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30 Ottobre, 2024

Karl Marx, Introduzione alla Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico. Testo commentato

by gabriella

MarxLa critica non è una passione del cervello, essa è il cervello della passione. […] Essa non si pone più come fine a se stessa, ma ormai soltanto come mezzo. Il suo pathos essenziale è l’indignazione, il suo compito essenziale è la denuncia.

La critica ha strappato dalla catena i fiori immaginari, non perché l’uomo porti la catena spoglia e sconfortante, ma affinché egli getti via la catena e colga i fiori vivi. […]

Karl Marx

 

Marx scrive l’Introduzione alla Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico nel 1843 quando, dopo essere fuoriuscito dalla Prussia la cui censura aveva vietato le pubblicazioni della Gazzetta Renana di cui era redattore, fonda a Parigi, con altri giovani hegeliani, gli Annali franco-tedeschi (Deutsch-Französische Jarbücher) di cui sarebbe uscito solo il primo numero (marzo 1844).

E’ in questo testo che il filosofo venticinquenne delinea il nuovo compito della filosofia e produce la celebre critica della religione quale indispensabile premessa per ogni critica dell’esistente. Sempre in questo testo, Marx usa per la prima volta i concetti di «rivoluzione» e «proletariato», spiegando perché la liberazione di una classe (una parte della società) e il rovesciamento della società borghese significhino la liberazione dell’intera umanità e la premessa per la creazione di una società libera e senza classi.

Sotto il testo è leggibile l’analisi svolta in classe, evidenziata in viola e condotta sui primi paragrafi e sulla parte finale dell’opera.

 

Per la Germania, la critica della religione nell’essenziale è compiuta, e la critica della religione è il presupposto di ogni critica

Dopo Feuerbach, la critica della religione, nei suoi elementi portanti è da ritenere conclusa: la teologia è adesso consapevolmente ricondotta all’antropologia, cioè proiezione dell’uomo (delle sue qualità) in Dio (dove queste qualità sono ipostatizzate ed esteriorizzate). La religione è dunque alienazione (patologia psichica che pone l’individuo di fronte a se stesso, ma nell’incapacità di riconoscersi). 

Capire questo aspetto è, secondo Marx, il presupposto di ogni critica; nessuna critica può infatti essere avanzata se si considera vera la religione e naturali, cioè posti da Dio, l’ordine naturale e l’ordine sociale. Marx prosegue qui la critica dell’esistente iniziata già nella tesi di laurea sulle filosofie di Democrito e Epicuro.

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8 Marzo, 2014

Telmo Pievani, Vito Mancuso, Del caos e dell’ordine nella natura

by gabriella
Telmo Pievani

Telmo Pievani

Vito Mancuso

Vito Mancuso

Il dibattito in filosofia della scienza tra la posizione finalista di Mancuso – per il quale l’evoluzione è frutto di un disegno intelligente, che produce ordine in un percorso dal più semplice al più complesso – e quella antifinalista, materialistica e atea dell’approccio evoluzionista di Pievani.

E’ stato il filosofo della scienza a lanciare «il sasso nello stagno» con un provocatorio articolo uscito sul numero 1/2014 di Micromega [pp. 3-29] al quale il teologo ha opposto una lunga replica pubblicata sul suo sito, elegantemente ripresa da Micromega.

Precisazione: nella parte dell’articolo non riportata, Pievani si riferisce a livello 1 per “evidenze scientifiche comprovate”; livello 2 per “interpretazioni generali, scientificamente fondate ma ancora dibattute“; livello 3: “ricezione divulgativa della notizia scientifica”; livello 4: “quarto livello della ricezione: festival della fantasia dilettantesca, parole in libertà”; livello 5: “sogno ad occhi aperti, del fantasy filosofico, cioè dei travisamenti intenzionali e truffaldini di chi specula sulle notizie scientifiche per assecondare un proprio convincimento ideologico”.

 

Telmo Pievani, Con buona pace dei teologi (eretici e non)

 principio passione[…] [p. 17] Rispetto alle più edificanti opere precedenti (2007; 2009), in II principio passione (2013) Mancuso si mostra più disponibile ad accettare la realtà di fatto inoppugnabile della contingenza evolutiva. Mutazioni deleterie e imprevedibili, catastrofi su larga scala, derive, accidenti ecologici, perturbazioni non lineari: tutto ciò rappresenta il lato tragico e assurdo della natura.

Ma non per questo è privo di senso: deve pur sempre esserci un senso, e una risposta per tutto! Essendo l’universo una creazione continua, libera e inconclusa, mediata dalla natura – spiega Mancuso – le forze del bene (quelle che aggregano, mettono in relazione, aumentano la complessità e l’armonia della natura) si scontrano con quelle antinomiche del male, del disordine e della disgregazione (il lato oscuro della forza).

E una gran fatica questa lotta manichea, ma la meta è così luminosa che ne vale la pena. Pur in modo tortuoso e non lineare, pur fra mille sofferenze ancora, la giustizia alla fine trionferà. Ora, è chiaro che in questo modo esisterà sempre una teoria filosofica e teologica per giustificare qualsiasi evidenza scientifica e il suo contrario. L’importante è dare a intendere al lettore che i buoni vinceranno, che i mostri saranno sconfitti e la Morte Nera esploderà, che alla fine Luke Skywolker riporterà l’equilibrio nella forza, che il padre Anakin si pentirà in extremis di essere passato al lato oscuro e la sua anima sarà salva. É un lenitivo formidabile.

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