6 Novembre, 2013
by gabriella
Sull’onda emotiva del caso Priebke è stato proposto un emendamento al codice penale che punisce con il carcere chi nega l’esistenza di crimini di genocidio o contro l’umanità. Ma una norma del genere contro un reato di opinione non può entrare nel codice di un paese erede dei principi dell’Illuminismo senza alterarlo in modo sostanziale. Tratto da Repubblica, 30 ottobre 2013.
Col processo e con la condanna di Priebke l’Italia aveva dato una lezione di civiltà giuridica al mondo intero. Non vendetta, solo giustizia: una regolare estradizione dell’assassino delle Ardeatine dall’Argentina, un processo, la sentenza. E dopo la condanna la concessione dei benefici dell’età.
Così l’antico capitano delle SS ha potuto muoversi tranquillamente per Roma in mezzo agli eredi delle sue vittime. Ne ha fatto uso per rivendicare un miserabile orgoglio di soldato e per negare l’ingranaggio di morte di cui era stato un piccolo anello. Dietro di lui intanto altri pensavano a come farne un’icona politica dopo il vicino decesso. A favore del disegno c’era la prevedibile benedizione della Chiesa e il consueto facile perdono italico. Ma stavolta dall’alto di quel Vaticano che non aveva visto il rastrellamento degli ebrei del 1943, qualcuno ha visto il disegno e ha inceppato il meccanismo.
E subito dopo l’onore dell’Italia civile è stato salvato dal popolo di Albano Laziale. È fallito così il tentativo di una burocrazia cieca e di un manipolo di antisemiti in tonaca di inscenare una celebrazione del morto e del nazismo nei luoghi bagnati dal sangue delle vittime.
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16 Ottobre, 2013
by gabriella
Chi sono e cosa vogliono i preti tradizionalisti della Fraternità Sacerdotale San Pio X pronti a benedire le spoglie del nazista irriducibile Erich Priebke? La loro vicenda, nell’ultimo mezzo secolo si è spesso intrecciata con quella dell’estrema destra. All’indomani di quanto è accaduto ad Albano, la cittadina alle porte di Roma dove si dovevano svolgere i funerali dell’ ex capitano delle SS condannato all’ergastolo per la strage della Fosse Ardeatine, vale la pena ripercorrerne la storia. Anche perché, nei loro confronti il Vaticano ha mostrato negli ultimi anni segnali di grande apertura. Tratto da Micromega.
Per i lefebvriani, le porte della Chiesa di Roma avevano in realtà cominciato a chiudersi con la sospensione a divinis di Marcel Lefebvre pronunciata da Paolo VI nel 1976, ed erano state sbarrate del tutto nel 1988 da parte di Giovanni Paolo II, che aveva scomunicato i 4 vescovi nominati dallo stesso Lefebvre. Ma papa Benedetto XVI ha dapprima, nel 2007, liberalizzato nuovamente l’uso della messa Tridentina, cara ai tradizionalisti, per poi cancellare nel 2009 la scomunica contro i prelati della Fraternità. Il pieno rientro dei tradizionalisti nella Chiesa non si è però ancora completato e non è dato sapere cosa pensi al riguardo Papa Francesco. Ma, da dove ha preso avvio tutta questa vicenda? Dalla figura stessa del fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, Marcel Lefebvre.
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