Archive for ‘Filosofia’

6 Gennaio, 2022

Umberto Galimberti, La nascita della coscienza in Occidente

by gabriella

Umberto Galimberti

Testo della lezione La nascita della coscienza in Occidente.

Siamo tutti persuasi che l’uomo è composto di anima e corpo. Del corpo se ne occupa la medicina e dell’anima se ne occupa religione e, per altro verso, la psicologia. La domanda che ci poniamo è: è vera questa impostazione? e ancora, come si è giunti a questa concezione dell’uomo? e qui dobbiamo incominciare dall’inizio. 

La parola psyché la incontriamo in Omero con riferimento all’ultimo respiro, psychein infatti è un verbo greco che significa respirare e anche la parola corpo in greco soma era riferita unicamente al cadavere, nel senso che il corpo vivo per Omero era un corpo nominato a partire dalle sue membra e dai suoi gesti, per cui Omero parla di gambe e braccia, del timo e del diaframma.

Ettore

Dice, per esempio, che Ettore presentì l’arrivo dei cavalli di Midone con il timo e col diaframma e quando Ulisse va nell’Ade e incontra l’ombra di sua madre, dice Omero, per tre volte tentò di abbracciarla, ma quest’ombra gli trasvolò in fra le braccia, perché i morti non più possiedono nervi né muscoli e questa è la situazione concepita da Omero per cui l’uomo è solamente corpo vivente, corpo che è espressivo, corpo che non è rappresentativo di uno scenario che si svolge alle sue spalle che sarebbe ad esempio l’anima.

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6 Gennaio, 2022

Tucidide, L’elogio di Atene

by gabriella

L’orazione funebre pronunciata da Pericle per i caduti della guerra del Peloponneso, come ci è stata tramandata da Tucidide e nell’interpretazione di Lucrezia Lante della Rovere.

Pericle (494 – 429 a.C.)

agora

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito e la povertà non costituisce impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

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1 Novembre, 2021

Pharmakon

by gabriella
In greco antico il termine pharmakon aveva due significati principali: «cura» e «veleno». Indicava tanto quelle sostanze in grado di dare sollievo, curare e guarire, tanto quelle che avvelenavano, guastavano e deturpavano.
Il pharmakon forza sempre la natura e produce un processo «innaturale», che impedisce alla malattia di compiere il proprio decorso, eventualmente destinato alla morte del portatore.
Il pharmakon è contemporaneamente curativo e velenoso proprio perché interferisce nell’ordine delle cose, anche quando agisce per «sanare»: ogni micro-spostamento produce una serie indefinita di micro e macro cambiamenti dagli effetti imprevedibili.

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10 Settembre, 2021

Las Casas e Montaigne: il ‘500 e la (ri)scoperta dell’alterità

by gabriella

Hans Staden, Cannibalismo in Brasile (1557)

L’incontro con le popolazioni americane e le civiltà precolombiane del Messico e del Perù nel ‘500 agì da autentico choc culturale sulla mentalità europea.

Ai resoconti di viaggio e ai trattati etnografici dei primi esploratori e missionari seguirono le riflessioni di giurisiti, teologi, filosofi e moralisti tese a inquadrare in categorie politico-religiose, l’incontro-scontro con quelle popolazioni diverse da noi.

Le posizioni iniziali, motivate da consistenti interessi economici, furono decisamente etnocentriche: gli europei si considerarono cioè i rappresentanti dell’unica civiltà e religione universale, quella cristiana, di fronte a un’umanità guardata come inferiore e barbara.

Alla formazione di questo giudizio (o, più propriamente, pregiudizio), contribuirono le descrizioni,  dei costumi e delle pratiche delle popolazioni caraibiche, più arretrate di quelle incontrate poi dai conquistadores sul territorio americano.

Il nome stesso, Caraibi, significa infatti in spagnolo “cannibali“, e dipinge in modo inconfondibile il senso di disprezzo e di estraneità degli europei rispetto alle popolazioni autoctone.

Gli indigeni americani non furono dunque riconosciuti come portatori di una cultura, per quanto diversa dalla nostra, ma giudicati sul metro della civiltà europea come “selvaggi”, esseri semi-ferini da trattare senza scrupoli eccessivi.

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24 Aprile, 2021

Jean Paul Galibert, Essere o non essere? Le quattro possibilità di Amleto

by gabriella

Amleto

Durante l’illustrazione della dottrina dell’essere in Parmenide ad una delle ragazze della 3D è venuto in mente il monologo Amleto, dove quell’«essere» su cui si interroga il principe di Danimarca assume un significato completamente diverso da quello inteso dall’eleate.

Come mostra Jean-Paul Galibert [Philosophie de l’inexistence], applicando all’Amleto il quadrato semiotico di Greimas, la scelta su cui si interroga il giovane non è semplicemente quella di vivere denunciando l’intrigo mortale contro il re (essere) affrontando a sua volta la morte, ma anche quella di forme nuove di resistenza: quella della rinuncia (suicidarsi senza lottare) o quella della sublimazione (lottare attraverso forme sotterranee di elaborazione culturale, alla De Certeau). La traduzione dell’articolo di Galibert è mia.

Dormire, forse sognare: ah, c’è l’ostacolo,
perchè in quel sogno di morte
il pensiero dei sogni che possano venire,
quando ci saremo staccati dal tumulto della vita,
ci rende esistanti.

Altrimenti chi sopporterebbe le frustate e lo scherno del tempo
le ingiurie degli oppressori, le insolenze dei superbi,
le ferite dell’amore disprezzato,
le lungaggini della legge, l’arroganza dei burocrati
e i calci che i giusti e i mansueti
ricevono dagli indegni.

Amleto

Amleto non è mai stato di fronte a un dilemma che opporrebbe la vita e la morte come la sua testa ad un teschio. Non è affatto questo dilettante stanco dell’esistenza che comparerebbe i vantaggi dell’essere e del non essere. La sua domanda non é “a che scopo vivere”? o “perché non morire”, perché la questione non è mai stata binaria. Invece di rinchiuderci in un dilemma, Amleto ci libera grazie a un tetralemma, ricco di quattro possibilità, opposte a coppie.

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6 Marzo, 2021

Odio gli indifferenti

by gabriella

Massini interpreta Gramsci.

 

10 Settembre, 2020

Albert Camus, Il manifesto del libero giornalismo (Les quatre commandements du journaliste libre)

by gabriella

Poco più di anno fa Le Monde pubblicò Il manifesto censurato di Camus, scritto il 25 novembre 1939 per Le Soir Républicain e mai pubblicato, ritrovato da una ricercatrice presso gli Archives nationales d’outre-mer, ad Aix-en-Provence.

Nell’articolo lo scrittore indicava la lucidità, l’indipendenza, l’ironia e l’ostinazione come «i quattro comandamenti del giornalista libero», spingendosi fino ad indicare le modalità della scelta di ciascuno, prima ancora che della collettività, di costituirsi come uomo libero. In questo messaggio, la cui conclusione è posta come incipit, è l’appello di Camus a costruire un mondo nuovo attraverso il compito, ambizioso e modesto ad un tempo, di formare spiriti capaci di giustizia e generosità. Più del messaggio, colpisce, leggendolo, il fatto che riesca a dircelo senza un filo di retorica. Di seguito il testo, con traduzione mia.

Qui, invece il saggio dedicato a Camus da Paolo Flores d’Arcais e distribuito in CC da Micromega il 7 novembre 2013, nel centenario della nascita.

 

«Nessuno vuole ricominciare tra venticinque anni la doppia esperienza del 1914 e del 1939. Bisogna dunque sperimentare un metodo ancora tutto nuovo che sarà la giustizia e la generosità. Ma queste non si esprimono che nei cuori già liberi e negli spiriti che vedono ancora chiaramente. Formare questi cuori e questi spiriti, risvegliarli piuttosto, è il compito ad un tempo modesto e ambizioso che spetta all’uomo indipendente. Bisogna attenervisi senza guardare più avanti. La storia terrà o non terrà conto di questi sforzi. Ma saranno stati compiuti».

Albert Camus

Il est difficile aujourd’hui d’évoquer la liberté de la presse sans être taxé d’extravagance, accusé d’être Mata-Hari, de se voir convaincre d’être le neveu de Staline. Pourtant cette liberté parmi d’autres n’est qu’un des visages de la liberté tout court et l’on comprendra notre obstination à la défendre si l’on veut bien admettre qu’il n’y a point d’autre façon de gagner réellement la guerre.

E’ difficile oggi evocare la libertà di stampa senza essere tacciato di stravaganza, accusato d’essere una spia o il nipote di Stalin.  Ciononostante questa libertà, tra le altre, non è che uno dei volti della libertà come tale e si comprenderà la nostra ostinazione nel difenderla se si vuole ammettere che non c’è altro modo di vincere davvero questa guerra.

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19 Giugno, 2020

Umberto Curi, Il volto della Gorgone

by gabriella

Su QuestoTrentino è uscito un bell’estratto dell’introduzione di Umberto Curi al volume collettaneo Il volto della Gorgone. La morte e i suoi significati [Mondadori, Milano, 2001].

Secondo il mito, Zeus, appena assurto al trono degli dèi, disprezzò il genere umano, che avrebbe voluto distruggere sostituendolo con una nuova razza. Solo Prometeo, stirpe divina, osò ribellarsi e per evitare agli uomini lo sterminio portò loro il dono del fuoco.

Insegnò inoltre a lavorare la terra, a raccogliere i prodotti, ad avere la meglio sulle fiere, a domare le bestie selvatiche, a costruire case, a solcare i mari e a inventare ogni espediente utile alla sopravvivenza. Certo fu questa la spiegazione che gli uomini si dettero quando ebbero la consapevolezza della loro condizione rispetto a quella degli altri animali, che non costruivano attrezzi e vivevano ‘naturalmente’.

temporalità dell’esserci

Nello stesso tempo gli uomini si accorsero che vi era un limite invalicabile qualunque cosa facessero: la morte, di cui erano consapevoli a differenza degli altri animali.

Reso “pantoporos” (in grado di trovare ogni soluzione) dal possesso della techne, a lui regalata dal gesto sacrilego di Prometeo, a nulla serve all’uomo la capacità di escogitare strumenti e artifici di fronte all’ineluttabile morte. Irrimediabilmente “aporos” resta l’uomo in presenza dell’Ade (Curi, pag. 9), perché la vista della Gorgone lo paralizza.

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14 Marzo, 2020

Marx

by gabriella

Un percorso guidato al pensiero e alla figura di Karl Marx.

Una filosofia che trova nel proletariato le sue armi materiali,
così come il proletariato trova nella filosofia le sue armi spirituali.

Karl Marx, Per la critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico

Indice 

1. Dalla comprensione della realtà alla sua trasformazione

1.1 Il compito della filosofia nel giovane Marx
1.2 La demistificazione di Hegel e del liberalismo
1.3 Emancipazione politica ed emancipazione umana

 

2. Lavoro, alienazione, riappropriazione
3. La concezione materialistica della storia e il comunismo
4. Il Capitale
5. La morte e il lascito marxiano

 

Approfondimenti, integrazioni: Cultura e anticultura del lavoro (Loescher);

Karl Marx ( 1818 - 1883)

Karl Marx ( 1818 – 1883)

ll 14 marzo, alle due e quarantacinque pomeridiane, ha cessato di pensare la più grande mente dell’epoca nostra […]. Non è possibile misurare la gravità della perdita che questa morte rappresenta per il proletariato militante d’Europa e d’America, nonché per la scienza storica. Non si tarderà a sentire il vuoto lasciato dalla scomparsa di questo titano.

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2 Marzo, 2020

4. L’era dei Big data

by gabriella

Quinta lezione (qui la prima, seconda e terza) sui problemi della società digitale, dedicata ai Big data.

Come suggerisce The Age of Big Data, un’inchiesta BBC del 2013 – qui tradotta quasi integralmente – e un altro videoclip BBC disponibile qui, l’era dei grandi dati ha reso le informazioni prodotte dai e sui cittadini il principale strumento di potere e sviluppo economico.

La predicibilità e la modellizzazione dei comportamenti umani estratti dai Big Data sono ora la fonte planetaria del controllo e della creazione di ricchezza [la traduzione del documentario è lasciata in nero, il commento è evidenziato in amaranto].

Ad ogni tipo di società […] si può far corrispondere un tipo di macchina […]
Ma le macchine non spiegano nulla, si devono invece analizzare i concatenamenti collettivi
di cui le macchine non sono che un aspetto.

Gilles Deleuze, Controllo e divenire, 1990

 

Indice

1. Oltre Minority Report, la sperimentazione della Precrimine a Los Angeles

1.1 Il paradigma antropologico. Jeff Brantingham e il Predictive Policing
1.2 La mathesis universalis del XXI secolo

 

2. Oltre il paradigma della sorveglianza: il business dei Big Data

Download (PPTX, 3.29MB)

Download (PDF, 2.18MB)

 

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