30 Aprile, 2014
by gabriella
Xx
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Xenofobia [vedi anche Migranti]: Alessandro Dal Lago, La xenofobia contemporanea secondo l’etnografia; Alessandro Dal Lago, Qualcuno da odiare; Gli stereotipi sulle migrazioni; Gorino respinge 12 profughe
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29 Aprile, 2014
by gabriella
Bruxelles. Un gruppo di passanti viene scelto a caso per partecipare a una seduta di lettura della mente: un simpatico espediente per mostrare l’inconsapevolezza dei più circa la comunicazione di informazioni personali via Internet.
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29 Aprile, 2014
by gabriella
Yy
[Indice alfabetico per argomenti in costruzione]
Yourcenar, Marguerite: Tellus stabilita
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28 Aprile, 2014
by gabriella
Zz
[Indice alfabetico per argomenti in costruzione]
Zenone di Cizio: [vedi Stoicismo in Filosofia antica e medievale, storia della]
Zenone di Elea: [vedi Filosofia antica e medievale, storia della]
Zimbardo, Phil: L’origine del male e l’effetto Lucifero
Zingari: Chi ha paura dei Rom?; Sabina Tosi Cambini, Chi ruba i bambini?
Zodiaco, miti dello: Roberto Sicuteri, Astrologia e mito. Simboli e miti dello Zodiaco nella Psicologia del Profondo; Roberto Sicuteri, Ariete; Roberto Sicuteri, Leone; Roberto Sicuteri, Sagittario
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24 Aprile, 2014
by gabriella
Partendo dall’analisi di alcuni testi nietzscheani, Foucault vi illustra la genealogia del soggetto e dei saperi, mostrando come l’uno e gli altri si costituiscano attraverso giochi di verità e pratiche agonistiche di sapere e potere. Nella seconda parte, dedicata a una celebre lettura dell’Edipo sofocleo – colui che sa e che può troppo -, Foucault mostra la nascita della separazione tra sapere e potere, cioè della critica e della filosofia occidentale quali «diritto di opporre una verità senza potere a un potere senza verità».
La questione se al pensiero umano appartenga una verità oggettiva non è una questione teorica, ma pratica. E’ nell’attività pratica che l’uomo deve dimostrare la verità, cioè la realtà e il potere, il carattere terreno del suo pensiero. La disputa sulla realtà o non-realtà di un pensiero che si isoli dalla pratica è una questione puramente scolastica.
K. Marx, Seconda tesi su Feuerbach [l’incipit è un mio commento al testo foucaultiano, non una sua citazione di Marx]
Presenterò oggi una riflessione metodologica per introdurre il problema che, sotto il titolo “La verità e le forme giuridiche”, può esservi sembrato un po’ enigmatico. Tenterò di presentarvi il punto di convergenza di tre o quattro serie di ricerche esistenti, già esplorate, già inventariate, per confrontarle e riunirle in una sorta di ricerca non dico originale ma almeno innovativa.
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17 Aprile, 2014
by gabriella
Partendo dalla teoria del potere di Foucault, ma anche mobilitando Camus e la pedagogia delle catastrofi, Volpe si chiede se sia possibile scindere vita e biopotere, se sia cioè possibile superare definitivamente il dominio e l’oppressione umana e non umana. Tratto da Asinus novus.
Il doppio legame fra vita e potere
Ne La volontà di sapere, com’è noto, Foucault delinea una concezione inedita del potere fissando non solo un metodo e un campo d’indagine completamente divergenti da quelli proposti fino ad allora da una lunga tradizione filosofica, ma pure una nuova “ontologia”, una nuova concezione della realtà basata su uno scontro di forze organizzate strategicamente attraverso le pratiche e i saperi che attraversa capillarmente la vita degli individui. Oltre che reticolare e continuo, il potere in Foucault non è estorsivo, come per esempio nelle teorie marxiste, ma creativo e produttivo. Non è calato dall’alto, né è l’effetto delle sole strutture economiche, ma coinvolge sullo stesso piano strategie di disciplinamento multiple, che investono ogni sfera della vita. La stessa soggettivazione del singolo è l’effetto di un processo di assoggettamento attraverso pratiche e giochi di verità senza il quale non si darebbe soggetto alcuno.
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Posted in Filosofia | Commenti disabilitati su Antonio Volpe, Liberazionismo senza liberazione?
17 Aprile, 2014
by gabriella
In questo articolo, uscito sul Rasoio di Occam, il filosofo del diritto [Univ. di Catania e cattolica di Milano] illustra le trasformazioni contemporanee del lessico politico-giuridico nel quale la sequenza territorio – ordine – sistema è stata sostituita da quella di globalità – complessità – equilibrio. All’immagine piramidale del potere si è sostituita quella della rete, trama orizzontale e senza confini, determinata dalla forza dei suoi nodi [I lettori meno inclini ad addentrarsi nell’analisi filosofica, possono saltare la trattazione del punto 3].
1. Il comune cittadino, italiano e non solo, è quotidianamente sommerso da una cascata di notizie, che, per intensità di conseguenze, talora solo potenziali, appare somigliare ad un vero e proprio bombardamento. E del bombardamento, questo affluire incessante di notizie – eventi produce i suoi effetti più scontati: macerie.
macerie
Tra le macerie c’è chi continua a vivere e chi muore; nella esperienza che investe l’attuale ambiente sociale ciò che appare esser morto è l’idea stessa di società, di opinione pubblica, di diritto, di ordinamento giuridico, di legittimità istituzionale. Appaiono essere morte, cioè, quelle figure concettuali attraverso le quali il pensiero politico della “modernità” aveva stabilizzato la relazione tra gli uomini e il potere, imprimendo all’interpretazione di quest’ultimo una direzione sempre più “funzionale”, sostituendo via via gli aspetti “padronali”. Contemporaneamente, a supporto di una tale direzione, era emerso forte il consolidarsi di una idea di società come “opinione pubblica”, con la quale chi detiene il potere deve fare i conti[1].
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15 Aprile, 2014
by gabriella
Tesina o percorso multidisciplinare. Come scegliere e come realizzare concretamente il materiale da presentare alla commissione.
Il colloquio orale
Cosa sia e come si svolga l’esame è disciplinato dal DPR 323/98e dall’OM. 37/2014, art 16
Art. 5. (L. 425, art.3, comma 3 e Regolamento) Il colloquio tende ad accertare la padronanza della lingua, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle nell’argomentazione e di discutere ed approfondire sotto vari profili i diversi argomenti. Esso si svolge su argomenti di interesse pluridisciplinare attinenti ai programmi e al lavoro didattico dell’ultimo anno di corso.
Art. 7. (Regolamento) Il colloquio ha inizio con un argomento o con la presentazione di esperienze di ricerca e di progetto, anche in forma multimediale, scelti dal candidato. Esso, tenendo conto di quanto previsto dal comma 8, prosegue su argomenti proposti al candidato a norma dell’art. 4, comma 5. Gli argomenti possono essere introdotti mediante la proposta di un testo, di un documento, di un progetto o di altra indicazione di cui il candidato individua le componenti culturali, discutendole. Nel corso del colloquio deve essere assicurata la possibilità di discutere gli elaborati relativi alle prove scritte.
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13 Aprile, 2014
by gabriella
Due settimane fa un amico e collega ternano non ha permesso che la polizia interrompesse la sua lezione all’Istituto per Geometri per perquisire l’aula in cui si trovava. Nella mia, il reparto antidroga si è presentato a ricreazione, limitandosi a far perlustrare corridoi e bagni ai propri cani. Il nostro collega è stato censurato e sarà chiamato a rispondere del suo gesto, ma le sue ragioni sono inattaccabili: se a scuola entra la polizia, non possiamo che uscirne noi. Soltanto una scuola, una famiglia, una società che sentono estranei i propri figli e si considerano incapaci di guidarli possono abdicare al proprio ruolo e affidarlo ai cani poliziotto. Questo il senso del commento di Fabrizio Marcucci [Giornale dell’Umbria] che sottolinea come l’eventuale legalità dell’ingresso della polizia a scuola non ne assicuri la legittimità.
Chi commissiona e mette in atto la perquisizione delle scuole con cani poliziotto avrà le sue leggi di riferimento che dimostreranno che l’azione è legittima. L’ultima, a Terni pochi giorni fa, ha avuto un’eco nazionale perché un professore ha negato la perquisizione all’interno della classe rifiutandosi di interrompere la lezione. Ora su di lui pende l’ipotesi di un’azione disciplinare. Ma il punto è che se anche la perquisizione fosse legittima, le manca comunque il conforto del buon senso.
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13 Aprile, 2014
by gabriella
La recensione di Luca Baccelli al saggio del 2003 [Post democracy, Oxford, 2004; Laterza, 2003; trad. it Postdemocrazia] di Colin Crouch, tratta da Jure gentium.
“[…]anche se le elezioni continuano a svolgersi e condizionare i governi, il dibattito elettorale è uno spettacolo saldamente controllato, condotto da gruppi rivali di professionisti esperti nelle tecniche di persuasione e si esercita su un numero ristretto di questioni selezionate da questi gruppi. La massa dei cittadini svolge un ruolo passivo, acquiescente, persino apatico, limitandosi a reagire ai segnali che riceve. A parte lo spettacolo della lotta elettorale, la politica viene decisa in privato dall’integrazione tra i governi eletti e le élite che rappresentano quasi esclusivamente interessi economici” (p. 6).
Questo è il modello di quella ‘sindrome’ che Colin Crouch definisce ‘postdemocrazia’. La tesi di questo volume è che i regimi rappresentativi esibiscono attualmente una tendenza a trasformarsi in postdemocrazie, percorrendo il ramo discendente di una parabola che ha toccato il suo vertice nella seconda metà del secolo XX, epoca di massima affermazione delle politiche egualitarie. Il tema della crisi della democrazia nell’epoca della retorica globale dei sistemi elettivi/rappresentativi – un topos della recente discussione politologica – è affrontato a partire da una critica della concezione liberale-elitista della democrazia che ha il merito di non indulgere in comode scorciatoie normativistiche (come viceversa avviene in molta teorizzazione contemporanea della democrazia deliberativa).
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