Valutazione triennale, precarizzazione, mobbing, stipendio invariato da dieci anni. Per gestire un corpo insegnanti sotto pressione, serve il ritorno a un genuino autoritarismo dei Presidi.
Francesco Merlo, La stanza del preside diventerà “l’ufficio raccomandazioni e suppliche”
Nell’Italia degli Schettino e dei capetti improvvisati vogliono fare anche del preside un piccolo boss di paese. Senza insegnargli il comando, senza prepararlo alla leadership della più grande e delicata azienda pubblica, senza formazione né stipendio da manager gli danno infatti il potere e la responsabilità di assumere docenti per cooptazione e di premiare il merito e punire il demerito distribuendo danaro. E tutti capiscono che, solo per l’effetto annuncio, la famosa stanza del preside sta già diventando l’ufficio raccomandazioni e suppliche di quel proletariato intellettuale di cui parlava Salvemini.
Questa è insomma la definitiva trasformazione della figura più bella della scuola italiana in un Soprastante che amministra la disperazione e l’irrilevanza sociale dell’insegnate meno pagato d’Europa che, al contrario dei suoi allievi, non ha i mezzi per comprarsi un computer né per abbonarsi alle riviste specialistiche […]. Una mia amica preside a Roma mi segnala la marca scamuffa del tablet che la scuola ha potuto fornire ai suoi docenti: Archos (55 euro secondo il Trovaprezzi) che fa pendant con le polacchine ‘quattro stagioni’ dell’Upim e con i maglioni dell’Oviesse.
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