15 Gennaio, 2025

Introduzione alla pedagogia

by gabriella

Qui, quo e qua “giovani marmotte”

Perché l’essere umano ha bisogno di educazione?  Perché ogni società umana si è dotata di un sistema di trasmissione della propria cultura alle giovani generazioni? Che differenza c’è tra il sistema educativo di una società moderna e quello di una società tradizionale?

E, ancora, perché in Occidente gli anni di scuola tendono ad allungarsi sempre di più? A queste domande risponde la pedagogia, anche interrogando saperi diversi come l’antropologia, la paleoantropologia e la sociologia.

 

Indice

1. Cultura e processi educativi
2. Istruzione ed educazione
3. Storia della pedagogia e ideali educativi

 

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9 Gennaio, 2025

Il «Selvaggio dell’Aveyron»

by gabriella

Il più famoso dei ragazzi selvaggi: la storia che animò il dibattito illuministico sull’uomo, lo stato di natura e la civilizzazione.

Indice

1. La specie umana tra biologia ed educazione
2. I bambini lupo osservati da Linneo
3. Victor dell’Aveyron

3.1 Victor a Parigi
3.2 Victor prova a parlare

 

1. La specie umana tra biologia ed educazione

L’umanità deriva da due fonti: una è la natura, i nostri geni, l’altra sono l’educazione e l’esperienza. Ma in che modo interagiscono le due fonti? Sono sufficienti i nostri cromosomi per farci essere così come siamo? L’intuito ci dice di sì ma, come vedremo, le cose stanno diversamente.

Avete mai sentito parlare dei “ragazzi-lupo”, quegli esseri umani abbandonati in fasce e cresciuti allo stato selvatico grazie al buon cuore di qualche animale? Di leggende ce ne sono tante.

La più nota è quella di Romolo e Remo, ma ne esistono pure altre, come quelle di Ciro di Persia, Tarzan o Mowgli. D’altra parte è facile immaginare che i neonati indesiderati venissero abbandonati in prossimità di zone selvagge. Succede anche ai giorni nostri e ne abbiamo testimonianza ogni qual volta leggiamo del ritrovamento di bambini lasciati sulla soglia di una chiesa o, peggio, gettati in un cassonetto.

Sicuramente i casi scoperti sono una minoranza e tanti bambini muoiono in breve tempo, tuttavia, di quando in quando e incredibilmente, qualcuno riesce a sopravvivere.

 

2. I bambini-lupo osservati da Linneo

Carl_LinnaeusSecondo il biologo settecentesco Linneo l’essere umano trovato nel bosco era tetrapus, mutus, hirsutus, ed era sicuramente di una varietà diversa dal resto della specie umana.

Lo chiamò Homo sapiens ferus e citò i casi più famosi: un ragazzo-lupo di Hesse (1344), un ragazzo-orso lituano (1661), un ragazzo-pecora (1672), una ragazza di Cranenburg (1717), un ragazzo trovato in Germania nel 1724 (Peter) e una ragazza di Champagne (1731).

Le ragioni dell’abbandono possono essere tante, dalla povertà al degrado, dalla vergogna a gravidanze indesiderate portate a termine. O, ancora, in paesi come l’India o la Cina i neonati possono essere abbandonati per evitare sanzioni da parte dello Stato.

Diversi sono invece quei casi, forse ancor più pietosi, di bambini tenuti segregati dal mondo esterno, cresciuti in buie cantine o in stalle puzzolenti, soli o a contatto con buoi o maiali.
Sanichar

Dina Sanichar

Tra i casi che la storia ricordi, i più noti riguardano Victor, di cui parleremo a breve; Kaspar Hauser, rapito da neonato e tenuto segregato a lungo, un giovane ritrovato a Nuremberg e poi ucciso in circostanze misteriose, forse perché era l’erede del duca di Baden; Amala e Kamala, due bambine ritrovate in India all’inizio del XX secolo; Genie, una ragazzina segregata da un padre folle negli anni ’70 a Los Angeles e Sanichar, un bambino di sei anni trovato in India a vivere con i lupi.

A leggere di queste vicende si comprende come ciascuna storia sia un dramma a sé, eppure qualcosa le accomuna: nessun ragazzo selvaggio è mai stato normale, nessuno si è mai integrato nella società umana.
Perché questo? Cosa saremmo senza la nostra cultura?

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8 Gennaio, 2025

Jerome Bruner, La necessità umana di educazione

by gabriella

In questo brano, tratto da Il significato dell’educazione (1971), Bruner esamina come le caratteristiche della nostra specie ci abbiano predisposto al bisogno di educazione.

homo erectusGli esseri umani, a differenza degli altri primitivi, hanno un’infanzia prolungata e un più lungo rapporto di dipendenza dagli adulti.

L’opinione corrente sull’origine di questa condizione può essere sintetizzata in questo modo. A mano a mano che gli ominidi divennero sempre più bipedi con le mani libere necessarie per l’uso degli utensili, ci fu non solo un aumento delle dimensioni del cervello, ma anche la richiesta di una cintura pelvica più robusta per sostenere lo sforzo pressante di camminare eretti.

L’aumento della forza nella cintura pelvica si verificò attraverso una graduale chiusura del canale natale e si determinò così un paradosso ostetrico: un cervello più voluminoso in rapporto a un canale del parto più stretto per il passaggio del neonato.

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29 Dicembre, 2024

Bertold Brecht, Fulgenzio e Galilei

by gabriella
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Bertold Brecht (1898 – 1956)

Le implicazioni politico-culturali della nuova visione dell’universo. Lavoro di analisi per una quarta Liceo di Scienze Umane.

Nell’VIII scena di Vita di Galilei, Brecht colloca lo splendido colloquio tra il vecchio scienziato e il discepolo, l’ecclesiastico Fulgenzio che difende l’idea dell’utilità compassionevole della credenza e dell’ignoranza.

Fulgenzio è allievo di Galilei e ha capito, da matematico qual è, la verità del copernicanesimo propugnato dal maestro. Si reca allora da lui per comunicargli la volontà di abbandonare l’astronomia, davanti alla quale Galilei ipotizza, sulle prime, che l’allievo fugga il rogo e la tortura.

Ma non si tratta solo di questo. Da religioso e uomo di cultura, Fulgenzio presagisce l’impatto che la nuova visione può avere sulla società. Ricorda i propri genitori, poveri contadini che avevano nel ciclo della semina l’unica sicurezza di una vita di sofferenze e nella certezza del Paradiso la ricompensa per le rinunce e i dolori terreni. Certezze che un universo meccanico, vuoto, fatto di sola materia rotante nello spazio dissolverebbe all’istante.

È il religioso, quindi, a trarre tutte le conseguenze culturali, sociali e politiche della nuova astronomia che il Galilei storico non intravide mai (a differenza del contemporaneo Giordano Bruno).

Sotto il testo semplificato con una possibile interpretazione (e la versione pdf per la stampa) dalla quale si può vedere come per svolgere l’analisi, non sia sufficiente parafrasare il testo, ma occorra indicare i contenuti impliciti e il significato delle metafore e delle tante osservazioni ironiche o sarcastiche con cui il Galilei brechtiano respinge la visione tradizionale del potere offerta da Fulgenzio.

 

VIII.

Palazzo dell’ambasciata fiorentina a Roma.
Galileo sta parlando con frate Fulgenzio.

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25 Dicembre, 2024

Il Sol invictus

by gabriella

Mentre si discute accanitamente di conservazione delle tradizioni e dell’identità cristiana e di diritto dei bambini al Natale della grotta e della cometa a scuola, può essere utile ascoltare la lezione dei teologi sull’origine di queste tradizioni.

Il testo seguente è tratto da Chi ci aiuta a vivere? Su Dio e l’uomo [Queriniana, 2006, pp. 97-103] di Joseph Ratzinger.

In coda un articolo di Cecilia Calamani.

“Il mondo in cui sorse la festa di Natale era dominato da un sentimento che è molto simile al nostro. Si trattava di un mondo in cui il ‘crepuscolo degli dèi’ non era uno slogan, ma un fatto reale. Gli antichi dei erano a un tratto divenuti irreali: non esistevano più, la gente non riusciva più a credere ciò che per generazioni aveva dato senso e stabilità alla vita. Ma l’uomo non può vivere senza senso, ne ha bisogno come del pane quotidiano. Così, tramontati gli antichi astri, egli dovette cercare nuove luci. Ma dov’erano?

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12 Dicembre, 2024

La percezione: storia e analisi del processo cognitivo

by gabriella

Le lezione su come funziona il processo percettivo, quali studi hanno contribuito alla sua scoperta e quali implicazioni ha il nostro modo di percepire sulla vita individuale e sociale.

Sapere come percepiamo il mondo, ci permette di rispondere alla domanda: il mondo è così come lo vediamo o no?

 

Indice

1. La Gestalt e gli studi sulla percezione

1.1 Il concetto di struttura e le due leggi fondamentali della Gestalt

 

2. La percezione

2.1 La percezione come processo cognitivo
2.2 Il funzionamento della percezione
2.3 La percezione dei colori

2.3.1 Lo spettro elettromagnetico

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11 Dicembre, 2024

Karl Marx, Introduzione alla Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico. Testo commentato

by gabriella

MarxLa critica non è una passione del cervello, essa è il cervello della passione. […] Essa non si pone più come fine a se stessa, ma ormai soltanto come mezzo. Il suo pathos essenziale è l’indignazione, il suo compito essenziale è la denuncia.

La critica ha strappato dalla catena i fiori immaginari, non perché l’uomo porti la catena spoglia e sconfortante, ma affinché egli getti via la catena e colga i fiori vivi. […]

Karl Marx

 

Marx scrive l’Introduzione alla Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico nel 1843 quando, dopo essere fuoriuscito dalla Prussia la cui censura aveva vietato le pubblicazioni della Gazzetta Renana di cui era redattore, fonda a Parigi, con altri giovani hegeliani, gli Annali franco-tedeschi (Deutsch-Französische Jarbücher) di cui sarebbe uscito solo il primo numero (marzo 1844).

E’ in questo testo che il filosofo venticinquenne delinea il nuovo compito della filosofia e produce la celebre critica della religione quale indispensabile premessa per ogni critica dell’esistente. Sempre in questo testo, Marx usa per la prima volta i concetti di «rivoluzione» e «proletariato», spiegando perché la liberazione di una classe (una parte della società) e il rovesciamento della società borghese significhino la liberazione dell’intera umanità e la premessa per la creazione di una società libera e senza classi.

Sotto il testo è leggibile l’analisi svolta in classe, evidenziata in viola e condotta sui primi paragrafi e sulla parte finale dell’opera.

 

Per la Germania, la critica della religione nell’essenziale è compiuta, e la critica della religione è il presupposto di ogni critica

Dopo Feuerbach, la critica della religione, nei suoi elementi portanti è da ritenere conclusa: la teologia è adesso consapevolmente ricondotta all’antropologia, cioè proiezione dell’uomo (delle sue qualità) in Dio (dove queste qualità sono ipostatizzate ed esteriorizzate). La religione è dunque alienazione (patologia psichica che pone l’individuo di fronte a se stesso, ma nell’incapacità di riconoscersi). 

Capire questo aspetto è, secondo Marx, il presupposto di ogni critica; nessuna critica può infatti essere avanzata se si considera vera la religione e naturali, cioè posti da Dio, l’ordine naturale e l’ordine sociale. Marx prosegue qui la critica dell’esistente iniziata già nella tesi di laurea sulle filosofie di Democrito e Epicuro.

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11 Dicembre, 2024

12 dicembre 1969, la strage di Piazza Fontana e l’inizio della strategia della tensione

by gabriella

Cinquantacinque anni fa, a Piazza Fontana, 17 persone morirono e 87 rimasero ferite in uno degli attentati più sanguinosi tra i 140 perpetrati tra il 1968 e il 1974. La strage alla Banca dell’agricoltura di Milano è stato l’inizio della strategia della tensione.

Tutti i processi celebrati fino ad oggi hanno stabilito con certezza che un gruppo di neofascisti ideò ed eseguì l’attentato ordito da funzionari “deviati” dei servizi segreti, formula giornalistica che lascia in ombra la realtà, indicata dall’

autorevole opinione di esperti dello specifico contesto storico che tale supposta deviazione dissimulasse la fedeltà ai vertici politico-istituzionali e alle esigenze di un ordine sovranazionale, legato alla logica dei blocchi contrapposti di superpotenze e – più in generale – all’adesione dell’Italia a protocolli internazionali non conoscibili dall’opinione pubblica italiana. Dalla voce “Storia dei servizi segreti” di Wikipedia.

Nessuno dei responsabili è in carcere.

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11 Dicembre, 2024

Scrivere in corsivo, leggere un libro

by gabriella
mano umana e di una scimmia

E’ stato il bipedismo degli ominidi e la successiva specializzazione della mano nell’uso di utensili, la causa del formidabile sviluppo cerebrale della nostra nostra specie

Scriverecorsivosviluppa il pensiero: è infatti un’attività che richiede la coordinazione di più muscoli della mano, la cui conquista attiva (e richiede) l’azione di più aree del cervello coinvolte nell’attività di pensiero, del linguaggio e della memoria.

Questo nesso è talmente noto, che una delle ipotesi paleoantropologiche più convincenti spiega l’evoluzione della nostra specie e la crescita esponenziale del cervello con le conseguenze del bipedismo e della liberazione delle mani per la manipolazione degli oggetti.

Se, dunque, scrivere in corsivo ci riesce difficile, è probabile che cercare di apprenderne la tecnica ci aiuti a superare altri problemi di apprendimento.

Chi scrive in corsivo, scrive infatti più velocemente e fluidamente di chi scrive in stampatello, il che significa che la scrittura accompagna un’attività di pensiero più veloce e supporta una maggiore concentrazione.

Questa è la ragione per cui gli studenti che scrivono in corsivo hanno mediamente risultati migliori di chi scrive in stampatello (ciò si lega, d’altra parte, all’osservazione che chi scrive in stampatello ha avuto un’educazione meno efficace e una scolarizzazione meno attenta allo sviluppo delle abilità di base, per cui risulta meno capace di chi ha ricevuto una formazione migliore). Un articolo introduttivo (Federica Baroni), un approfondimento (Marco Belpoliti) e un’infografica.

Indice

1. Federica Baroni, Perché secondo la scienza è importante saper scrivere in corsivo
2. Marco Belpoliti, Scrivere a mano?
3. Marco Belpoliti, Perché non ricordo gli ebook?

 

1. Federica Baroni, Perché secondo la scienza è importante saper scrivere in corsivo

L’insegnamento del corsivo sta gradualmente sparendo dai programmi scolastici della scuola primaria. In Finlandia dal prossimo anno non sarà più obbligatorio imparare a scrivere a mano. Negli Stati Uniti il Common Core State Standards, istituto che fornisce le linee guida per l’omogeneità dell’insegnamento nella scuola pubblica, ha eliminato l’obbligo del corsivo.

In Italia è ancora insegnato ma, rispetto al passato, ha perso importanza. Inoltre a casa i bambini imparano dai genitori a digitare su tablet e smartphone e non vengono indirizzati alla scrittura su carta. Il risultato è che i ragazzi sanno digitare velocemente un testo sulla tastiera del pc o del tablet, ma non sono quasi più in grado di scrivere in corsivo.

Ma gli esperti avvertono: secondo alcuni studi la mancanza dell’uso del corsivo può avere effetti negativi sullo sviluppo del cervello. E negli Stati Uniti si è aperto un vero e proprio dibattito sul corsivo e sulla sua importanza. Tanto che nove Stati, fra cui California e Massachusetts, lo hanno reinserito come materia di studio a scuola.

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27 Novembre, 2024

Feuerbach

by gabriella
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Ludwig Feuerbach (1804 – 1872)

Il pensiero di Ludwig Feuerbach rappresenta il rovesciamento materialistico dell’idealismo hegeliano e l’avvio contemporaneo di una critica radicale alla religione portata poi a termine da Marx.

 

Indice

1. Il distacco da Hegel
2. Feuerbach maestro di una generazione di filosofi
3. La critica radicale della religione e il concetto di alienazione

 

1. Il distacco da Hegel

Dapprima studioso e seguace di Hegel, Feuerbach matura presto critiche al sistema del maestro, approdando a posizioni di «sinistra hegeliana», poi di «sinistra antihegeliana», che risulteranno decisive ai fini del superamento dell’idealismo hegeliano e della costruzione della filosofia della prassi di Marx.

La critica di Feuerbach si appunta soprattutto sull’astrattezza e sull’immaterialismo del sistema hegeliano di cui sottolinea la matrice teologica.

I primi incisivi scritti antihegeliani sono i due testi del 1842 e 1843, Tesi provvisorie per la riforma della filosofia e Principi della filosofia dell’avvenire nei quali sferra un attacco radicale

«alla tanto vantata identità speculativa dello spirito e della materia, del finito e dell’infinito del divino e dell’umano» [Principi della filosofia dell’avvenire].

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