Ieri sera (3 settembre 2011) Salvatore Natoli ha tenuto una lezione magistrale all’Oicos festival di Assisi e Bastia (PG) sul tema dell’agire (il titolo del suo discorso era Il buon uso del mondo. Agire nell’età del rischio).
La sua riflessione si è incentrata sul ruolo dell’azione e del lavoro nella costruzione di soggettività, a partire dall’equivoco di fondo in cui si muove la nostra società nella quale alla perdita di senso del lavoro (non lavoro per me e per un’utilità che mi è subito evidente, ma per “altro”, un altro eternamente mediato dal denato e dalla divisione sociale dei compiti) si lega, per reazione, l‘incremento dell’operosità (quella “motilità” che secondo Natoli scambiamo per attività) e del sanzionamento dell’inefficienza.
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