insegnante di sostegno. La legge 262 del 1988 ha esteso questa possibilità ai ragazzi delle scuole superiori.

Negli ultimi decenni, l’obiettivo del semplice inserimento è stato sostituito da quello dell’integrazione che si prefigge di rendere il soggetto disabile membro effettivo della vita scolastica attraverso l’attenzione ai suoi bisogni e la partecipazione alle attività del gruppo classe.

Il provvedimento più importante in questa direzione è la legge 104/92, una legge-quadro che detta regole e condizioni per il successo formativo dei bambini o ragazzi disabili nelle scuole. Essa prevede una serie di concetti importanti: in primo luogo, al momento dell’ingresso a scuola l’alunno disabile deve essere provvisto di una diagnosi funzionale; in secondo luogo, su questa base, docenti di classe, insegnanti di sostegno ed servizi sanitari devono stilare il profilo dinamico funzionale, ossia una descrizione dell’alunno da più punti di vista e le sue difficoltà di apprendimento; per concludere questa procedura vi è la stesura del PEI, ossia del Piano Educativo Individualizzato, documento che elabora un progetto educativo “su misura” dell’alunno disabile.

In seguito, è stato riconosciuto che vi sono inoltre dei bambini e ragazzi che, pur non essendo classificati come diversamente abili, hanno delle caratteristiche particolari che possono limitare il loro successo scolastico. Sono state fatte delle leggi, 170/2010 e una direttiva ministeriale nel 2012, per le persone affette da Disturbo specifico di apprendimento (DSA) e per persone con Bisogni Educativi Speciali (BES).

Come affermato all’inizio, handicap è un termine il cui uso nella pedagogia italiana è oggi meno diffuso, poiché è stato sostituito da persona disabile o diversamente abile. Seguendo però la terminologia introdotta dall’Organizzazione mondiale della Sanità nel 1980, queste espressioni designano aspetti diversi delle persone cui facciamo riferimento: l’Oms definisce l’handicap come condizione di svantaggio sociale di una persona divenuta disabile in seguito a un danno (legato a incidente, malattia o  condizione genetica).

Pablo Pineda e l’educabilità dei ragazzi disabili

 

Esercitazione

Facendo riferimento alle proprie conoscenze, argomentare come la scuola possa essere una comunità educativa capace di riconoscere l’originalità di ogni individuo e di includere ogni studente.

23 Luglio, 2018

Scusa, sono un imbecille

by gabriella

Un ragazzo disabile fa spostare i bagagli a un passeggero, lui lo insulta, un’anziana interviene e lui si scusa. La storia del coraggioso dietro front di un uomo stanco ma non fiaccato dalla vita. Tratto da Repubblica.it.

“Sono su un treno regionale, sto andando a una presentazione del mio libro, fuori una pioggia obliqua cade contro i finestrini. Il treno ferma a una stazione di cui non leggo il nome, alla stazione sale un ragazzo disabile, lo portano su in tre. Il ragazzo è in carrozzina e ha il busto piegato in avanti da un’evidente malformazione. Lo spazio del vagone riservato alle carrozzine è occupato da due ingombranti valigie, il controllore dice a voce alta:

Di chi sono questi bagagli?, senza ottenere risposta, allora urla: DI CHI SONO QUESTI BAGAGLI?

e d’un tratto un uomo sui cinquanta si volta da due sedili più avanti, il controllore lo vede e gli intima:

Li sposti subito, per piacere.

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30 Ottobre, 2013

Bulleggiare e filmare

by gabriella

disabile picchiatoLe pagine genovesi di Repubblica riferiscono di un nuovo caso di aggressione a un ragazzo disabile, filmata dai compagni via tablet. Il gruppo di tredicenni non capisce cosa sta facendo, così come il padre di uno di loro.

Il tablet, che la scuola affida agli alunni per studiare, è servito per riprendere la scena: un ragazzo, disabile mentale, aggredito da due studenti, finito a terra, che si contorce come un animale ferito ed indifeso. Il filmato sarebbe finito su YouTube o su altri social network, se una professoressa non fosse intervenuta energicamente, sequestrando iPad e smartphone. Una vicenda ritenuta grave dal preside della scuola media di Mele, la prima in Italia che dal 2011, attraverso una convenzione tra il Comune, la Regione e il Ministero dell’Istruzione, ad ogni inizio di anno scolastico concede in comodato d’uso a ciascun alunno il tablet come strumento di studio, in grado di “dialogare” con le lavagne digitali attraverso un software didattico.

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