Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda della Germania nazista
Le origini, gli strumenti e le strategie della manipolazione persuasoriaa fini politici, le sue applicazioni nel fascismo e nel nazismo e le sue affinità e differenze con la pubblicità e il marketing [il pdf per la stampa è in coda al testo].
L’etimologia del termine propagandatrae origine dalla Sacra Congregatio de Propaganda Fide, istituita dalla Chiesa Cattolica nel 1622 al fine di combattere il protestantesimo e diffondere la fede cattolica.
Creato alla fine del ‘700 dal francese “propagande”, il termine è stato usato estensivamente dal secolo successivo per indicare le attività nate per gli stessi scopi.
La struttura del dialogo platonico nella quale Socrate definisce «l’ingiustizia una malattia dell’anima», dichiarando che non la morte deve temere l’uomo, ma di commettere il male, autentica gabbia dello spirito che ferisce e opprime l’ingiusto, prima ancora di coloro che ricevono ingiustizia.
È questo infatti il senso esistenziale dell’epilogo mitico, in cui Socrate allude ai premi e castighi che le anime dovranno ricevere dopo la morte.
Elaborato sulla base di Cioffi, Luppi, Vigorelli, Zanette, Il testo filosofico, Mondadori, 1991, pp. 340-341 e dalla voce Wikipedia dedicata al dialogo.
In coda la sceneggiatura elaborata dalla 3E, in registrazione.
Il Gorgia è un dialogo diretto tra Socrate e tre interlocutori, tra i quali il sofista Gorgia di Lentini. Il testo si articola in un Prologo, quattro sequenze e un epilogo.
2. Scena
Il dialogo è ambientato negli anni della guerra del Peloponneso in cui la crisi morale e politica di Atene è più evidente. Gorgia è ospite nella città a casa di Callicle insieme all’allievo Polo.
La rivoluzione verde della Costa Rica, il paese che ha quasi raggiunto la copertura integrale dei bisogni energetici da energie rinnovabili, nel servizio di Presa Diretta andato in onda il 2 marzo 2019.
Ieri (giovedì 28 febbraio) è stata somministrata, per la prima volta centralmente dallo stesso MIUR, la traccia della simulazione della seconda prova per il Liceo di Scienze Umane.
John Dewey (1859 – 1952)
La scelta dei funzionari è caduta su Dewey e l’attivismo pedagogico sia, immagino, per rassicurare studenti e professori della (pessima) continuità di tematiche dopo il ritocco all’esame di stato, sia per l’oggettiva arretratezza della visione ministeriale della pedagogia, ridotta a un sapere retorico, auspicante, mummificato, nel quale qualunque carica critica o di concreto cambiamento annega in un mare di ovvietà linguisticamente fermo agli anni ’50 (si può immaginare con quanto entusiasmo dei diciottenni a cui ci si rivolge).
Dewey è un autore primonovecentesco, Il mio credo pedagogico [qui una mia lettura commentata] è uscito nel 1897: davvero non è accaduto nulla dopo?
Questa, a mio avviso, la non felice condizione di chi si prepara alla conclusione di studi che esplorano la condizione umana in tutte le sue sfaccettature.
Ma andiamo avanti … dopo cinque anni di lavoro su temi e problemi sicuramente più affascinanti e complessi, possiamo ben concedere a funzionari senza fantasia una prova finale: se la esaminiamo insieme dobbiamo, infatti, ammettere che questa traccia è tanto anestetizzante quanto semplice sia per facilità di lettura dei testi proposti che per la linearità del possibile svolgimento.
Vediamo quindi, passo per passo, un possibile svolgimento della traccia, a partire dalla ricognizione dei contenuti, titolo, premessa e i due documenti. Metto in marronecommenti, chiarimenti, spunti e suggerimenti di stesura.
Il 27 febbraio 2019, Pietro del Soldà ha affrontato a Tutta La Città Ne parla il tema della prostituzione e del disegno di legge che ne propone la legalizzazione.
Tratto da John B. Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità, Bologna, Il Mulino, 1998.
Un concetto non quantitativo. Cos’è la “comunicazione di massa”? Possiamo dare un significato chiaro e coerente a tali parole? Che l’espressione “comunicazione di massa” sia infelice lo si è detto spesso. È in particolare il termine “massa” ad apparire fuorviante. Ci induce a immaginare un pubblico vasto, composto di molte migliaia e persino milioni di individui. È possibile che tale immagine si riveli calzante, nel caso di alcuni particolari prodotti, come i giornali più popolari, i film e i programmi televisivi; ma non descrive certo in modo accurato la situazione della maggioranza dei prodotti dei media, passati e presenti.
Al tempo dei primi sviluppi della stampa periodica e in alcuni settori dell’industria della comunicazione di oggi (per esempio, case editrici di libri e riviste), il pubblico era e resta relativamente circoscritto e specializzato [i libri pubblicati in Italia hanno, mediamente, un pubblico di non più di duemila lettori]. Perciò, se davvero vogliamo utilizzare il termine “massa”, quanto meno non dovremmo interpretarlo in termini angustamente quantitativi. La cosa importante a proposito della comunicazione di massa non è che riceva i prodotti un certo numero di individui (o una proporzione specificabile della popolazione), ma piuttosto che quei prodotti siano accessibili in linea di principio a una pluralità di destinatari.
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