Forse, un giorno, non sapremo più esattamente che cosa ha potuto essere la follia. Resterà soltanto un enigma di questa Esteriorità. Quale era dunque, ci si domanderà, questa strana delimitazione che è stata alla ribalta dal profondo Medioevo sino al ventesimo secolo e forse oltre?Perché la cultura occidentale ha respinto dalla parte dei confini proprio ciò in cui avrebbe potuto benissimo riconoscersi,in cui di fatto si è essa stessa riconosciuta in modo obliquo?Perché ha affermato con chiarezza a partire dal XIX secolo, ma anche già dall’età classica, che la follia era la verità denudata dell’uomo, e tuttavia l’ha posta in uno spazio neutralizzato e pallido ove era come annullata?”
Michel Foucault
Tratto da Filosofico.net. Si veda anche la serie di articoli dedicati alla mostra parigina Malinconia: genio e follia in Occidente.
Michel Foucault, con la Storia della follia (opera pubblicata nel 1961 e inizialmente concepita come la sua tesi di dottorato, il cui titolo originale era: Folie et déraison. Histoire de la folie à l’âge classique), presenta il suo progetto più ambizioso ed acclamato: tracciare una grande genealogia della follia, attraverso la ricostruzione del suo profilo storico e l’attualizzazione di un’immagine che, oltrepassando gli sterili confini di una cronologia elencativa dei singoli eventi, giunge a ricoprire un piano della conoscenza molto più vasto e pregnante di quanto non possa sembrare. La metodologia di ricerca che qui viene utilizzata, infatti, risulta essere decisamente paradigmatica dell’autore, in quanto fungerà da modello ermeneutico per alcuni dei suoi più importanti scritti successivi, tra cui la Nascita della Clinica e Sorvegliare e punire.
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