Da una ventina d’anni in Italia i diritti sono esigibili solo se compatibili con le esigenze di bilancio. La Corte dei Conti ha tracciato un bilancio dei conti dell’INPS, concludendone che precariato e licenziabilità avranno «riflessi su adeguatezza delle prestazioni e sostenibilità sociale del sistema». In sintesi, i versamenti sempre più modesti e aleatori finiranno per dissestare il sistema previdenziale, nonostante i futuri pensionati percepiranno assegni che li collocheranno sotto la fascia di povertà. La ricetta della Corte é il rilancio della previdenza integrativa (=pagatevi anche quella) attualmente rifiutata dai lavoratori sia a causa delle turbolenze finanziarie (e relativi crack dei fondi pensione) che dell’impossibilità di dilazionare parti di reddito già oggi insufficiente.
MILANO – Le “crescenti forme di precarietà del mercato del lavoro, nei posti e nelle retribuzioni, che incidono sui futuri trattamenti pensionistici, soprattutto per le fasce più deboli (giovani e donne)” avranno “riflessi su adeguatezza delle prestazioni e sostenibilità sociale del sistema”. Lo afferma la Corte dei Conti nel rapporto sull’Inps in cui si sottolinea anche la necessità di monitorare assiduamente l’incidenza delle riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica fino all’entrata a regime del sistema contributivo e sottoporre a riesame il modello della previdenza complementare.
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