Archive for ‘Filosofia’

4 Maggio, 2022

Enrico Berti, In principio era la meraviglia

by gabriella

platone-aristoteleUn frammento di In principio era la meraviglia [Laterza, 2008].

«In principio era il Logos»,

recita l’incipit del Vangelo di Giovanni, che i cristiani hanno interpretato come

«In principio era il Verbo», cioè «la Parola», « … e il Logos era presso Dio, e il Logos era Dio»,

prosegue Giovanni, indicando con chiarezza di quale «Parola» si tratti. Per i cristiani, infatti, il principio è costituito da Dio inteso come Parola che crea ogni cosa, ma anche dalla parola stessa di Dio, cioè dalla rivelazione con cui Egli si è manifestato agli uomini. Quest’ultimo significato vale per tutte le religioni, almeno per quelle monoteistiche.

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26 Aprile, 2022

Aurelio Agostino

by gabriella

Agostino d’Ippona (354 – 430)

Nel Medioevo giunge ad affermarsi, attraverso un lungo processo, la nuova visione della vita e del mondo introdotta dal cristianesimo che si innesta sulla precedente cultura classica.

Il cristianesimo pone all’attività educativa un fine nuovo, la salvezza dell’anima del cui conseguimento non si può mai essere certi, poiché può essere ottenuto solo con la grazia.

Ciò comporta il capovolgimento dell’intellettualismo etico dei greci per i quali il conoscere è premessa del comportamento giusto.

Per i pensatori cristiani, al contrario, non è il vero (cioè la conoscenza) ad essere condizione del bene, ma è il Bene la condizione del vero: per conoscere occorre perciò credere ed essere puri (Clemente alessandrino).

 

Indice

1. La filosofia cristiana
2.L’itinerario spirituale di Agostino

      2.1 Gli anni manichei
      2.2 Dallo scetticismo alla conversione
      2.3 Gli anni delle responsabilità pubbliche e del pessimismo antropologico

            2.3.1 Il De Magistro
2.3.2
La lotta contro le eresie e l’intolleranza cristiana
            2.3.3 La legge naturale
            2.3.4 Il sacco di Roma e la visione della storia

 

1. La filosofia cristiana

Schematicamente, i tre momenti del pensiero cristiano distinti dalla storiografia filosofica sono la riflessione dei padri apologisti, la patristica e la scolastica.
Fu compito dei primi apologisti, da Giustino a Tertulliano, l’affermazione della dignità filosofica del cristianesimo e la traduzione della dottrina cristiana nelle categorie greche (particolarmente ad opera di Clemente e Origine) che prelude alla costruzione di una filosofia cristiana come erede di quella greca (Basilio, Gregorio di Nissa). Aurelio Agostino è invece il maggior rappresentante della patristica latina e il principale mediatore della cultura antica con quella cristiana.

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26 Aprile, 2022

Lo stoicismo

by gabriella

Zenone di Cizio (336-5 a.C. – 263 a. C.)

Indice

1. I principi della Stoá
2. La cosmologia
3. La teoria del significato
4. I paradossi logici

      4.1 Il dilemma del coccodrillo
4.2
Il paradosso del mentitore
4.3 Il paradosso del Sorite
      4.4 Il paradosso del Velato
4.5 Il paradosso del Calvo
4.6 Il paradosso del Cornuto

 

1. I principi della St

La scuola stoica fu fondata intorno al 300 a.C. presso il portico dipinto (Stoá Poikile) dell’agorà di Atene da Zenone di Cizio (Cipro) il quale, in quanto straniero, non poteva possedere una casa ad Atene. Come Epicuro, Zenone riteneva che il fine della filosofia fosse non la conoscenza, ma la felicità, alla quale però si accede solo attraverso l’esercizio della virtù che è intimamente legata al filosofare.

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26 Aprile, 2022

Epicuro

by gabriella
Epicuro (342 - 270 a. C.)

Epicuro (342 – 270 a. C.)

Non è possibile vivere felicemente
senza vivere con saggezza, virtù e giustizia,

né vivere con saggezza, virtù e giustizia,
senza vivere felicemente.

A chi manchi la saggezza, la virtù e la giustizia,
manca anche la possibilità di una vita felice.

Massime vaticane, 5

Epicuro fondò la sua celebre scuola aperta a tutti, alle donne come agli schiavi, quindici anni dopo (307 a.C.) la morte di Aristotele.

La sua filosofia è un quadruplice rimedio contro la paura, generata dall’ignoranza, e una via per la felicità, intesa come liberazione dalle angosce di una visione non chiara della vita.

 

Indice

1. Antifinalismo e ritorno al circolo metafisico

      1.1 Una filosofia morale


2.
Il quadrifarmaco

2.1 Sull’esistenza degli dei

 

3. La teoria del piacere e la teoria dei bisogni

      3.1 Sommo bene è il piacere
3.2 La teoria dei bisogni
  3.3 L’impermanenza della vita

4. La lettera a Meneceo

 

1. Antifinalismo e ritorno al circolo metafisico di Epicuro

Il pensiero di Epicuro è ispirato all’atomismo e al materialismo di Democrito da cui trae quel radicale antifinalismo che,  come si vedrà, lo distingue dai quasi contemporanei stoici.

A differenza di Democrito, Epicuro introduce nella prospettiva materialistica e deterministica dell’atomismo un elemento di casualità: il clinámen la deviazione spontanea degli atomi rispetto alla loro traiettoria.

lucrezio

Tito Lucrezio Caro (94 – 50 a. C.)

Qui l’osservazione di Lucrezio sul rapporto tra caso e libertà dei viventi:

«se i primi elementi, con la loro declinazione, non producessero un movimento tale da rompere le leggi del fato, sì da impedire che la concatenazione delle cause vada all’infinito, donde deriverebbe questa libera facoltà di sottrarsi al fato che vediamo propria degli esseri animati per tutta la terra, per via della quale possiamo andare ovunque la volontà ci guidi?». De rerum natura, II, 255 ss (p. 56).

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31 Marzo, 2022

Sofocle, Antigone

by gabriella

La tragedia di Antigone nell’Edipo Re e Edipo a Colono di Sofocle, adattato da Studia Humanitatis.

Il prologo dell’Antigone (vv. 1-38) si apre con il dialogo fra la protagonista e sua sorella Ismene.

La spedizione organizzata da Adrasto, re di Argo, non è riuscita a restituire il trono all’esule Polinice e si è conclusa con la morte dei sette campioni dell’esercito argivo; al termine del conflitto, Eteocle e Polinice si sono uccisi reciprocamente in un feroce duello.

In mancanza di eredi maschi, il trono di Tebe è stato occupato da Creonte, zio e cognato di Edipo: il suo primo atto di potere è stato il divieto di seppellire il corpo di Polinice, colpevole di aver assalito in  armi la propria patria.

Quando la notizia del bando giunge alle orecchie di Antigone, ultima discendente della stirpe dei Labdacidi insieme con Ismene, la fanciulla, decisa a non permettere un tale sacrilegio, informa del proprio piano la sorella e ne sollecita l’aiuto.

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29 Marzo, 2022

Mario Porro, Serres rilegge la fisica di Lucrezio

by gabriella
Lucrezio

Tito Lucrezio Caro (94 a.C. – 50 a. C.)

serres lucrezioTratto da Il Manifesto del 13 marzo 1981.

La fisica moderna nasce all’epoca di Galileo: assunzione ormai consolidata, punto fermo in appartenenza indubitabile. Un libro di Michel Serres, Lucrezio e l’origine della fisica» (Sellerio editore, traduzione, accurata, di Paolo Cruciani e Anna Jeronimidis) ci forza invece a rivedere i nostri schemi abituali, che pongono la fisica greca nell’ambito del prescientifico, del metafisico, in particolare a ripensare la validità e la funzione storica dell’atomismo antico; ed ancor più ci induce a leggere un’opera di poesia, il De rerum natura di Lucrezio, come genuino trattato di fisica.
Lucrezio nel primo secolo a.C. ripropone l’insegnamento filosofico di Epicuro e la teoria del formarsi dei mondi a partire da un caos, da un disordine atomico, del «clinamen» (declinazione) produce uno scarto angolare minimale, infinitesimo, nel moto equilibrato cioè disordinato degli atomi, provoca la formazione di un turbine, di un vortice che temporaneamente riesce a vincere l’irreversibile «declinare» della cose verso la morte; nel clinamen fattore di nascita è già iscritta la dissoluzione. Dal disordine, dalla turbolenza (turba) che costituisce lo stato regolare della natura si genera un vortice (turbo), forma costitutiva primaria, relativamente stabile ed ordinata; l’ordine non è che la possibilità improbabile, «miracolosa», che si produce grazie al clinamen all’interno di un universo profondamente e normalmente instabile. Ma tutto ciò resterebbe al livello di intuizione prescientifica se non ricevesse la legittimazione dell’apparato matematico: ed infatti questo modello, viene matematizzato da Archimede. Le sue opere, solitamente ritenute un insieme disorganico di studi, appaiono invece di una coerenza estrema se lette come sistematica spiegazione dei problemi posti dal modello epicureo, vale a dire i problemi del calcolo infinitesimale, dei grandi numeri, dell’idrostatica, della geometria delle figure di rivoluzione ecc.

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29 Marzo, 2022

Ipazia

by gabriella
Ipazia di Alessandria (370 ca. - 415)

Ipazia di Alessandria (370 ca. – 415)

Matematica, astronoma, filosofa neoplatonica, Ipazia rappresenta l’ultimo esempio di grandezza dell’ellenismo e della scienza precristiana. Invisa al vescovo Cirillo per la sua indipendenza e la sua autorità di maestra, secondo il commentatore cristiano Socrate scolastico, fu aggredita l’8 marzo 415 da un gruppo di fanatici cristiani (i parabolanoi, chierici «barellieri» che costituivano una sorta di milizia privata del vescovo) mentre tornava a casa.

Il loro capo, Pietro il lettore, la tirò giù dalla lettiga, la trascinò nella chiesa costruita sul Cesareion e la uccise brutalmente, scorticandola fino alle ossa (secondo alcune fonti, utilizzando ostrakois, gusci di ostriche o cocci), trascinandone poi i resti in un luogo detto Cinarion, dove furono bruciati.

Cirillo ordinò che fossero distrutte tutte le sue opere, i tredici volumi di commento all’aritmetica di Diofanto, gli otto volumi delle Coniche di Apollonio, il trattato sulle orbite dei pianeti, il trattato su Euclide e Claudio Tolomeo, il Corpus astronomicum, i testi di meccanica, gli strumenti scientifici da lei inventati [fonte: Damascio, Vita di Isidoro].

Quando ti vedo mi prostro davanti a te e alle tue parole,
vedendo la casa astrale della Vergine,
infatti verso il cielo è rivolto ogni tuo atto
Ipazia sacra, bellezza delle parole,
astro incontaminato della sapiente cultura.

Pallada, Antologia Palatina

Indice

1. Piergiorgio Odifreddi, Uccidete Ipazia
2. Margherita Hack, Prefazione ad Antonio Petta, Vita e sogni di una scienziata del IV secolo
3. A. Colavito, A. Petta, Nota a Ipazia scienziata alessandrina
4. Il contesto storico della morte di Ipazia
5. Il dibattito Ipazia, una donna per la libertà, la scienza, contro ogni fanatismo

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13 Marzo, 2022

π Day

by gabriella

Il 14 marzo, 3.14 secondo la datazione americana, è il π day.
Per l’occasione, propongo alla 3E una carrellata di visioni quantitative della natura, da Pitagora a Democrito a Galilei.

Pitagora e i pitagorici

Democrito

 

 

Galileo Galilei

14 Febbraio, 2022

4 domande su Platone

by gabriella
  1. Spiega perché in tema di giustizia Platone è perfettamente socratico 

Platone pensa, come Socrate, che la ricerca della verità abbia senso solo se trasforma e rende migliori  gli individui e la città. Per entrambi, solo la ricerca in comune della verità può portare alla felicità di tutti, perché lo smascheramento della prepotenza (un potere ingiusto reso forte dalle false opinioni) permette di realizzare l’uguaglianza.

Nel Gorgia, infatti, Socrate è indicato come l’”unico vero politico”, cioè il filosofo che svelando la menzogna delle opinioni, è in grado di creare una comunità di cittadini liberi (perché capaci di distinguere verità e menzogna) capaci di darsi regole giuste.

  1. Spiega perché (e quando) in tema di conoscenza Platone si allontana da Socrate 

Platone si allontana da Socrate nel Gorgia e nel Teeteto, quando introduce un nuovo concetto di dialettica e indica il metodo per definire la verità.

Nel Gorgia, infatti, la dialettica non è più soltanto il socratico abbattimento delle opinioni che non permetteva mai di arrivare alla definizione del vero, ma anche la ricerca dell’omologhìa, cioè dell’accordo tra i parlanti che riconoscono razionalmente qualcosa come vero.

Nel Teeteto, invece, Platone sostiene che la conoscenza vera, cioè la scienza (epistème) è conoscenza delle idee che permettono di riconoscere ciò che resta uguale nel cambiamento (“lo stesso in tutti i casi”). E’ evidente che a questo punto Platone ha abbandonato l’idea socratica che l’essere giusti consiste nel cercare la verità e sforzarsi di andare oltre le opinioni e sta sostenendo, invece, che trovare la verità (cioè ciò che le cose sono veramente) è possibile, perché ognuno può elevarsi alla scienza attraverso l’uso della ragione.

  1. Spiega perché per riportare la città alla giustizia Platone deve teorizzare, contro i sofisti, che la verità e il bene possono essere conosciuti dagli uomini 

È importante togliere terreno ai sofisti perché l’opinione relativista in merito alla verità e al bene rende impossibile lo stabilirsi della giustizia: infatti, se verità e bene sono relativi non c’è modo di sfuggire ai potenti che saranno gli unici in grado di imporre il “bene” a loro più conveniente.

  1. Spiega quale argomento Platone oppone ai sofisti in materia di conoscenza 

Alla teoria trasmissiva della conoscenza dei sofisti, Platone oppone l’idea di una capacità innata di conoscere nell’uomo al quale serve soltanto una guida per imparare ad abbandonare gli errori e riconoscere le cause delle cose, cioè capire il loro perché.

15 Gennaio, 2022

Claudio Magris, Il bufalo di Rosa Luxemburg

by gabriella
Gustave Courbet, L'hallalì del cervo, 1867

Gustave Courbet, L’hallalì del cervo, 1867

La bella recensione di Claudio Magris [Corriere della Sera, 14 novembre 2007] a Rosa Luxemburg, Un po’ di compassione, Milano, Adelphi,  2007.

 

La lettera di Rosa

Nel dicembre del 1917, Rosa Luxemburg scrive a Sonja Liebnecht (Sonicka), mentre si trova nel carcere di Breslavia da tre anni.

Nella prima parte della lettera si occupa di questioni politiche e invita la sua interlocutrice e tutto l’entourage spartachista a non prestare ascolto alla stampa borghese in merito a ciò che avviene in Russia e ad avere fiducia.

A tratti, il suo linguaggio si fa perentorio, come si conviene a una leader politica che intende orientare e prendersi le sue responsabilità. Nella seconda parte la lettera si fa più personale e intima: prima il ricordo di Karl Liebnecht, imprigionato anche lui, poi quello dell’ultimo Natale trascorso tutti insieme intorno a un grande abete, mentre quello che ha in carcere è così piccolo e modesto.

L’accenno all’albero la porta al ricordo nostalgico delle escursioni nello Stiglitzer Park a Berlino e in mezzo ai suoi fiori e piante: ligustri, mirti e altri vegetali e arbusti che Luxemburg descrive in pochi tratti, tanto poetici quanto competenti. Dopo altri ricordi e un breve excursus di carattere letterario, la lettera vira improvvisamente e assume un tono solenne e drammatico:

Aimè Soniucka; qui ho provato un dolore molto intenso.

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