20 Giugno, 2014
by gabriella
Si, anche noi vi sorvegliamo
Forse solo dopo le rivelazioni di Edward Snowden e lo scandalo Prism il mondo ha capito di aver bisogno di un controspionaggio per rivelare l’attacco planetario alla democrazia. Nel 2006, il lavoro di Assange e Wikileaks fece emergere l’opacità clausewitziana – data l’impossibilità di distinguere una decisione politica da un atto di guerra – delle relazioni governamentali; quello di Snowden, nel 2013, la portata della sorveglianza e la trasformazione delle informazioni personali in merci con le quali manipolare l’economia e il consenso.
Oggi, nuove rivelazioni di Wikileaks mostrano dove e come si prendono le decisioni pubbliche che devastano territori ed esistenze individuali, dalle quali emerge come i mercati non si accontentino più della connivenza dei pubblici poteri, ma siano alla ricerca di regole stringenti che impediscano ad eventuali rappresentanze libere di agire a propria difesa. Da un articolo dell’Espresso del 19 giugno 2014.
Si chiama Tisa (Trade in Services Agreement) il documento rivelato grazie all’organizzazione di Assange. Un trattato internazionale di lobby e governi per liberalizzare i servizi: dai dati personali alla sanità passando per le assicurazioni. Sarebbe la vittoria definitiva della finanza sulla politica.
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5 Luglio, 2012
by gabriella
WikiLeaks è uno dei momenti significativi della storia di internet
Felix Stalder
La rivoluzione in corso, appena iniziata, che riguarda il rapporto cittadini-potere politico si chiama «Twitter», «Wikileaks». Stiamo vivendo un cambiamento antropologico: i blog, Twitter e i social network sono la nuova «agorà elettronica». In questo vedo una tendenza, già evidente nella crisi provocata da Wikileaks, dalla quale emerge chiaramente un’esigenza di trasparenza che parte dal basso e si confronta con le gerarchie finanziare, di impresa e anche governative[3]. Wikileaks evidenzia una tendenza irreversibile della cultura dell’elettricità, iniziata con il matrimonio fra linguaggio ed elettricità attraverso le linee del telegrafo. Questo lo vedeva già McLuhan nel 1966:
oggi il mondo istantaneo, con media d’informazione elettrica, coinvolge tutti nello stesso istante. Il nostro è un nuovo mondo dedicato al momento presente. Il tempo in un certo senso si è fermato e lo spazio è svanito. Come i primitivi noi viviamo nel nostro villaggio globale, pieno di eventi simultanei. Il villaggio globale non è creato dalle macchine a motore e nemmeno dagli aeroplani, ma dal movimento istantaneo dell’informazione elettrica. Il villaggio globale è allo stesso tempo grande quanto l’intero pianeta e piccolo quanto il paese dove ciascuno di noi è impegnato, maliziosamente, a mettere il naso negli affari altrui. Non vi si trova necessariamente armonia, ciascuno è sempre più preoccupato per ciò che succede al vicino che non a se stesso e alla propria vita[4].
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