20 Luglio, 2013
by gabriella
Uno degli articoli più importanti che il costituzionalismo continentale abbia dedicato alla rivoluzione informazionale e alle sue conseguenze politiche. In Storrs Lectures 2003/04 Yale Law School.
I. A Right of Access to Cyberspace?
A group of globalisation critics are suing a commercial host provider of the Internet. They are appealing to the principle of free speech in order to enforce their alleged right of access judicially. The host provider who offers content providers the possibility on its computers to set up websites, had long got caught up in the tangles of state attorneys and private collective actions because some of the websites contained child pornography and Nazi propaganda. The decisive factor came with the decision of the Paris Tribunal de Grande Instance, Order of 20 November 2000, ordering Yahoo Inc to bar access by French users to auctions of Nazi objects [1]. The final blow came with the new trends toward publicprivate co-regulation which exempts providers from liability when they cooperate with state agencies [2]. The provider thereupon electronically barred access to all websites where it regarded the risk of criminal or civil actions as too high. The bar also affected political groups rated by Compuserve as politically radical or too close to violent protest campaigns. In a civil action, these groups are now seeking to compel access to the host provider.
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Posted in Internet | Commenti disabilitati su Gunther Teubner, Societal Constitutionalism: Alternatives to State-centred Constitutional Theory
6 Dicembre, 2012
by gabriella
In questa bella riflessione su economia e democrazia, Ferrajoli esamina da costituzionalista cause e rimedi del collasso dello stato di diritto e dell’economia sociale di mercato. Ne emerge la drammatica contraddizione che evidenzia, da un lato, la crisi della democrazia costituzionale e l’impotenza della politica a renderla esecutiva e, dall’altro, la sua impossibile (alla luce delle ragioni acutamente delineate dal giurista) soluzione consistente nella risposta politica e nella ricostituzionalizzazione del diritto.
Alla luce di questa impasse, ciò che resta in ombra nell’analisi di Ferrajoli (peraltro uno dei miei costituzionalisti preferiti) sembra dunque la crisi dello stesso costituzionalismo, cioè l’incapacità degli strumenti di analisi del diritto di uscire dall’orizzonte del “dover essere” e di misurarsi con la “realtà effettuale” – come direbbe Machiavelli – della società liberale matura. Una realtà, cioè che, dal punto di vista scientifico (cioè conoscitivo), può essere pensata solo in prospettiva pluridisciplinare e che, da quello politico, può indicare risposte solo quando si misura con la razionalità di tutti gli attori, prima tra tutte quella dei mercati.
Emergono così diverse questioni: se l’economia non è democratica, possono, i mercati, comportarsi come dovrebbero? Può il diritto addomesticare gli animal spirits? E può tanto (come il giurista dice necessario) la politica dei partiti sistemici ai quali Ferrajoli si rivolge nelle conclusioni, dimenticando di aver denunciato, giusto due righe sopra, la loro debolezza, la loro lontananza dalla società, la loro corruzione? Uscire dalla crisi è impossibile se non si pensa la crisi di un paradigma.
1. La crisi, i mercati e il rapporto tra economia e politica
Io credo che il tema di questo intervento – il rapporto tra economia e politica e la dipendenza della seconda dalla prima – sia il tema di fondo del nostro tempo: un tema che è tutt’uno con il tema della crisi della sfera pubblica, del ruolo e ancor prima della natura della politica e perciò, in ultima analisi con il tema, al tempo stesso teorico e politico, della crisi della democrazia, non solo in Italia ma in Europa e più in generale a livello globale.
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