Posts tagged ‘De Michele’

9 Settembre, 2018

Girolamo De Michele, A che serve la filosofia?

by gabriella

filosofia de micheleLa filosofia è l’attività di costruzione dei concetti, secondo la definizione di Gilles Deleuze e Felix Guattari. Girolamo De Michele spiega a cosa serve la filosofia con l’esempio del concetto di “altri”. Ne segue il paradosso che la filosofia, pur essendo totalmente inservibile, inutilizzabile (e dunque libera) è l’attività più utile di tutte.

Se seguite il basket americano, non potete non sapere chi è Phil Jackson. In ogni caso, basterà sapere che è l’allenatore che ha vinto più titoli di ogni altro: ben 11, 6 con i Chicago Bulls e 5 con i Los Angeles Lakers (più 1 nelle serie minori e 2 come giocatore).

Phil Jackson ha l’abitudine di distribuire libri di filo­sofia ai suoi giocatori, e di leggere pagine dei filosofi negli spo­gliatoi, mentre altri ripassano gli schemi prima della partita; tra i suoi libri preferiti ci sono Così parlò Zarathustra di Nietzsche, l’Etica Nicomachea di Aristotele e Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta di Robert Pirsig.

Perché regala ai cam­pioni che allena libri di filosofia? Perché, sostiene Phil Jackson, la filosofia ti aiuta a capire che nel mondo esistono anche gli al­tri: “gli altri” è un concetto importante in uno sport di squadra nel quale non puoi vincere da solo, neanche se sei il miglior giocatore del mondo.

In effetti quello che rende Phil Jackson un grande allenatore è proprio questo: spesso ha allenato i mi­gliori giocatori del mondo (Michael Jordan, ad esempio), o gio­catori che si credevano tali (Shaquille O’Neal o Kobe Bryant, ad esempio), ed è riuscito a farli giocare all’interno di un grup­po, e non da soli.

Salutiamo Phil Jackson, e teniamoci le sue paPhil Jacksonrole. Cosa vuol dire: “nel mondo esistono anche gli altri”? In che senso “gli altri” è un concetto? Che cos’è un concetto? E soprattutto, a cosa serve la filosofìa (a parte vincere il campionato NBA)?

Dire che esistono “gli altri” non è una cosa banale: c’è un’in­tera visione del mondo dentro la parola “altri”. Chi sono gli “altri”?

Sono tutti quegli esseri viventi che condividono, o par­tecipano, a una essenziale qualità o caratteristica che io trovo dentro me stesso? In questo caso, chiameremo questa caratteri­stica “umanità”, e da essa faremo derivare determinati diritti che definiremo inviolabili.

O forse no, se troveremo questa ca­ratteristica anche in altri esseri viventi non-umani: e allora estenderemo il concetto di “diritto inviolabile” anche agli ani­mali, ai quali non saremo liberi di fare tutto ciò che ci piace (ad esempio torturarli nei laboratori, infliggere loro crudeltà, farne dei portatori di pelliccia a nostra disposizione, addirittura fare del cibo a nostra disposizione).

Come vedete, per costruire la parola “altri” e dotarla di senso bisogna compiere molte ope­razioni mentali, ciascuna delle quali è in rapporto con un deter­minato comportamento pratico.

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13 Maggio, 2014

Girolamo De Michele, Perché i test a crocette fanno male alla scuola

by gabriella

invalsiDopo la regolamentazione del Sistema Nazionale di Valutazione inflitta alla scuola senza alcun coinvolgimento decisionale degli insegnanti, degli studenti e dei genitori, si avvicina la somministrazione dei test Invalsi (10 maggio per la Primaria, 14 maggio per la Secondaria di primo grado; 16 maggio per la Secondaria Superiore): non è solo una perdita di tempo sottratto al già tagliato orario scolastico, non solo stupidamente innocua e oscenamente costosa, né soltanto spensieratamente vessatoria nei confronti dei ragazzi DSA. Nell’articolo seguente, Girolamo spiega perchè il vantaggio di pochi sta prevalendo sul futuro di molti.

Immaginate di venire a sapere che l’autista dell’autobus, il macchinista del treno della metropolitana o del FrecciaRossa, il pilota dell’aereo su cui state viaggiando, abbia conseguito la patente senza esami e prove pratiche di guida, ma solo con l’esame scritto fatto con una serie di test a risposta multipla e di qualche sessione su un simulatore di guida come quelli che trovate nelle sale giochi. Immaginate di venire a conoscenza del fatto che su quell’autobus, quei treni, quell’aereo non sono stati effettuati dei crash test prima di abilitarli al servizio, e che la garanzia della loro tenuta sia stata ottenuta solo con delle proiezioni computerizzate.

Immaginate di andare a protestare dai dirigenti della rete di trasporto pubblico, dall’amministratore delegato delle ferrovie, dal presidente del consiglio di amministrazione della compagnia aerea, e di sentirvi rispondere che “è così in tutta l’Europa”; che avete ragione, ma “non è il momento di farci dei nemici, bisogna invece farsi furbi”; o che la vostra contrarietà a questi criteri di selezione e misurazione dimostra che “siete difensori di privilegi anacronistici, nemici delle norme di sicurezza e nostalgici del passato”.

Affidereste il futuro vostro e dei vostri cari a questi mezzi, questi conducenti, a questo sistema di trasporto?

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23 Marzo, 2012

Girolamo De Michele, Per difendere la scuola. L’unica cosa decente che ci resta da fare.

by gabriella

1. Nel maggio 1967, quando viene pubblicata la Lettera a una professoressa, quasi due terzi degli italianiil 63%, per l’esattezza – non è in grado di riassumere un articolo di giornale dopo averlo letto, e più della metà – il 52% – è incapace di applicare nella realtà quotidiana le nozioni di base della matematica. La capacità di comprendere un testo complesso – un romanzo, un articolo di approfondimento corredato da tabelle e cifre – era limitata all’1.9% della popolazione, compresa quella scolarizzata. Mi sembra un quadro eloquente di cos’era l’analfabetismo ai tempi di quella scuola pre-sessantottarda tanto citata oggi, come esempio positivo.

Nei 30 anni che sono seguiti al fatale 1968, la percentuale di analfabeti di ritorno è scesa a poco più del 20% degli scolarizzati, e quella di cittadini attivi, dotati degli indispensabili strumenti per comprendere il mondo ed essere attivi nell’esercizio dei diritti, è salita al di sopra del 10%. Lo ricordo a chi si riempie la bocca con il mantra degli insegnanti che non vogliono farsi valutare: sono questi dati il vero test di valutazione della scuola. E ricordo che stiamo parlando non di risultati rilevati all’uscita dalla scuola, ma di competenze e capacità che si sedimentano nella società attraverso gli anni. Questa è la colpa della scuola italiana: aver combattuto la battaglia di don Milani contro una scuola di classe, cinghia di trasmissione e di assoggettamento del potere e del sapere dominanti. Quando la scuola italiana ha cominciato a scalfire questo dispositivo, sono iniziati gli attacchi alla scuola pubblica.

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20 Febbraio, 2012

Perugia, Dibattito con Girolamo De Michele

by gabriella

Il 21 febbraio 2012 Girolamo De Michele è stato ospite del coordinamento “Viva la scuola pubblica” per un dibattito sulla scuola alla Sala della Vaccara (PG) – la Sala della Vaccara si trova sopra la Sala de’ Notari, salendo la scala esterna del Palazzo de’ Priori.

Presentiamo oggi Girolamo De Michele, un nostro collega, insegnante di filosofia e storia, un intellettuale attivo anche in rete con articoli e inchieste sempre illuminanti per la loro capacità di ricostruzione e svelamento dei fatti e delle scelte che stanno letteralmente “cambiando i connotati” della scuola e della società in cui viviamo.

Da questo punto di vista, La scuola è di tutti è un libro esemplare perché si presenta come una sorta di Summa non solo delle falsificazioni e degli inganni delle politiche di declino dell’istruzione pubblica, ma anche delle prassi, delle involuzioni e persino dei tic che affliggono quello che Girolamo chiama il “ventre molle” della scuola.

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