EDITORIALE
L’autodistruzione del potere
“La République n’a pas besoin de savants…” (la Repubblica non ha bisogno di sapienti). Questa frase sarebbe stata pronunciata da Jean-Baptiste Coffinhal, vice presidente del tribunale rivoluzionario, nella sua requisitoria contro Antoine-Laurent Lavoisier, condannato a morte e giustiziato l’8 maggio 1794. Sembra che al padre della chimica moderna non fosse stato nemmeno concesso un rinvio dell’esecuzione per portare a termine un esperimento chimico in corso. Certo è che questa frase, per cui Coffinhal è passato alla storia, non gli portò fortuna, perché qualche mese dopo, il 6 agosto dello stesso anno, in seguito alla caduta di Robespierre, fu lui stesso condannato e giustiziato.
Questa vicenda colpisce nel profondo la sensibilità di chi oggi dedica la propria vita alla ricerca, allo studio e alla diffusione della conoscenza. Essa porta a due ordini di considerazioni. La prima è anche la più ovvia: esauritasi in Occidente la spinta messa in moto dall’Illuminismo e dal Positivismo verso la formazione su larga scala di una opinione pubblica colta, coraggiosa e capace di servirsi del proprio intelletto senza affidarsi ciecamente a ciò che dicono i mass media, la Repubblica ha bisogno soprattutto di ignoranti!
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