Posts tagged ‘opinione’

26 Ottobre, 2014

Paolo Flores d’Arcais, Verità e opinione nei talk show

by gabriella
Hannah Arendt (1906 - 1975)

Hannah Arendt (1906 – 1975)

La recente polemica di Marco Travaglio con Michele Santoro scatenata dalla decisione del secondo di ridare la parola a un politico che stava platealmente mentendo, commentata da Flores d’Arcais su Micromega.

“Esiste ancora nel talk show uno spazio indipendente per il talk inteso come racconto di fatti veri al riparo dallo show, cioè del pollaio gabellato per ‘contraddittorio’ e ‘ascolto’ dove chi ha torto e mente passa dalla parte della ragione e della verità? (…) […] cosa rimane, del giornalismo […] nei talk show?”.

Nulla, ovviamente. Ma la degradazione della verità di fatto a mera opinione, e dunque la correlativa santificazione di ogni menzogna a opinione che vale quanto l’altra, non è questione che mette a repentaglio solo il giornalismo, bensì costituisce in sé un colpo durissimo e diretto assestato contro la democrazia in quanto tale. Dunque Marco Travaglio ha torto a “minimizzare” come problema del giornalismo qualcosa che riguarda invece l’essenza stessa della democrazia: Santoro, trattando Travaglio – che cerca ostinatamente di dare voce alle modeste verità di fatto – come un “opinionista” alla stregua dei Burlando, Santanchè, Brunetta, Minzolini, Fassino/a e altri habitué del pollaio/ring (mentre è uno dei pochissimi cronisti, cioè trascrittori fedeli di fatti, che ancora restino nel giornalismo italiano), spaccia overdose di una convinzione per la democrazia mefitica e micidiale.

Hannah Arendt lo ha spiegato in modo definitivo già mezzo secolo fa, dimostrando e sottolineando che mettere sullo stesso piano le opinioni, inevitabilmente soggettive e arbitrarie, con le verità di fatto significa già compiere un passo cruciale verso il precipizio del totalitarismo. Nel saggio Verità e politica scrive:

“Ciò che appare ancora più inquietante [ha appena parlato della Germania di Hitler e della Russia di Stalin] è che nei paesi liberi, nella misura in cui verità di fatto sgradite vengono tollerate, esse sono spesso, consciamente o inconsciamente, trasformate in opinioni”. Ma in questo modo “è in gioco la stessa realtà comune fattuale”, il nostro essere-insieme, cioè il tessuto minimo e irrinunciabile di una convivenza che non sia alla mercé di pochi (i padroni-manipolatori della “verità”, appunto). Da qui la conclusione, tanto perentoria quanto argomentata per pagine e pagine: “la libertà di opinione è una farsa a meno che l’informazione fattuale non venga garantita e i fatti stessi siano sottratti alla disputa”.

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24 Agosto, 2013

Alberto Bagnai, La scienza contro l’opinione e l’informazione

by gabriella

BagnaiEra parecchio che non leggevo una dimostrazione platonica così frizzante e convincente. L’occasione è la garbata lettera di un  giovane universitario che chiede al professore di indicargli della letteratura di indirizzo opposto a quello da lui difeso, nonché l’opinione su un tema già affrontato.

Bagnai coglie l’occasione per demolire con la consueta divertita irruenza le tesi comuni sulla liceità di ogni opinione (cioè dell’errore e della menzogna) senza cadere nell’aristocratica condiscendenza verso il giovane o l’ignorante: che il giovane si faccia saggio e l’ignorante studi è infatti necessario in democrazia.

Ho evidenziato in rosso i passaggi cruciali, in verde i miei commenti.

Una domanda lecita (?)

Ricevo da un lettore questa lettera, che commento brevemente e offro alla vostra discussione:

Professor Bagnai buonasera.

Le faccio innanzitutto i complimenti per il lavoro di divulgazione che sta svolgendo e che già ha svolto nel corso di questi mesi con indefessa passione ed efficacia comunicativa insolita tra gli economisti. Come me ha avvicinato molta gente alla materia economica e ha reso palese, con dovizia di argomentazioni, quanto il modello economico adottato da un Paese (o gruppo di Paesi) possa influire sulle scelte politiche e sugli ordinamenti dei singoli Stati (o esattamente il contrario). Sono un laureando in Farmacia e grazie agli strumenti da lei forniti ho potuto avere un approccio “soft” ed entrare umilmente in meccanismi che, diversamente, mi sarebbero rimasti per sempre oscuri.

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24 Febbraio, 2013

Affidabilità e strumentalità dei sondaggi elettorali

by gabriella

sondaggiIl periodico livornese SenzaSoste si è interrogato sull’affidabilità dei sondaggi elettorali, chiedendosi non solo quanto siano capaci di registrare gli effettivi spostamenti del consenso, ma anche in quale misura la loro evidente “riflessività” ne faccia strumenti di manipolazione dell’opinione a più livelli.

Quanto sono affidabili i sondaggi che hanno indirizzato il dibattito politico? Ce lo siamo chiesti in queste settimane. Con particolare attenzione al fatto che i sondaggi non influenzano solo il dibattito politico nazionale ma anche le posizioni di investimento e di speculazione, a breve e a medio termine, di banche, hedge fund, assicurazioni e anche della stessa Bce. Abbiamo rivolto così 5 domande ad una esperta, a livello internazionale, di valutazione di questo tipo di metodologie. 

L’intervista

1) Ovunque agenzie di sondaggi, con i loro prodotti, monopolizzano ormai il dibattito politico tutto l’anno. A tuo avviso cosa è veramente affidabile dei sondaggi pre-elettorali sia a medio che a breve termine?

Per rispondere a questa domanda parto da una premessa. Qualsiasi ricercatore sociale sa che, durante lo svolgimento di un’indagine, deve monitorare attentamente la cosiddetta ’attualità’, in quanto qualsiasi avvenimento, notizia, evento, potrebbe influenzare l’esito dell’indagine, soprattutto se questo coinvolge le opinioni. Questa preoccupazione è stata re-interpretata, soprattutto nell’utilizzo dei sondaggi, come opportunità per sondare / influenzare l’opinione pubblica. In altre parole, i sondaggi sono entrati a far parte integrante del complesso meccanismo chiamato “fabbrica dl consenso” (Chomsky?). Ciò è successo in due direzioni:
– il personaggio politico di turno diffonde una particolare idea, affermazione, proposta e “tasta” immediatamente l’umore della gente;
– si diffondono i risultati dei sondaggi perché in qualche modo possano influenzare gli orientamenti delle persone.
Ecco perché a chi mi chiede l’affidabilità dei sondaggi pre-elettorali, ricordo che è molto importante verificare chi fa i sondaggi e il loro legame con la macchina del consenso per poter capire la loro affidabilità.

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