Un’eccezionale scoperta italiana: la specie ormai estinta si adornava il corpo con penne di uccelli proprio come il “cugino” sapiens sapiens.
di Marco Peresani, Università di Ferrara
Una recente scoperta archeologica cambia il nostro modo di considerare l’Uomo di Neanderthal, lontano cugino scomparso tra 50 e 40 mila anni fa dal nostro continente. Abilissimo cacciatore, questo europeo adattato da centinaia di migliaia di anni ai climi glaciali, rivela tutta la sua sensibilità verso l’ornamentazione del proprio corpo e dei propri abiti, utilizzando polveri coloranti ricavate dalla triturazione di ossidi di ferro, conchiglie marine e denti perforati, ma soprattutto piume estratte dalle ali di grandi rapaci: un comportamento considerato “moderno” a tutti gli effetti, se si escludono le eccezionali opere d’arte realizzate dai primi sapiens.
(Leggi anche: “La dieta dei Neanderthal”)
Proprio l’emergenza di questo comportamento è oggetto di un acceso dibattito scientifico internazionale, che impegna centinaia di studiosi a discutere se fossero proprio le popolazioni neanderthaliane ad avere realizzato, indipendentemente, certe invenzioni nella scheggiatura della pietra, nella lavorazione dell’osso e, appunto, ad avere “praticato” l’ornamentazione, oppure se tutto questo non fosse il risultato dell’incontro con gli invasori sapiens sapiens che decretarono la definitiva estinzione dei nativi Neanderthal.
(05 maggio 2011)
Tratto da: http://nationalgeographic.it
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