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10 Luglio, 2024

L’unificazione ideologica d’Italia nella letteratura ottocentesca per l’infanzia

by gabriella

letteratura infanzia

Indice

1. La letteratura pre-unitaria per l’infanzia

1.1 Il Giannetto

2. L’unificazione ideologica d’Italia nella letteratura per l’infanzia

2.1 Pinocchio
2.2 Cuore

Conclusioni

 

1. La letteratura preunitaria per l’infanzia

Uno sviluppo interessante della letteratura per ragazzi si registra nel periodo risorgimentale preunitario, quando nelle regioni più avanzate degli stati italiani si avverte l’esigenza di un ampliamento dell’istruzione infantile.

 

1.1 Il Giannetto

Nel 1836, il pedagogista milanese Luigi Alessandro Parravicini pubblica il Giannetto, un libro scolastico che alternava parti narrative a sfondo morale e nozioni di varie discipline, inaugurando una formula di successo che varrà al volume sessanta riedizioni in cinquant’anni. Il libro è, sostanzialmente, un percorso nozionistico fuso con un piano narrativo e morale che segue la crescita e l’ascesa sociale di un vero self-mademan nostrano, dal tirocinio in bottega degli anni giovanili alla maturità in cui diventa un gran signore e un benefattore.

Caratteristico di questa letteratura in generale, e del Giannetto in particolare è l’intento di favorire l’apprendimento di un ordine sociale gerarchico, dipinto come giusto e naturale, al quale è necessario adeguarsi. Valori e modi di comportamento, dal necessario rispetto per i superiori alla compassione per chi ha avuto la ventura di nascere povero, vengono proposti ai giovani lettori in modo incalzante, scongiurando in partenza ogni lettura critica o difforme.

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16 Febbraio, 2016

Umberto Eco, Elogio di Franti

by gabriella

L’ironica, antiideologica, lettura del libro Cuore sviluppata nel 1962 in Diario Minimo [Milano, Bompiani, 1992, pp. 81-92] da un Eco non ancora «integrato». Bellissima, in particolare, l’analisi della scena in cui «l’infame sorrise» e del significato di quel riso, «proprio dei pazzi che non si integrano all’ordine (Baudelaire), di gente che ha mangiato dell’albero della conoscenza.

È certo, ove si voglia mettersi dal punto di vista dello spirito ortodosso, che il riso umano è intimamente legato alla disgrazia di una antica caduta, di una degradazione fisica e morale… Tutti i furfanti da melodramma, maledetti, dannati, fatalmente segnati da un sogghigno che arriva loro alle orecchie, rientrano nella ortodossia pura del riso …
Il riso è satanico: è dunque profondamente umano.

Charles Baudelaire

E ha daccanto una faccia tosta e trista, uno che si chiama Franti, che fu già espulso da un’altra sezione.

Così alla pagina di martedì 25 ottobre Enrico introduce ai lettori il personaggio di Franti. Di tutti gli altri è detto qualcosa di più, cosa facesse il padre, in che eccellessero a scuola, come portassero la giacca o si levassero i peluzzi dai panni: ma di Franti niente altro, egli non ha estrazione sociale, caratteristiche fisionomiche o passioni palesi. Tosto e tristo, tale il suo carattere, determinato al principio dell’azione, così che non si debba supporre che gli eventi e le catastrofi lo mutino o lo pongano in relazione dialettica con alcunché. Franti da Franti non esce; e Franti morirà:

ma Franti dicono che non verrà più perché lo metteranno all’ergastolo,

si scrive il lunedì 6 marzo, e da quel punto, che è a metà del volume, non se ne farà più motto.

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