Se n’artra vorta ho ripijato foco
nun è pe’ n’incidente, né pe’ ‘n gioco.
È che ce sta ‘na mano criminale
che me detesta e me vo’ fa der male.Qui dove vivo io, a Centocelle,
ce stanno cose brutte e cose belle.
Le cose brutte fanno assai rumore,
l’impunità le fa sentì potenti.
Le cose belle vivono d’amore,
so’ miti, silenziose e so’ pazienti.Ce vorà tempo. Forse qualche mese
e nun escludo pure altre sorprese.Ma anche se so’ pecora, sappiate,
che co’ ste cose nun me spaventate.
Me riempirò de libri e de cultura:
è quello che a voialtri fa paura.
Marazico
La pecora elettrica risponde al rogo dei libri
Berlino, 10 maggio 1933
Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi
i libri di contenuto malefico e per ogni dove
furono i buoi costretti a trascinare
ai roghi carri di libri, un poeta scoprì
– uno di quelli al bando, uno dei meglio – l’elenco
studiando degli inceneriti, sgomento, che i suoi
libri erano stati dimenticati.Corse al suo scrittoio, alato d’ira
e scrisse ai potenti una lettera.
Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!
Questo torto non fatemelo! Non lasciatemi fuori! Che forse
la verità non l’ho sempre, nei libri miei, dichiarata? E ora voi
mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando: bruciatemi!Bertold Brecht
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=3Ppe9WBLu_w&bpctr=1368136602]
Commenti recenti