Posts tagged ‘tolleranza zero’

24 Aprile, 2016

Wired, La teoria delle finestre rotte e il suo uso in campagna elettorale

by gabriella

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Un articolo di Wired, ripercorre l’uso ideologico della teoria delle finestre rotte di Phil Zimbardo da parte dei teorici della tolleranza zero.

Dice solo che lo spiegamento di forze di polizia non è altrettanto efficace nè economico del riparare le finestre e ripulire le strade, perchè con quest’ultimo provvedimento gli abitanti comincieranno a prendersene cura e a segnalare i delinquenti.

I candidati alle prossime amministrative, come molti altri politiciintegerrimi cittadini, sembrano aver sviluppato una curiosa passione per la sociologia. Da diverso tempo, a supporto dell’ideologia del decoro, si sono messi a invocare nientemeno che la teoria delle finestre rotte. Alla fine degli anni ’60 lo psicologo sociale Philip Zimbardo fece un esperimento: parcheggiò un’automobile senza targa e col cofano aperto nel Bronx, a New York, e una simile a Palo Alto, in California. All’auto parcheggiata in California non successe praticamente nulla, mentre l’auto nel degradato Bronx fu saccheggiata. Successivamente lo psicologo cambiò le condizioni dell’esperimento a Palo Alto rompendo un finestrino: a quel punto le cose cambiarono e anche questa auto fu saccheggiata.

Zimbardo osservò che la maggior parte dei saccheggiatori non avevano affatto l’aspetto di criminali o persone disagiate, sembravano invece persone comuni che mai avremmo classificato come vandali prima di vederle all’opera. Secondo Zimbardo, il finestrino rotto dell’automobile costituisce un indizio di abbandono dell’area, il quale a sua volta è in grado di svegliare in noi peggiori istinti, forti del fatto che difficilmente verremmo giudicati o puniti.

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24 Aprile, 2016

Claudia Torrisi, L’ideologia del decoro

by gabriella

Tratto da Wired.

Se c’è una parola che negli ultimi tempi è diventata buona per tutte le occasioni è “degrado”. Lo è un po’ dappertutto – basta fare una ricerca su Google per accorgersi di quanto questa parola sia penetrata in profondità nel dibattito pubblico – ma a Roma in particolare non si parla d’altro.

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1 Gennaio, 2014

Alessandro De Giorgi, La paura neoliberista. Il governo penale della miseria

by gabriella

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Questo ottimo articolo di Alessandro De Giorgi uscito su Alfabeta2, [n. 30, giugno 2013] fa luce sui meccanismi simbolici e sociologici della cosiddetta governamentalità neoliberale della paura, una razionalità di governo incentrata sulla guerra al nemico pubblico individuato nel marginale e sulla criminalizzazione di massa delle popolazioni urbane segregate, rese economicamente superflue dalla ristrutturazione capitalistica postindustriale.

Il 14 ottobre 1982 Ronald Reagan teneva un importante discorso in cui illustrava la svolta punitiva alla base della nuova politica criminale della sua amministrazione:

«La crescita di una classe criminale senza scrupoli è stata in parte il risultato di una filosofia sociale sbagliata, che in modo utopico considera l’uomo come prodotto del suo ambiente, mentre la trasgressione è vista sempre come conseguenza di condizioni socio-economiche svantaggiate. Questa filosofia predica che dove si verifica un crimine è responsabile la società, non l’individuo. Ma il popolo americano sta finalmente riaffermando alcune verità indiscutibili: il bene e il male esistono, gli individui sono responsabili delle proprie azioni, il male è spesso frutto di una scelta, e la pena deve essere certa e immediata per chi si fa strada a danno degli innocenti».

A trent’anni da quella dichiarazione di guerra alla criminalità la popolazione carceraria degli Usa ha raggiunto la quota di 2,4 milioni di individui confinati in oltre 5000 istituti penali, per un tasso di incarcerazione di 756 soggetti per 100.000abitanti. Nel complesso 7,2 milioni di persone sono sottoposte a controllo penale: il 2,4% della popolazione. Sebbene trascurata dai media e dal dibattito politico, la situazione carceraria statunitense rappresenta una vera e propria emergenza sociale, risultato di quarant’anni di simbiosi tra liberismo economico e governo punitivo della povertà.

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