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27 Dicembre, 2011

François Chesnais, Il debito è tre volte illegittimo. Francesco Indovina, Il debito italiano

by gabriella

E’ uscito quest’anno [2011], per Raison d’Agir, Les dettes illégitimes. Quand les banques font main basse sur les politiques publiques» (Debiti illegittimi. Quando le banche fanno man bassa delle politiche pubbliche) – Paris, Ed. Raison d’agir, 2011, pp. 153, 8 euros – di François Chesnais, professore all’Università di Paris 13. In una recente intervista Chesnais ha spiegato perchè il debito è tre volte illegittimo.

Il primo obiettivo di un audit è di fare chiarezza sul passato (…). Cosa n’è stato del denaro di tale prestito, a quali condizioni questo prestito è stato concluso? Quanti interessi sono stati pagati, a che tasso, quale proporzione del principale è già stata rimborsata? Come è stato gonfiato il debito, senza che esso fosse utile alla popolazione? Quali strade hanno seguito i capitali? A chi sono serviti? Quale proporzione è stata indebitamente appropriata, da chi e come? Come ha fatto lo Stato a trovarsi impegnato, su quale decisione, presa a che titolo? Come sono diventati pubblici i debiti privati? Chi si è impegnato in progetti inadatti, chi ha spinto in questa direzione, chi ne ha approfittato? Sono stati commessi delitti, o crimini, con questo denaro? Perché non vengono stabilite le responsabilità civili, penali e amministrative?

Comitato greco contro il debito

Et si on refusait de payer? E se ci si rifiutasse di pagare?

Pour François Chesnais, l’injonction faite aux Etats de rembourser leur dette repose sur l’idée que si on ne rembourse pas, on lèse le créancier, c’est-à-dire l’épargnant qui a confi é ses économies aux banques. La comparaison avec le budget des ménages vertueux renforce cette idée: on ne doit pas dépenser plus que ce que l’on gagne…

Per François Chesnais, l’ingiunzione fatta agli stati di rimborsare il debito riposa sull’idea che se non lo si rimborsa si lede il creditore, cioè il risparmiatore che ha affidato le sue economie alle banche. La comparazione con il bilancio delle famiglie virtuose rinforza questa idea: non si deve spendere più di quanto si guadagna ..

Comparaison n’est pas raison Comparazione non è ragione

Mais comparaison n’est pas raison, dit F. Chesnais: «l’Etat a les moyens de déterminer les conditions générales de l’activité économique. Le ménage par contre subit les conditions économiques et est poussé par la publicité à consommer». Soit. L’Etat est-il pour autant autorisé à dépenser sans compter et à ne pas rembourser ses dettes? Il faut voir comment s’est constituée cette dette publique, dit l’économiste. Selon lui, il y a un parallélisme entre le gonflement de l’endettement et les allègements fiscaux consentis depuis les années 1980 par les Etats, généralement en faveur des revenus élevés (les fameuses niches fi scales en France), les revenus des entreprises et du capital.

Ma comparazione non è ragione, dice Chesnais: “lo stato ha i mezzi per determinare le condizioni generali dell’attività economica. Le famiglie invece subiscono le condizioni economiche e sono spinte dalla pubblicità a consumare”. In altri termini, lo stato è quindi autorizzato a spendere senza calcolare e a non rimborsare i suoi debiti? Bisogna vedere come si è costituito questo debito pubblico, risponde l’economista. Secondo lui, c’è un parallelismo tra l’aumento dell’indebitamento e gli sgravi fiscali concessi dopo gli anni ’80 dagli stati, generalmente in favore dei redditi elevati (le famose nicchie fiscali in Francia), i redditi d’impresa e da capitale.

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