Posts tagged ‘alterità’

18 Marzo, 2024

L’identità culturale

by gabriella

Il tema dell’identità attraversa problemi e concetti trasversali a tutte le scienze umane e richiede di essere studiato con strumenti antropologici, sociologici, storici, giuridici, psicologici e pedagogici.

Nel testo seguente cerchiamo di mettere a fuoco il problema della costruzione del Sé (collettivo, attraverso l’appartenenza a gruppi – famiglia, classi, nazione ecc. – e individuale, attraverso la formazione della personalità) e dell’Altro, partendo dalla definizione dell’identità sociale per arrivare a quella fisica e psicologica.

 

Indice

1. La questione dell’identità

1.1 Appartenenza e distinzione
1.2 Il campanile e il palo sacro
1.3 I rischi dell’identità

 

2. Il corpo

2.1 La conoscenza incorporata
2.2 Modellare il corpo, differenziarsi dalla natura

2.2.1 Capelli 
2.2.2 Decorazioni temporanee e tatuaggi
2.2.3 Modellamento
2.2.4 Mutilazioni
2.2.5 Vestirsi e svestirsi

 

2.3 Il caso del velo islamico
2.4 Il mercato di organi: una forma di neocannibalismo contemporaneo

 

3. In tutte le culture l’uomo è soggetto (o persona), solo per l’Occidente è individuo

3.1 Sesso e genere

 

4. Emozioni e sentimenti come elementi costitutivi del sé
5. Identità e alterità collettive

5.1 Hutu e Tutsi
5.2 Classi e caste
5.3 Classi o caste nel Medioevo: la società dei tre ordini

Videolezioni: 1. Introduzione all’identità (a cura di Francesco, Andrea, Celeste e Chiara, 3F)

Test: Introduzione

 

1. La questione dell’identità

operaiGli esseri umani percepiscono e organizzano concettualmente il mondo che li circonda (la natura e i fatti umani) attraverso gli strumenti forniti loro dalla cultura.

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26 Marzo, 2018

Marco Lorenzi, Senzienza, antispecismo e aborto

by gabriella

embrioniTraggo da Asinus novus l’intervento di Marco Lorenzi nel dibattito bioetico sull’acquisizione dei diritti soggettivi da parte dei viventi.

Amavo tutti gli animali a sangue caldo, che hanno un’anima come la nostra e con i quali – così pensavo – ci comprendiamo d’istinto, perché essi sono così vicini a noi e partecipano della nostra ignoranza. Siamo accomuinati ad essi da gioia e dolore, amore e odio, fame e sete, paura e fiducia – da tutti gli aspetti essenziali dell’esistenza, ad eccezione della parola, di un’acuta coscienza, della scienza.

Carl Gustav Jung, Ricordi, sogni, riflessioni 

Il dibattito etico sui diritti degli animali e sull’aborto condividono una strana sorte, quella di essere da sempre funestati dallo stesso problema e di aver bisogno dello stesso approccio razionale per giungere ad una soluzione condivisa. Il problema che accomuna i dibattiti è la palese inadeguatezza delle argomentazioni addotte dalle parti che si contrappongono nel dibattito pubblico, incapaci di andare al di là di slogan strillati tanto più forte quanto meno sono ragionati.

Gli antiabortisti sostengono che l’aborto equivale ad un omicidio dato che la persona umana è “sacra” fin dal concepimento. Dal mero incontro tra uno spermatozoo e un ovocita umano si avrebbe la creazione di una “persona” che in quanto umana è “sacra” e dunque da difendere a qualunque costo. In una prospettiva antiabortista cristiana l’immoralità dell’aborto è dunque assoluta, implicita nella stessa idea che si possa sopprimere una vita umana a qualunque stadio, per qualunque motivo. Seguono le solite accuse di omicidio per le donne che abortiscono e per i medici che praticano interruzioni di gravidanza oltre che di eugenetica nazista in caso di aborto di feti portatori di patologie congenite.

Nel dibatto pubblico i fautori della liceità dell’aborto spesso rispondono a queste accuse con argomentazioni francamente deboli, non decisive e che comunque non affrontano alla questione etica di fondo sollevata dagli abortisti. Argomentare infatti che l’aborto legale è il minore dei mali perché si minimizzano i rischi per la salute delle donne o che queste ultime hanno il diritto di gestire liberamente il loro corpo e dunque anche la gravidanza e la sua interruzione, è pienamente legittimo solo dopo aver argomentato persuasivamente che lo status morale dell’embrione e del feto è fondamentalmente diverso da quello del neonato o dell’adulto.

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1 Giugno, 2013

Monica Centanni, Xenos

by gabriella

Chi posso in generale riconoscere come mio nemico? Evidentemente soltanto colui che mi può mettere in questione […] E chi può mettermi realmente in questione? Solo io stesso. O mio fratello. Ecco. L’Altro è mio fratello. L’Altro si rivela fratello mio, e  il fratello mio nemico. […] Ci si classifica attraverso il proprio nemico. […] Il nemico è la figura del nostro proprio problema.

Carl Schmitt, Il nomos della terra


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