Un articolo uscito su Wired, presenta l’ultimo affascinante esperimento di meccanica quantistica dedicato alla prova sperimentale del principio di indeterminazione di Heisemberg, secondo il quale lo sguardo dell’osservatore, in particolare l’attività di misurazione, modificano ciò che si sta guardando.
La realtà quantistica, spiega Rovelli intervistato in proposito, è sostanzialmente relazionale: ogni elemento esistente appartiene a due sistemi, non ad uno soltanto.
Prendete un pallone. Da calcio, da basket, da pallamano; non importa. Sparatelo con un cannone e riprendete la scena con telecamere ad altissima definizione. Ora riesaminate il video al computer – vi è concessa tutta la potenza computazionale di cui avete bisogno – e provate a determinare, istante per istante, posizione e velocità del pallone.
Se siete stati abbastanza accurati, riuscirete senza dubbio a portare a termine il processo di misura in modo più che soddisfacente: i numeri che otterrete coincideranno, con ottima approssimazione, con quelli previsti dalle equazioni dei modelli teorici che descrivono il moto del pallone.
E potete star certi che il pallone, con o senza telecamere, avrebbe percorso esattamente la stessa traiettoria con le medesime caratteristiche. In altre parole, e generalizzando: ai sistemi macroscopici poco importa chi li sta osservando, e come lo sta facendo.
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