Prima di parlare di lui (se ho capito qualcosa della fonetica cinese il suo nome dovrebbe suonare “Ggiù” Yunpeng), bisogna ascoltare fino in fondo Bambini cinesi 中国孩子. Questa è la più struggente tra le sue interpretazioni (sottotitolata in inglese).
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Zhou Yunpeng, oggi quarantaquattrenne, è nato in una poverissima famiglia dello Shenyang, nella provincia di Liaoning, al confine con la Corea del Nord. A nove anni una malattia lo ha reso cieco. Per un figlio di contadini poveri la cecità avrebbe potuto rappresentare la fine di ogni cosa. Per lui invece è stato l’inizio di tutto. Si è messo in viaggio con una chitarra e in cambio di lezioni di musica si è fatto leggere migliaia di libri, fino a laurearsi in lettere. A 17 anni ha raggiunto Pechino. «Allora ho capito – dice – che nessuno ci racconta cosa succede e che saperne di più è essenziale. La Cina non è il rassicurante successo economico di un pugno di dirigenti».
Il video sottostante è un bellissimo montaggio sulle note di Settembre 九月 (Jiǔ yuè) ispirata ad una poesia di Haizi. Di seguito Bambini cinesi 中国孩子 in versione live (qui il testo italiano).
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