9 Settembre, 2024

Kant

by gabriella
Kant

Immanuel Kant (1724 – 1804)

Il pensiero di Kant rappresenta il punto più alto raggiunto dall’Illuminismo e dalla modernità e, al tempo stesso, l’inizio della sua dissoluzione, contenendo già gli elementi per il superamento (idealistico) della sua filosofia: il criticismo.

Indice

1. Introduzione: il dibattito sulla conoscenza ai tempi di Kant
2. Gli scritti precritici 1755-1763

2.1 La visione quantitativa e meccanicistica del cosmo
2.2 La critica del dogmatismo razionalista
2.3 Le letture di Kant

3. Verso la svolta critica: gli scritti tra il 1766 e il 1770

3.1 Il nuovo compito della metafisica
3.2 Il risveglio dal sonno dogmatico
3.3 L’annuncio delle forme a priori della soggettività

4. Il «tribunale della ragione» e la «rivoluzione copernicana»

4.1 Il problema della metafisica come scienza e la naturale tendenza ad essa della ragione
4.2 Il rovesciamento della prospettiva conoscitiva
4.3 La struttura della Critica della ragion pura

5. La fondazione della conoscenza oggettiva: i giudizi sintetici a priori

5.1 La teoria dei giudizi
5.2 L’uso dei giudizi analitico e sintetico nel dibattito filosofico
5.3 Il giudizio scientifico come sintetico a priori

6. L’estetica trascendentale

6.1 La funzione della sensibilità (o intuizione)
6.2 Le forme a priori della sensibilità: spazio e tempo

7. L’Analitica trascendentale

7.1 L’Analitica dei concetti

7.1.1 Intuizioni e concetti
7.1.2 L’Analitica trascendentale
7.1.3 Dall’intuizione al concetto: giudizi percettivi e giudizi d’esperienza
7.1.4 Le categorie o concetti puri dell’intelletto
7.1.5 La sintesi a priori dell’intelletto
7.1.6 La deduzione metafisica
7.1.7 La deduzione trascendentale e l’Io penso

8. L’analitica dei principi: lo schematismo trascendentale e l’uso delle categorie

9. Fenomeno e noumeno

10. La dialettica della ragione

10.1 La ragione pura come sede della parvenza trascendentale
10.2 La critica della cosmologia razionale e dell’idea del mondo come totalità
10.3 La critica della psicologia razionale e dell’idea dell’anima come sostanza eterna e incorruttibile
10.4 La critica della teologia razionale e delle prove dell’esistenza di Dio

 

11. L’etica

11.1 L’autonomia dell’etica dalla religione
11.2 La natura umana
11.3 Il compito della filosofia morale
11.4 Un’etica formale
11.5 Le massime della volontà
11.6 Il dovere e l’imperativo morale
11.7 L’imperativo categorico e le sue formulazioni

 

12. La Critica del giudizio 

13. Gli scritti politici. La Risposta alla domanda: Cos’è l’Illuminismo?

 

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31 Luglio, 2024

Tom Daley, Quando è illegale essere me

by gabriella
30 Luglio, 2024

Orwell, I principi della società di controllo

by gabriella

Nel 1948, George Orwell scrisse un romanzo distopico ambientato nel 1984 che fu ascritto al genere della fantascienza

La società immaginata da Orwell era dominata dalla sorveglianza universale del «grande fratello» ed il regime autoritario fondava il proprio controllo imponendo una lingua semplificata, pensata per scongiurare ogni forma di pensiero libero e divergente.

Sotto, i passi più significativi.

Ogni de-gradazione individuale e nazionale si manifesta subito con una degradazione rigorosamente proporzionata al linguaggio.

Joseph De Maistre, Serate di Pietroburgo. Secondo colloquio

Dove si fa violenza al linguaggio è già iniziata la violenza sugli umani.

Italo Calvino, Lezioni americane

freedom-to-say-that-2-plus-2-is-fourFine specifico della neolingua non era solo quello di fornire … un mezzo espressivo che sostituisse la vecchia visione del mondo e le vecchie abitudini mentali, ma di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero

G. Orwell, 1984; Appendice, I principi della Neolingua

La libertà è la libertà di poter dire 2 + 2 = 4.  Se questa libertà è garantita, tutto ne segue

G. Orwell, 1984

[…] Accanto a questo si sviluppa […] la tendenza a non credere all’esistenza di una verità oggettiva, perché tutti i fatti devono adattarsi alle parole e alle profezie di qualche führer infallibile

G. Orwell, Lettera del 1944 in cui illustra le tesi che cinque anni dopo inserisce in 1984.

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30 Luglio, 2024

Du Fu 杜甫, Canto del vento d’autunno e della capanna, Poesia dei carri

by gabriella

du-fuTraggo da Quel che resta del mondo questa lirica del grande poeta cinese Du Fu 杜甫 , vissuto sotto la dinastia Tang.

Du Fu nacque infatti nel 712, nei pressi di Luoyang (Henan) dove, quale figlio di un funzionario di rango inferiore, fu educato alla cultura dei classici secondo la visione confuciana del compito dei funzionari mandarini.

Nel mese ottavo una burrasca d’autunno
Tolse al mio tetto tre strati di paglia;
Dappertutto le sparse; sopra il fiume,
Sulle due rive, dentro la palude,
In alto sopra gli alberi.

E dai dintorni vennero ragazzi
A frotte, che vedendomi
Vecchio e debole, mi portaron via
La paglia sotto gli occhi; la rubavano
E tra i loro canneti di bambù
L’ammucchiavano lesti. Ed io cercavo
Di fermarli, ma invano: non bastava
La mia voce.

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23 Luglio, 2024

Pablo Neruda, Non incolpare nessuno

by gabriella

Ieri, uscendo dalla 3F, mi sono imbattuta in un foglietto, attaccato da qualcuno sulla parete del corridoio. C’era scritto:

Pablo Neruda

(1904 – 1973)

Non incolpare nessuno,
non lamentarti mai di nessuno, di niente,
perché in fondo
Tu hai fatto quello che volevi nella vita.

Accetta la difficoltà di costruire te stesso
ed il valore di cominciare a correggerti.
Il trionfo del vero uomo
proviene delle ceneri del suo errore.

Non lamentarti mai della tua solitudine o della tua sorte,
affrontala con valore e accettala.
In un modo o in un altro
è il risultato delle tue azioni e la prova
che Tu sempre devi vincere.

Non amareggiarti del tuo fallimento
né attribuirlo agli altri.
Accettati adesso
o continuerai a giustificarti come un bimbo.

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23 Luglio, 2024

La nottola di Minerva

by gabriella

Blade runnerNella scena di Blade Runner in cui Roy si reca a casa dell’ing. Tyrrell per cercare un modo di prolungare la vita dei replicanti, si nota una civetta, simbolo della conoscenza di cui quell’abitazione era il tempio.

athena

Athena glaukopis con la sua civetta

La nottola, o civetta, di Minerva, è l’essere alato che accompagna Athena glaucopide nei miti dell’antica Grecia, nei quali simboleggia la saggezza e la filosofia.

Da Omero in poi, Atena è infatti definita glaukopis (γλαυκώπις), appellativo che viene solitamente tradotto come con lo sguardo scintillante o dagli occhi lampeggianti.

Il termine è una combinazione di glaukos [γλαύκος, che significa “lucente”, “argenteo” ed ha la stessa radice del nome greco glaux (γλαύξ, civetta), probabilmente per i particolari occhi di cui è dotato l’animale] e ops (ώψ, “occhio” o talvolta “viso”).

La figura di quest’uccello capace di vedere di notte è strettamente legata alla dea della saggezza che, fin dalle prime raffigurazioni, è dipinta con la civetta appollaiata sulla testa.f

Gli occhi e il becco del rapace seguono la linea della lettera φ (fi), simbolo alfabetico greco della filosofia che accomuna armonia, bellezza e amore per la conoscenza e per la ricerca in senso lato.

La nottola di Minerva compare nell’ultimo capoverso della Prefazione dei Lineamenti di filosofia del diritto di Hegel, che la dipinge come l’uccello che inizia il suo volo sul far del crepuscolo.

La filosofia non può essere l’anticipo di un mondo che dovrà venire: è il proprio tempo appreso col pensiero. Hegel nota infatti che la filosofia sboccia sempre al momento culminante delle civiltà: Socrate e Platone sono vissuti quando cominciava la decadenza della Grecia ed essa iniziava a lacerarsi al proprio interno; non sono fioriti quando la Grecia vinceva contro i Persiani. 

[…] la filosofia arriva sempre troppo tardi. Come pensiero del mondo, essa appare per la prima volta nel tempo, dopo che la realtà ha compiuto il suo processo di formazione ed è bell’e fatta. […] La nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo.

10 Luglio, 2024

Georg Simmel, La diade e la triade

by gabriella
Georg Simmel (

Georg Simmel (1858 – 1918)

Simmel è stato il primo ad intuire che le dimensioni del gruppo influenzano le sue dinamiche. Nel testo seguente la sua analisi delle proprietà della coppia e del trio e la straordinaria analisi filosofica del loro significato.

La diade deriva le sue proprietà da un fatto fondamentale: la sua sopravvivenza in quanto insieme è legata al consenso dei due sottoinsiemi che la compongono. Basta che A o B per qualche motivo escano dall’insieme e la diade non esiste più. Da questo derivano alcune sue proprietà strutturali.

Ad esempio, la diade è costretta alla intimità e alla vicinanza, consente solo i sentimenti che legano (l’amore, l’odio), non tollera l’indifferenza, non conosce la trascendenza, è ossessionata dall’orizzonte della propria fine, e deriva dalla sua mortalità costitutiva la sua tonalità tragica ed estrema («il vero e proprio luogo di una genuina tragedia sociologica»).

L’ingresso di un terzo elemento modifica radicalmente le proprietà della diade. Alla sua ineluttabilità – stare con l’altro, o separarsi da lui – si sostituisce una gamma di possibilità complesse: l’alleanza di A con C contro B, C come capro espiatorio e pharmakos, C come tertius gaudens che massimizza in modo calcolato i propri benefici ‘vendendo’ il proprio sostegno talvolta ad A talvolta a B, C come gate keeper delle comunicazioni indirette tra A e B ormai incapaci di comunicazione diretta (quanti figli nascono per questo), C come ‘giudice’, ecc.

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10 Luglio, 2024

L’unificazione ideologica d’Italia nella letteratura ottocentesca per l’infanzia

by gabriella

letteratura infanzia

Indice

1. La letteratura pre-unitaria per l’infanzia

1.1 Il Giannetto

2. L’unificazione ideologica d’Italia nella letteratura per l’infanzia

2.1 Pinocchio
2.2 Cuore

Conclusioni

 

1. La letteratura preunitaria per l’infanzia

Uno sviluppo interessante della letteratura per ragazzi si registra nel periodo risorgimentale preunitario, quando nelle regioni più avanzate degli stati italiani si avverte l’esigenza di un ampliamento dell’istruzione infantile.

 

1.1 Il Giannetto

Nel 1836, il pedagogista milanese Luigi Alessandro Parravicini pubblica il Giannetto, un libro scolastico che alternava parti narrative a sfondo morale e nozioni di varie discipline, inaugurando una formula di successo che varrà al volume sessanta riedizioni in cinquant’anni. Il libro è, sostanzialmente, un percorso nozionistico fuso con un piano narrativo e morale che segue la crescita e l’ascesa sociale di un vero self-mademan nostrano, dal tirocinio in bottega degli anni giovanili alla maturità in cui diventa un gran signore e un benefattore.

Caratteristico di questa letteratura in generale, e del Giannetto in particolare è l’intento di favorire l’apprendimento di un ordine sociale gerarchico, dipinto come giusto e naturale, al quale è necessario adeguarsi. Valori e modi di comportamento, dal necessario rispetto per i superiori alla compassione per chi ha avuto la ventura di nascere povero, vengono proposti ai giovani lettori in modo incalzante, scongiurando in partenza ogni lettura critica o difforme.

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10 Luglio, 2024

La parola ci fa uguali 1. L’unificazione linguistica degli italiani e i maestri degli esclusi

by gabriella

don Roberto Sardelli

Il testo seguente è la prima di tre lezioni di sociolinguistica dedicate alla comprensione del rapporto tra pensiero e linguaggio, tra condizione sociale e competenze cognitivo/espressive.

In questa parte si affrontano i problemi dell’unificazione linguistica degli italiani dialettofoni dopo l’unità politica e l’introduzione della scuola media unificata del 1963. La lezione approfondisce le difficoltà scolastiche dei ragazzi di estrazione popolare e la lezione dei nuovi maestri, da don Milani a Mario Lodi, da Bruno Ciari a Orlando Spigarelli a Maria Maltoni e Don Roberto Sardelli.

Nella seconda parte si prendono in esame i contributi dei sociolinguisti anglosassoni Basil Bernstein e William Lavov.

Nella terza e ultima lezione si approfondiscono i problemi dell’analfabetismo strumentale, funzionale e di ritorno attraverso gli studi di Tullio De Mauro.

Le prime due lezioni sono state elaborate a partire da testi di Maria Giuseppa Lo Duca.

Finché ci sarà uno che conosce 2000 parole e un altro che ne conosce 200,
questi sarà oppresso dal primo. La parola ci fa uguali.

Gli allievi di don Roberto Sardelli

Indice

1. L’Italiano nell’Italia preunitaria

1.1 Dal fiorentino alla lingua letteraria

2. La diffusione dell’italiano nel secondo dopoguerra e l’insuccesso scolastico

2.1 I maestri

2.1.1 Don Lorenzo Milani
2.1.2 Bruno Ciari
2.1.3 Mario Lodi
2.1.4 Orlando Spigarelli, Maria Maltoni
2.1.5 Don Roberto Sardelli

 

1. L’italiano nell’Italia preunitaria

1.1 Dal fiorentino alla lingua letteraria

Il primo dato storico e sociologico da avere ben chiaro è che l’idioma chiamato, a partire dal Cinquecento, «italiano» (formatosi attraverso la stilizzazione del dialetto fiorentino trecentesco, arricchito di latinismi e depurato di tratti locali), questo idioma è rimasto per secoli appannaggio nemmeno delle classi dirigenti, ma (fuori di Firenze, delle maggiori città toscane e di Roma) appannaggio quasi esclusivo della gente di lettere.

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10 Luglio, 2024

La parola ci fa uguali 2. Gli studi sociolinguistici di Basil Bernstein e William Labov

by gabriella

William Labov

Basil Bernstein (1924 – 2000)

Seconda lezione di sociolinguistica dedicata alla comprensione del rapporto tra pensiero e linguaggio, tra condizione sociale e competenze cognitivo/espressive. In questo testo esaminiamo il contributo dei sociolinguisti anglosassoni Basil Bernstein e William Labov.

La prima lezione è stata dedicata ai problemi dell’unificazione linguistica italiana e alle esperienze dei maestri degli esclusi, da don Milani a Bruno Ciari a don Sardelli.

La terza, invece, agli studi di Tullio De Mauro sull’analfabetismo strumentale, funzionale e di ritorno.

Indice

1. Basil Bernstein
2. William Labov

Videolezioni: 1. La parola ci fa uguali. L’unificazione linguistica degli italiani e i maestri degli esclusi 2. La parola ci fa uguali 2. Basil Bernstein e William Labov 3. La parola ci fa uguali 3. L’analfabetismo funzionale e di ritorno

 

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