Negli ambienti d’apprendimento, come la scuola, si impara in molti modi diversi.
Aspetti consapevoli ed inconsci entrano in gioco nella motivazione, nell’attenzione, nelle convinzioni limitanti, nel rinforzo e in una serie di vincoli e condizionamenti che agiscono attraverso la didattica, la relazione docente-allievo e il clima di classe.
Indice
1. La motivazione ad apprendere
1.1 Le lavagne vuote di Skinner e la motivazione «estrinseca»
1.2 Il disequilibrio cognitivo di Bruner e la motivazione «intrinseca»
1.3 L’autorealizzazione di Maslow
1.3.1 Il desiderio innato di conoscere e la gerarchia dei bisogni
1.3.2 Il paradosso della motivazione: la Legge di Matteo
1.4 La motivazione non è una premessa ma un risultato (non solo individuale, ma del sistema)
1.4.2.1 Il modello svedese
1.4.2.2 Le differenze storiche tra i sistemi educativi svedese e italiano e i punti forza di quello italiano
2. L’analisi dei livelli di aspirazione
2.1 Lo studio di Ferdinand Hoppe su come costruiamo i nostri obiettivi
2.1.1 Susan Harter e il principio di sfida ottimale
2.2 La motivazione al successo e i motivi di chi teme l’insuccesso
3. L’apprendimento negli ambienti d’apprendimento
3.1 L’apprendimento scolastico
3.2 Le difficoltà e i disturbi di apprendimento
4. Il clima di classe e la relazione docente-allievo
4.1 La paura di sbagliare e l’impotenza appresa
4.2 L’effetto Pigmalione
5. I diversi tipi d’apprendimento
5.1 Intelligenza operativa e intelligenza riflessiva
1. La motivazione ad apprendere
«Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare un solo giorno in vita tua».
Confucio, Massime, VI secolo a. C.
Il primo fattore ad influenzare la qualità e la velocità dell’apprendimento è la motivazione, vale a dire la spinta emotiva a studiare e l’interesse per l’oggetto dell’apprendimento che fanno nascere il desiderio (eros) di impadronirsene.
Nel pensiero occidentale il primo ad affermare che educazione ed apprendimento hanno a che fare con l’eros è stato Platone (V a.C.). Per il filosofo, infatti, l’amore per qualcosa è legato alla percezione di una mancanza che fa nascere il desiderio di possederla.
Recentemente, gli psichiatri Miguel Benasayag e Carl Schmit hanno parlato dell’interesse per il sapere come del«la volontà di sapere e comprendere per abitare il mondo», capace di sconfiggere la tristezza e il vuoto dell’epoca contemporanea [Benasayag, Schmit, L’epoca delle passioni tristi, 2004].
Per i due psichiatri, infatti, la conoscenza è uno strumento di orientamento indispensabile per riconquistare il proprio equilibrio interiore e dare senso al caos contemporaneo.
La psicologia ha interpretato in modo differente la motivazione: per i comportamentisti è legata essenzialmente a gratificazioni esterne, mentre per Bruner e gli psicologi umanisti è il frutto di un bisogno interiore che l’oggetto della motivazione, che si tratti di uno sport, di un hobby o di una disciplina scolastica, soddisfa.
Vediamo le tesi principali.
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