Archive for Maggio, 2024

28 Maggio, 2024

Pedagogia speciale e didattica inclusiva [bozza]

by gabriella

Un approfondimento sulla pedagogia speciale e la didattica capace di educare ragazzi disabili o in situazione di disagio, favorendone l’inclusione sociale.

Verso la pedagogia speciale

Indice

1. La nascita della pedagogia speciale

1.1 Il «Selvaggio dell’Aveyron»

 

2. Séguin e l’educazione degli idioti

2.1 Ovide Decroly
2.2
Maria Montessori

 

3. L’inserimento scolastico dei disabili in Italia

 

1. La nascita della pedagogia speciale

La pedagogia speciale nasce con il rifiuto dell’idea di ineducabilità di un individuo in condizioni di handicap e, successivamente, della segregazione in istituto delle persone portatrici di disabilità.   

Esclusi dai contesti educativi e considerati fino ad allora irrecuperabili, i ragazzi portatori di handicap fanno le loro prime esperienze scolastiche, superando in questo modo le esperienze di custodia ed assistenza.

La pedagogia speciale affonda le sue radici in Francia, nel clima illuministico della fine del ‘700 e dell’interesse per lo studio dell’uomo e dell’educazione che vede la nascita dei primi istituti per l’educazione delle persone con menomazioni sensoriali uditive e visive.

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28 Maggio, 2024

La filosofia dell’educazione di Jacques Maritain

by gabriella

 

Eugène Dévaud (1876 - 1942)

Eugène Dévaud (1876 – 1942)

L’influente dottrina del personalismo e l’antimodernismo del cattolicesimo fine ottocentesco.

Indice

1. La reazione cattolica all’attivismo pedagogico
2. Il personalismo di Jacques Maritain

2.1 Antropologia personalistica e fine dell’educazione [tratto da L’educazione della persona, 1959]
2.2 Simulazione di seconda prova su Maritain

 

1. La reazione cattolica all’attivismo pedagogico

Il mondo cattolico ha guardato con sospetto e distanza alle innovazioni dell’attivismo pedagogico, nella convinzione che la scuola nuova mettesse in discussione l’educazione cristiana.

La principale obiezione mossa dai filosofi cattolici all’attivismo, consiste nel rilievo che l’uomo non è solo natura istintiva e sensibile, ma anche spirituale e razionale e che il suo destino non è solo di ordine sociale, ma anche personale e religioso.

Per questo, secondo lo svizzero Eugène Dévaud, la vera scuola attiva è quella che considera tutto l’uomo, inclusi gli aspetti spirituali e religiosi, ed è perciò quella ispirata all’umanesimo cristiano, il solo in grado di indicare il senso all’esperienza umana.

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20 Maggio, 2024

L’humanitas romana

by gabriella

Marco Tullio Cicerone (106 – 43 a. C.)

Indice

1. Marco Porcio Catone
2. Marco Tullio Cicerone
3. Marco Fabio Quintiliano

 

Con la sua sintesi di motivi ellenistici e temi della tradizione arcaica romana, il pensiero educativo da Catone (234-149 a.C.) a Quintiliano (35/40-96 a.C.) ha avuto un’influenza fondamentale sulla tradizione occidentale.

A differenza del pensiero greco, la cultura romana non dispone di un’opera letteraria a cui riferirsi come elemento fondativo, i valori e i principi comuni vengono dunque rintracciati all’interno della tradizione, cioè di quella vita di un popolo di contadini che si affidava ai motivi etici della famiglia, della dedizione allo stato, del rispetto delle leggi e della tradizione, della pietas verso gli dèi, della fermezza (virtus), della dignità personale (gravitas) e del lavoro.

Questo insieme di valori, codificato nelle leggi non scritte del mos maiorum e in quelle inscritte nel bronzo delle Dodici tavole – una legificazione che fu, di fatto, una codificazione del mos maiorum del 451 a. C. per rispondere a conflitti sociali tra patrizi e plebei – costituisce il carattere romano della riflessione sviluppata nei circa quattro secoli che prendiamo in considerazione.

Questa identità originaria costituisce il filtro attraverso cui Roma si confronta con la cultura greca da Marco Porcio Catone, che considera nefasta la sua influenza e le attribuisce la crisi morale e il declino delle istituzioni avite, a Cicerone (106-43 a.C.) che la considera con circospezione ma la pone a fondamento delle virtù fondamentali dell’uomo pubblico.

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17 Maggio, 2024

Massimo Recalcati, Non fate gli psicologi, insegnate!

by gabriella

Recalcati esamina le distorsioni educative della scuola contemporanea (non solo, ma soprattutto, italiana): la stupidità valutativa, il ripiegamento su un insegnamento trasmissivo, la finalizzazione della didattica al principio di prestazione, ma anche la rinuncia ad insegnare davvero una disciplina, un campo del sapere, a vantaggio di una generica accoglienza che lascia i giovani privi di «quel trasporto erotico verso la cultura che costituisce il vero antidoto per non smarrirsi nella vita». Tratto da Repubblica, 20 settembre 2013.

Download (PDF, 60KB)

RecalcatiIn queste settimane che la Scuola riapre le sue porte auguro che ogni insegnante ritrovi il senso del suo lavoro – bistrattato e umiliato economicamente e socialmente – come uno tra quelli più decisivi nella formazione dell’individuo. Auguro loro di saper ritrovare passione nello spiegare una poesia di Ungaretti, le leggi della termodinamica, la deriva dei continenti, una lingua nuova, la bellezza formale di una operazione di matematica o di un teorema di geometria.

Auguro che la loro parola riesca a tenere vivi gli oggetti del sapere generando quel trasporto amoroso ed erotico verso la cultura che costituisce il vero antidoto per non smarrirsi nella vita. Nel nostro tempo la scuola di ogni ordine e grado sembra ridotta ad un “esamificio”. L’impeto della valutazione vorrebbe imporre scansioni dell’apprendimento uguali per tutti. Sempre più si sta imponendo una scuola che il “sogno” di un recente ministro della pubblica istruzione codificava con le tre “i” (impresa, inglese, informatica), cioè una scuola fondata sul principio di prestazione.

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17 Maggio, 2024

Giovanni Gentile

by gabriella
Giovanni Gentile (1875 - 1944)

Giovanni Gentile (1875 – 1944)

Filosofo neoidealista, politico fascista e autore della riforma della scuola che porta il suo nome, Gentile è stato interprete dell’hegelismo di destra e, come tale, ha concepito l’educazione come autoformazione nell’unità spirituale fra maestro e allievo.

Il pdf per la stampa è in coda al testo.

Indice

1. Il platonismo e la concezione pedagogica gentiliana
2. L’antropologia gentiliana
3. La Riforma della scuola del 1923
4. La scuola fascista

 

1. Il platonismo e la concezione pedagogica gentiliana

Platone (428/7 – 348/7)

Nella visione platonica che caratterizza il suo pensiero pedagogico, il processo educativo si risolve nel «farsi» dello spirito, nella dialettica filosofica e nell’elevazione spirituale frutto dello scambio tra maestro e allievo, nel quale entrambi si accostano alla verità.

 

L’insegnamento è, per Gentile, «teoria in atto», fuoco creatore e diveniente dello spirito, di cui non si possono fissare le fasi o prescrivere il metodo. Il metodo infatti non è altro che il maestro stesso – «il metodo è il maestro» – il quale non deve affidarsi a una specifica didattica, ma alle proprie risorse interiori:
«non è questa mia una scienza come le altre, essa non si può in alcun modo comunicare, ma come fiamma s’accende da fuoco che balza: nasce d’improvviso nell’anima dopo un lungo periodo di discussioni sull’argomento e una vita vissuta in comune, e poi si nutre di se medesima». [Platone, Lettera VII];

Si tratta di una concezione recentemente riecheggiata nell’invito di Massimo Recalcati a far vivere l’insegnamento nell’elemento erotico e, in generale – che ne siano consapevoli o meno – negli approcci critici verso le innovazioni didattiche percepite come un inutile “modernismo”.

Massimo Recalcati, Non fate gli psicologi, insegnate!

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13 Maggio, 2024

Aristotele

by gabriella

Otto lezioni dedicate al pensiero più influente della storia occidentale, base per duemila anni del sapere e del metodo di tutte le arti e le scienze.

Indice

1. La figura di Aristotele

1.1 L’Accademia, Alessandro, il Liceo
1.2 Il «nous», l’anagnostes

 

2. Aristotele nella cultura occidentale

2.1 Il rilievo del pensiero aristotelico
2.2 Come l’opera è giunta fino a noi

 

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9 Maggio, 2024

9 maggio 1978, assassinio di Peppino Impastato

by gabriella

In memoria di Peppino Impastato, nel quarantaseiesimo anniversario del suo assassinio.

 

 

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2 Maggio, 2024

Kant

by gabriella
Kant

Immanuel Kant (1724 – 1804)

Il pensiero di Kant rappresenta il punto più alto raggiunto dall’Illuminismo e dalla modernità e, al tempo stesso, l’inizio della sua dissoluzione, contenendo già gli elementi per il superamento (idealistico) della sua filosofia: il criticismo.

Indice

1. Introduzione: il dibattito sulla conoscenza ai tempi di Kant
2. Gli scritti precritici 1755-1763

2.1 La visione quantitativa e meccanicistica del cosmo
2.2 La critica del dogmatismo razionalista
2.3 Le letture di Kant

3. Verso la svolta critica: gli scritti tra il 1766 e il 1770

3.1 Il nuovo compito della metafisica
3.2 Il risveglio dal sonno dogmatico
3.3 L’annuncio delle forme a priori della soggettività

4. Il «tribunale della ragione» e la «rivoluzione copernicana»

4.1 Il problema della metafisica come scienza e la naturale tendenza ad essa della ragione
4.2 Il rovesciamento della prospettiva conoscitiva
4.3 La struttura della Critica della ragion pura

5. La fondazione della conoscenza oggettiva: i giudizi sintetici a priori

5.1 La teoria dei giudizi
5.2 L’uso dei giudizi analitico e sintetico nel dibattito filosofico
5.3 Il giudizio scientifico come sintetico a priori

6. L’estetica trascendentale

6.1 La funzione della sensibilità (o intuizione)
6.2 Le forme a priori della sensibilità: spazio e tempo

7. L’Analitica trascendentale

7.1 L’Analitica dei concetti

7.1.1 Intuizioni e concetti
7.1.2 L’Analitica trascendentale
7.1.3 Dall’intuizione al concetto: giudizi percettivi e giudizi d’esperienza
7.1.4 Le categorie o concetti puri dell’intelletto
7.1.5 La sintesi a priori dell’intelletto
7.1.6 La deduzione metafisica
7.1.7 La deduzione trascendentale e l’Io penso

8. L’analitica dei principi: lo schematismo trascendentale e l’uso delle categorie

9. Fenomeno e noumeno

10. La dialettica della ragione

10.1 La ragione pura come sede della parvenza trascendentale
10.2 La critica della cosmologia razionale e dell’idea del mondo come totalità
10.3 La critica della psicologia razionale e dell’idea dell’anima come sostanza eterna e incorruttibile
10.4 La critica della teologia razionale e delle prove dell’esistenza di Dio

 

11. L’etica

11.1 L’autonomia dell’etica dalla religione
11.2 La natura umana
11.3 Il compito della filosofia morale
11.4 Un’etica formale
11.5 Le massime della volontà
11.6 Il dovere e l’imperativo morale
11.7 L’imperativo categorico e le sue formulazioni

 

12. La Critica del giudizio 

13. Gli scritti politici. La Risposta alla domanda: Cos’è l’Illuminismo?

 

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1 Maggio, 2024

Storia del Primo maggio, da Piazza Haymarket al Jobs Act

by gabriella
HaymarketMartyrs

In alto: Parsons, Fielden, Lingg; al centro Spies; in basso Shwab, Engel, Fisher

The day will come when our silence will be more powerful than the voices you are throttling today Haymarket Martyr’s Monument

La storia del primo maggio affonda le sue radici nelle lotte operaie per le otto ore che infiammarono gli Stati Uniti tra il 1860 e il 1880.

Il 4 maggio 1886, uno sciopero a Chicago assunse dimensioni particolarmente vaste. Per disperdere gli scioperanti durante un comizio, le autorità fecero esplodere una bomba in piazza Haymarket. Contro gli scioperanti fu aperto il fuoco.

Iniziò così una rappresaglia di massa contro gli operai, non solo a Chicago, il centro principale del movimento, ma in tutto il paese. Vennero arrestati centinaia di lavoratori ed otto di loro vennero processati.

Nonostante non fossero state trovate prove della responsabilità degli operai nell’attentato, il Tribunale di Chicago condannò a morte sette degli imputati: Albert Parsons, August Spies, Samuel Fielden, Michael Schwab, Adolf Fischer, George Engel e Louis Lingg; l’ottavo, l’imputato Oscar Neebe, a 15 anni di carcere.

Lingg morì durante la permanenza in carcere. Parsons, Spies, Engel e Fischer vennero giustiziati l’11 novembre 1897.

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1 Maggio, 2024

Carolina e Rosa Agazzi

by gabriella

1. Pietro Pasquali

Pietro Pasquali (1847-1921) può essere considerato l’anticipatore dell’educazione nuova in Italia . Come direttore didattico a Brescia, l’educatore avvia una riforma degli asili infantili per creare spazi e metodi “a misura di bambino” ispirati ai Kindergarten di Fröbel. I nuovi asili devono avere aule adatte e un giardino, devono eliminare le attività di scolarità precoce a vantaggio di quelle che si presentano come «ponti fra il lavoro e il gioco».

I “lavori” svolti nell’asilo devono perciò essere utili, ordinati in serie su base geometrica, con criteri estetici e con aderenza a un modello.

Tutti siamo convinti che l’ordine materiale influisce potentemente sull’ordine morale, perché agisce direttamente sulla intelligenza, sull’igiene, sui costumi, sulla condotta, sul carattere. Il disordine è causa di deplorevoli conseguenze; la vita disordinata sparge intorno miserie, guai, dolori. Lo sappiamo tutti ma non tutti sappiamo quali mezzi si devono mettere in opera

Partiamo da un principio pedagogico: per far acquistare delle abitudini all’educando, bisogna farlo agire: per farlo agire occorrono cose e condizioni favorevoli. Questa è norma di scuola nuova, in sostituzione del vecchio sistema, tutto precetti e massime [Il nuovo spirito dell’asilo, in R. Agazzi, Guida delle educatrici dell’infanzia, 1961].

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