Étienne De La Boétie, Discorso sulla servitù volontaria (1549)
Nel Discours de la servitude volontaire un diciottenne La Boétie riflette sul malencontre, il «tragico evento», il «malaugurato accidente» in seguito a quale l’uomo rinunciò alla propria natura, «l’esser nato propriamente per vivere libero», scegliendo invece la servitù e la rassegnazione alla sottomissione. La storia nasce proprio da quella rinuncia cioè, come notò Pierre Clastres, da «quella rottura fatale, quell’evento irrazionale che noi chiamiamo “nascita dello Stato”» che non ha nulla di necessario né dal punto di vista economico, né politico, né biologico.
La Boétie scrive negli anni che vedono l’acuirsi delle guerre di religione in Francia dopo il massacro degli ugonotti nella notte di S. Bartolomeo intorno al 1576 (anno presunto della pubblicazione), mentre cominciano a delinearsi le basi dello Stato assoluto: perché gli uomini, fatti per essere liberi, rinunciano con tanta naturalezza alla loro libertà? Perché la volontà di servire, come servitude volontaire, alberga nell’animo degli individui, come desiderio di identità e di riconoscimento e non è, invece, una costrizione che li piega al dominio del tiranno? Queste le sue domande.
Siate dunque decisi a non servire mai più e sarete liberi. […] la prima ragione per cui gli uomini servono di buon animo è perché nascono servi e sono allevati come tali.
Étienne de la Boétie
«No, non è un bene il comando di molti; uno sia il capo, uno il re», così Ulisse, secondo il racconto di Omero, si rivolse all’assemblea dei Greci. Se si fosse fermato alla frase «non è un bene il comando di molti» non avrebbe potuto dire cosa migliore. Ma mentre, a voler essere ancora più ragionevoli, bisognava aggiungere che il dominio di molti non può essere conveniente dato che il potere di uno solo, appena questi assuma il titolo di signore, è terribile e contro ragione, al contrario il nostro eroe conclude dicendo: «uno sia il capo, uno il re».
Women’s condition in XXIth century: Give it to your woman it’s her job
Istruzioni per il lavaggio: usare acqua calda, non impiegare varecchina, non stirare .. oppure datelo a vostra moglie è il suo lavoro.
Lasciate perdere, è troppo complicato per voi, chiedetelo a vostra moglie. A lei viene naturale, è naturalmente portata per la lettura delle etichette di MadHouse, fabbriche inquinanti con lavoratori sottopagati gestite da manager superpagati e fascisti.
“Homme, es-tu capable d’être juste ? C’est une femme qui t’en fait la question ; tu ne lui ôteras pas du moins ce droit. Dis-moi ? Qui t’a donné le souverain empire d’opprimer mon sexe ? Ta force ? Tes talents ? Observe le créateur dans sa sagesse ; parcours la nature dans toute sa grandeur, dont tu sembles vouloir te rapprocher, et donne-moi, si tu l’oses, l’exemple de cet empire tyrannique”.
“Uomo, sei capace di essere giusto? E’ una donna che te lo chiede; ma tu non le toglierai nondimeno il diritto di farlo. Dimmi: chi ti ha dato il diritto di opprimere il mio sesso? La tua forza? I tuoi talenti? Osserva il Creatore nella sua saggezza, passa in rassegna quella natura, alla quale sembri volerti ispirare, in tutta la sua grandezza e dammi, se l’osi, l’esempio del tuo impero tirannico”.
‘How to Wash Trousers? Give It to Your Woman, It’s Her Job!’ Says Pants Label Madhouse
In the battle of the sexes, sparring over who should do the washing is nothing new – but according to the UK’s clothing company Madhouse — or at least their pants labels — domesticity is still a women-only club.
The label suggests typical instructions about temperature, bleach and drying, and such a nice option, “Or, Give it to your woman, it’s her job”.
The UK’s clothing company MadHouse is under fire now for producing ‘sexist’ washing instructions on a label. On a pair of beige chinos sold by Madhouse, the printed label states the standard washing instructions, which is then followed by “Or give it to your woman: It’s her job.”
The instructions were found by British technology writer Emma Barnett of the UK’s Telegraph. She noticed the label in her boyfriend’s pants while cleaning her apartment (sic, NDR).
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