Archive for Aprile, 2019

25 Aprile, 2019

Roberto Scarpinato, Resistenza, Costituzione e identità nazionale

by gabriella

In questo articolo, dedicato alla memoria del 25 aprile, Roberto Scarpinato spiega le ragioni per cui un paese culturalmente arretrato come il nostro, si è dato una Costituzione tra le più avanzate al mondo:

[…] se si pone a confronto l’Italia disegnata dalla Costituzione con l’Italietta reale arretrata e provinciale del tempo (il 20 per cento di analfabeti contro l’1 per cento per cento di Germania e Inghilterra, il 3 per cento degli Stati Uniti, il 4 per cento della Francia),con l’Italia che sino a pochi anni prima aveva inneggiato in massa al Duce salvo poi scoprirsi afascista dopo il disastro bellico, si comprende come tra queste due entità vi fosse lo stesso abisso che esiste tra il dover essere e l’essere.La nostra Costituzione superò noi stessi e la nostra storia, fu un gettare il cuore oltre l’ostacolo, indicando un modello da raggiungere: la costruzione di uno Stato democratico di diritto che superava le possibilità etiche delle culture autoctone delle classi dirigenti e delle masse. Questa è la forza ma nello stesso tempo il peccato originale della Costituzione del 1948 e del suo ethos resistenziale: il peccato di non essere in alcune sue parti vitali e strategiche – a differenza delle Costituzioni statunitense e inglese – quella che gli inglesi chiamano la «legge della terra», cioè l’espressione formale della sostanza culturale di un popolo.

La lezione della storia dimostra come le minoranze progressiste in Italia abbiano sempre avuto vita difficile. Condannate nel corso dei secoli al rogo, al carcere, all’abiura, all’esilio e, nel migliore dei casi, al silenzio e all’irrilevanza sociale, hanno svolto un ruolo spesso determinante per l’evoluzione del paese, ma solo grazie a temporanee crisi  di potere delle maggioranze e a contingenti circostanze favorevoli. Così è stato anche per la Resistenza, che ci ha lasciato una preziosissima eredità, la Costituzione, oggi più che mai sotto assedio. Tratto da MicroMega 3/2015 – “Ora e sempre Resistenza” – Almanacco di storia.

 

La storia ‘lunga’ che costruisce l’identità

L’identità di un popolo non si forma nella sua storia breve ma nel corso della sua storia lunga, allo stesso modo in cui l’identità di un individuo non si struttura negli ultimi anni della sua vita, ma si sedimenta nel corso della sua infanzia e della sua adolescenza, affondando segrete radici nella sua biografia transgenerazionale.

La Resistenza e la Costituzione fanno parte, a mio parere, della storia breve del paese, di una parentesi apertasi nel XX secolo a causa di fattori eccezionali, cessati i quali la storia lunga e con essa la «normalità italiana» hanno ripreso lentamente il sopravvento.

read more »

23 Aprile, 2019

Le déserteur

by gabriella
vian

Boris Vian (1920 – 1959)

Il disertore, di Boris Vian, fu registrata il giorno della sconfitta francese di Dien Bien Phu, il 7 maggio 1954.

Una guerra alla fine della quale si contarono cinquemila soldati francesi e ottomila vietnamiti morti in combattimento. I feriti furono il quadruplo [Ho aggiunto i sottotitoli in italiano al video della canzone].

Serge Reggiani (1922 - 2004)

Serge Reggiani (1922 – 2004)

La sua diffusione scatenò violente reazioni da parte delle autorità che ne impedirono la commercializzazione e la bandirono dalla radio (si veda la lettera aperta scritta da Vian al politico Paul Faber).

Significativo del clima di ostilità e censura che circondava la canzone è la modifica della strofa finale in senso pacifista:

“Prevenez vos gendarmes que je n’aurai pas d’armes et qu’ils pourront tirer” [avverta i suoi gendarmi che non avrò armi e che potranno tirare]. Nella versione originale della canzone, infatti, dopo «avverta i suoi gendarmi», il testo proseguiva con «Que je tiendrai une arme et que je sais tirer», vale a dire «che sarò armato e so tirare».

Nella memorabile interpretazione di Serge Reggiani la canzone è preceduta dal preludio Dormeur de valle, scritto da un sedicenne Arthur Rimbaud già in stato di grazia.

read more »

17 Aprile, 2019

L’immagine del bambino nelle scienze dell’educazione

by gabriella

A partire da Rousseau, Pestalozzi, Fröbel e Maria Montessori, le scienze dell’educazione scoprono l’infanzia, riconoscendo i suoi caratteri specifici e abbandonando l’idea tradizionale del bambino come «adulto incompiuto». La loro nascita coincide con l’inizio dello studio dei dinamismi psico-evolutivi dell’infanzia, dai tempi, ai ritmi e agli stili d’apprendimento.

Nel testo seguente, una carrellata di visioni dell′infanzia, da quelle di Fröbel, Montessori e le Agazzi a Piaget, Vygotskij, Bruner, Gardner, ed altri.

 

Indice

1. Fröbel
2. Maria Montessori
3. Rosa e Carolina Agazzi
4. Lo sguardo psicopedagogico

4.1 Il bambino cognitivo di Jean Piaget
4.2 Il bambino sociale di Vygotskij
4.3 Il bambino costruzionista di Bruner
4.4 Il bambino multimodale di Gardner
4.5 Il bambino “ambiguo” di Freud
4.6 Il bambino secondo la psicologia umanistica

 

5. Lo sguardo socio-pedagogico

5.1 Il bambino “socializzato”di Durkheim e Parsons
5.2 Il contributo dell’interazionismo simbolico: George Herbert Mead ed Herbert Blumer
5.3 La sociologia fenomenologica: Alfred Schütz

 

1. Fröbel

Friedrich Fröbel (1782 – 1852)

Friedrich Fröbel è il fondatore della scuola dell’infanzia (kindergarten) moderna, un’istituzione educativa dedicata ai bambini in età prescolare con una struttura, delle finalità e una metodologia proprie. Fondamentali sono le sue riflessioni sul ruolo del gioco nello sviluppo psico-fisico infantile.

Fröbel è un pensatore importante perché comprende che l’infanzia ha bisogno di mezzi e spazi propri e che l’apprendimento della letto-scrittura non deve essere anticipato.

read more »

9 Aprile, 2019

Organizzazioni

by gabriella

organizzazione

Lo svi­luppo delle organizzazioni è il meccanismo principale in base al quale in una società altamente differenziata è possibile realizzare i propri progetti e raggiungere degli obiettivi che vanno al di là degli individui.

Talcott Parsons

Indice

1. Natura, finalità e sviluppo delle organizzazioni
2. La teoria classica dell’organizzazione

      2.1 Lo Scientific Management
      2.2 La «scuo­la delle relazioni umane»

 

3. L’analisi weberiana e dei teorici del conflitto
4. L’organizzazione come sistema

 

1. Natura, finalità e sviluppo delle organizzazioni

Le organizzazioni sono entità strutturate che mobilitano individui, risorse e tecnologie al servizio di uno scopo perseguito razionalmente. Sono organizzazioni i partiti politici, le chiese, gli ospedali, le aziende, le cooperative e le associazioni del terzo settore ecc..

Paziente in attesa nella sala d'aspetto di un ospedale

Sala d’aspetto di un ospedale

La moltiplicazione delle organizzazioni, legata alla razionalizzazione delle attività finalizzate al raggiungimento di scopi sociali, è un fenomeno tipico della modernizzazione. 

Max Weber (1864-1920)

Weber lo chiamò burocratizzazione, guardando con angoscia alla spersonalizzazione e alla perdita d’anima della società moderna investita dai processi di razionalizzazione, nella quale ogni utilità umana viene ormai perseguita attraverso le procedure e la standardizzazione della «gabbia d’acciaio» del capitalismo.

read more »

7 Aprile, 2019

Umberto Galimberti, Il corpo in Occidente

by gabriella

La nascita dell’anima nella tradizione occidentale.

Indice

1. La nozione di anima è greca. La tradizione giudaico-cristiana non la conosce
2. La comparsa dell’anima con Platone
3. L’uomo nell’epoca tragica dei greci
4. L’oltrepassamento cristiano del tragico e la nascita dell’Occidente

 

1. La nozione di anima è greca. La tradizione giudaico-cristiana non la conosce

Purtroppo noi veniamo da una tradizione che ci ha abituato a pensare che siamo composti da anima e corpo e questa persuasione non ci ha ancora abbandonato. Vedremo il vantaggio di pensarci in questa maniera. Ma da dove viene questo dualismo, questo modo di pensarci così lacerato?

read more »

5 Aprile, 2019

Simone, la verità è politica

by gabriella

L’adolescente di Torre Maura rovescia con semplicità la retorica propagandistica di Casa Pound.


Torre Maura – La Buonasera di Massimo Gramellini

“Davanti al pane calpestato di Torre Maura c’è una sola cosa che voglio dire anch’io un’ultima volta e la voglio dire come farebbe Simone: “Nun me sta bene che no”.Massimo GramelliniLe parole della settimana #Rai3

Publiée par Rai3 sur Dimanche 7 avril 2019

2 Aprile, 2019

Le tracce dell’esame di stato

by gabriella

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: