Accadono cose ogni tanto che, nella loro crudezza, hanno il merito di mostrarci la struttura, cioè la logica nascosta che le muove. E’ il senso del commento di Cremaschi alla notizia dell’alloggio-lager per lavoratori immigrati allestito da Amazon Germania e controllato da sorveglianti neonazisti.
La notizia ha fatto un certo scalpore anche nel mondo abituato a giustificare sempre la globalizzazione.
In Germania negli stabilimenti Amazon dove si smistano le merci per la vendita on line, migliaia di lavoratrici e lavoratori migranti, costretti a vergognose condizioni di sfruttamento, venivano sorvegliati da guardie giurate di una associazione neonazista.
È proprio questo aspetto che ha sollevato lo scandalo, sorveglianti neonazisti in Germania, via è sembrato un po’ troppo. Qualche manager desideroso di strafare è stato un po’ troppo precipitoso. Sarebbe bastato che si fosse rivolto a qualche più neutra agenzia di sorveglianza e lo scandalo non ci sarebbe stato. Perché nel mondo del capitalismo globalizzato si lavora così in tanti posti e, questa semmai è la novità, anche nella Europa più ricca.
Ovunque si sono diffuse imprese dove le condizioni di chi lavora sono di sostanziale schiavitù.
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