Posts tagged ‘bullismo’

6 Gennaio, 2022

Il bullismo

by gabriella

Il bullismo è un fenomeno sociale che solo di recente ha attirato l’attenzione dei ricercatori.

In particolare, nelle scuole inglesi il fenomeno è monitorato dagli anni ’80.

Con il termine bullismo, dall’inglese bullying (prepotenza, vessazione) si identificano tutti quegli atti che mirano deliberatamente a far male o a danneggiare un coetaneo e che si ripetono nel tempo, protraendosi per settimane, talvolta mesi o anni

Indice

1.  Identikit del fenomeno
2. Il bullismo per la psicologia
3. Il profilo psicologico del bullo: gli esempi deamicisiani di Franti e Maria Vinini
4. Il bullismo come fenomeno sociale

 

 

1. Identikit del fenomeno

Che cos’è

Le caratteristiche dell’azione del bullo sono:

  • L’intenzionalità della condotta vessatoria: il bullo agisce deliberatamente con la precisa finalità di arrecare danno e procurare sofferenza fisica o psicologica, alla vittima;
  • La persistenza nel tempo di tali atti: sebbene anche un singolo episodio grave possa essere considerato una forma di bullismo, solitamente le prevaricazioni sono frequenti e ripetute;
  • L’asimmetria di potere: tra il soggetto bullo e la vittima intercorre una relazione asimmetrica, all’interno della quale il bullo mantiene stabilmente una posizione up, la vittima rimane down, senza avere la forza di reagire per porre fine alla situazione di disagio.

 

Come si manifesta:

  • Bullismo fisico: colpire con pugni e calci, appropriarsi degli effetti personali di qualcuno o danneggiarli;
  • Bullismo verbale: deridere, insultare, prendere in giro ripetutamente qualcuno, fare affermazioni razziste;
  • Bullismo indiretto: diffondere pettegolezzi fastidiosi o false dicerie sul conto di qualcuno;
  • Bullismo relazionale: escludere uno o più coetanei dai gruppi di aggregazione.

 

2. Il bullismo per la psicologia

L’uso scientifico del termine “bullismo” è stato introdotto in Svezia, nel 1972, nell’ambito di una ricerca sull’aggressività, con significato del tutto analogo a quello di mobbing.

cutrettola

Il termine mobbing (dall’inglese mob, folla), coniato nel 1962 da Lorenz nel contesto della nascente etologia, indicava

l’attacco collettivo di una moltitudine di animali più deboli nei confronti di un animale più forte, il predatore.

Lorenz, insomma, ha utilizzato il temine per riferirsi a un tipo di comportamento animale, in particolare a quello di un piccolo uccello, la cutrettola, che attacca in gruppo per allontanare un uccello più grande, il falco, dal proprio territorio.

Il termine ha dunque acquisito maggiore potenza metaforica per esprimere con tutta la forza dell’immagine dell’assalto e dell’accerchiamento in gruppo, la situazione di terrore psicologico dovuta all’isolamento della vittima di fronte all’ostilità degli altri.

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1 Gennaio, 2017

Educazione ai media. Struttura del modulo

by gabriella

1. La comunicazione nella società della partecipazione (participatory culture, 2006 Jenkins)

Distributed cognition The ability to interact meaningfully with tools that expand mental capacities.
Collective intelligence The ability to pool knowledge and compare notes with others toward a common goal.
Judgment The ability to evaluate the reliability and credibility of different information sources.
Networking The ability to search for, synthesize, and disseminate information.
Negotiation The ability to travel across diverse communities, discerning and respecting multiple perspectives, and grasping and following alternative norms.

Smartphone, o della connessione perpetua

 

2. Capire la rete (storia e specificità) (distributed cognition and collective intelligence)

Arturo di Corinto, La vera storia di Arpanet che NON nacque come progetto militare

La rivoluzione digitale

Breve storia di Internet con quadrifarmaco per le intossicazioni da mercato

Arturo Di Corinto, Che cos’è il Dark Web e perché non ci fa paura

Stefano Rodotà, Una costituzione per Internet

 

3. Capire le fonti (judgement and networking)

Domenico Talia, Sciame digitale e psicopolitica

 

Cyberbullismo

1. La Rete non dimentica

Tutto ciò che postiamo o pubblichiamo in rete non si cancella più. Facciamo quindi attenzione a ciò che scriviamo, riflettiamo prima di condividere qualcosa (think before post).

Evitiamo di postare immagini o video dai contenuti forti, spiacevoli e/o privati e facciamo attenzione ad esternare sentimenti, emozioni e pensieri

 

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30 Ottobre, 2013

Bulleggiare e filmare

by gabriella

disabile picchiatoLe pagine genovesi di Repubblica riferiscono di un nuovo caso di aggressione a un ragazzo disabile, filmata dai compagni via tablet. Il gruppo di tredicenni non capisce cosa sta facendo, così come il padre di uno di loro.

Il tablet, che la scuola affida agli alunni per studiare, è servito per riprendere la scena: un ragazzo, disabile mentale, aggredito da due studenti, finito a terra, che si contorce come un animale ferito ed indifeso. Il filmato sarebbe finito su YouTube o su altri social network, se una professoressa non fosse intervenuta energicamente, sequestrando iPad e smartphone. Una vicenda ritenuta grave dal preside della scuola media di Mele, la prima in Italia che dal 2011, attraverso una convenzione tra il Comune, la Regione e il Ministero dell’Istruzione, ad ogni inizio di anno scolastico concede in comodato d’uso a ciascun alunno il tablet come strumento di studio, in grado di “dialogare” con le lavagne digitali attraverso un software didattico.

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