Nel trentacinquesimo anniversario della morte di Alekos Panagulis. Zi! zi! zi!
Se per vivere, o Libertà
chiedi come cibo la nostra carne
e per bere
vuoi il nostro sangue e le nostre lacrime
te li daremo
Devi vivere
Dicembre 1971
Il 13 agosto 1968 il poeta e rivoluzionario Alexandros Panagulis, insieme ad altri compagni della «Resistenza greca», mette in scena nei pressi di Varkiza l’attentato al dittatore Georgios Papadopoulos, salito al potere con un colpo di Stato militare, detto “dei colonnelli”, nell’aprile del ’67.
Alexandros (Alekos per gli amici – e per la polizia), nato nel 1939 ad Atene, era il secondogenito di tre fratelli, tutti democratici e antifascisti (il maggiore, Giorgios, fu anch’egli vittima del regime). Dopo essersi laureato in Ingegneria Elettronica al Politecnico nazionale di Atene, Alekos diserta il servizio militare, fonda il gruppo «Resistenza Greca» (movimento politico che i colonnelli non riuscirono mai a smantellare) e si auto-esilia a Cipro, dove per mesi progetta un piano d’azione per sbarazzarsi di Papadopoulos. L’attentato, tuttavia, fallisce: delle due mine che dovevano far saltare in aria la Lincoln blindata del dittatore ellenico ne esplode solo una dopo il passaggio dell’auto blindata.
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