Nel 1884, Friedrich Engels pubblica L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, un testo che tiene conto delle ricerche di Bachofen sul matriarcato e di Lewis Henry Morgan sulle società antiche.
Engels riprende la tesi dell’evoluzione lineare delle società, depurandola dal portato gerarchico a cui è stata intrecciata per l’intero ottocento e interpretando le spinte evolutive con le tesi materialiste secondo le quali le forme di coscienza emergono al raggiungimento della maturità delle forme produttive corrispondenti.
Trasformando tutte le cose in merci, la produzione capitalistica
«dissolse tutti gli antichi rapporti tradizionali e mise al posto del costume ereditario e del diritto storico la compravendita e il “libero” contratto». Anche il matrimonio divenne un contratto e, pur rimanendo un matrimonio di classe, «all’interno della classe venne concesso agli interessati un certo grado di libertà di scelta».
La grande industria ha poi aperto alla donna operaia la via della produzione sociale, ma se essa vi si inserisce, non è più in grado di assolvere i doveri familiari, e viceversa, come rilevavano anche i fautori liberali dell’emancipazione. Ciò traccia tuttavia, la strada per l’emancipazione dalla famiglia monogamica dove si esercita il più brutale asservimento della donna all’uomo.
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