Un reportage de La Stampa dai campi profughi Saharawi allestiti in pieno deserto dal Marocco che ha occupato il Sahara occidentale, recintato le terre ricche di acqua e giacimenti ed esiliato quattrocentomila saharawi esercitando su di loro un controllo durissimo, fatto di dipendenza alimentare, mine, repressione.
Quando ventitre anni fa Bechir accettò, come tutti i suoi commilitoni dell’Esercito di Liberazione Popolare Saharawi (ELPS), di riporre in un cassetto le armi e mettere un punto a una guerra ventennale combattuta contro il Marocco per la liberazione del Sahara Occidentale lo fece non senza qualche dubbio. Sapeva che la via diplomatica sarebbe stata ricca di insidie e ostacoli, ma sperava che l’impegno della comunità internazionale avrebbe potuto portare a dei risultati concreti, senza più spargimenti di sangue.
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