Il bullismo omofobico secondo la denuncia del consigliere texano Joel Burns e nella lezione tenuta dal prof. Ian Rivers al Dipartimento di Filosofia e scienze dell’educazione dell’Unipg il 4 ottobre 2016.
La denuncia di Joel Burns
Un anno e mezzo fa Joel Burns, un consigliere comunale di una cittadina texana, prese la parola durante una riunione nella quale si parlava di tutt’altro per raccontare cosa significa essere un giovane omosessuale. La sua confessione divenne improvvisamente famosa:
Non l’ho mai raccontato a nessuno, fino a stasera, nemmeno alla mia famiglia, a mio marito, a nessuno. Ma la notizia di questi suicidi mi ha smosso qualcosa dentro, e non mi interessa se ci saranno delle ripercussioni politiche per questo racconto. Questa storia non è per gli adulti, è per quei ragazzi che forse in questo momento stanno pensando di impiccarsi o riempirsi di pillole. Dovete sapere che c’è molto di più: sì, la scuola è stata difficile, il coming out è stato doloroso, ma datevi la possibilità di vedere quanta vita, una vita migliore, avete di fronte. E andrà meglio: uscirete da quella famiglia che non vi accetta, alla fine della scuola non dovrete avere più nulla a che fare con quegli stronzi, se non volete. Vi farete nuovi amici che vi capiranno e la vita migliorerà immensamente.
Stasera voglio rivolgermi a loro, in ogni scuola o istituto, in ogni parte di questo paese: so che le risate sembrano insopportabili, so che le persone della vostra famiglia o a scuola non vi capiscono e magari a volte vi fanno del male, ma voglio che sappiate che le cose miglioreranno. Mi aspettarono fuori da scuola – continua Burns – mi dissero che ero un frocio, e che quindi dovevo morire e andare all’inferno, il posto a cui appartenevo.
Burns prova a parlare piano, facendo lunghe pause per non emozionarsi, ma la commozione gli rompe la voce e la fa tremare, non riesce a nascondere le lacrime di chi è passato attraverso quelle stesse violenze che moltissimi teenager in tutto il mondo devono affrontare.
[cliccare sul’icona cc per attivare i sottotitoli in italiano]
Il video del suo discorso, postato su YouTube, è stato visualizzato in cinque giorni quasi un milione e mezzo di volte e commentato quasi 20mila. La storia di Joel, il suo racconto, le sue lacrime pubbliche, sono stati ripresi da centinaia di articoli e da importanti network televisivi come la Cnn, la Cbs e la Abc.
Nei mesi precedenti, numerosi casi di suicidio tra i giovani statunitensi avevano rilanciato il dibattito sul bullismo contro i gay. Il caso più famoso era stato quello di Tyler Clementi, matricola alla Rutgers University, che si era tolto la vita dopo che il suo compagno di stanza aveva diffuso online un video in cui faceva sesso con un altro ragazzo. Come mostra il nuovo suicidio di un ragazzo romano – dopo il tentativo di pochi mesi fa di un giovane studente – il bullismo contro i gay non è una realtà estranea al nostro paese: voglio quindi estendere l’appello di Joel Burn ai nostri giovani gay, agli studenti omosessuali costretti a difendersi dalle aggressioni nelle nostre palestre, corridoi, bagni.
Per favore, restate vivi, datevi il tempo di dimostrarvi che in futuro la vostra vita sarà migliore.
Cosa provi se dico “frocio”?
La lezione del prof. Ian Rivers sul bullismo omofobico
Lezione magistrale del Prof. Rivers al Dipartimento di Filosofia del’UniPG, il 4 ottobre 2016.
Il prof. Federico Batini ha presentato il professor Rivers e il tema ricordando che il diritto alla differenza è sancito, ma il valore della differenza non sempre è riconosciuto. Ha ricordato poi le componenti dello sviluppo psicosessuale: il sesso biologico, l’identità di genere, il ruolo di genere e l’orientamento sessuale.
Il prof. Rivers ha esordito notando che nel 1973 l’omosessualità è stata cancellata dalle patologie psichiatriche (DSM III) e nel 1992 è stata riconosciuta come variante sana (minoritaria) del comportamento sessuale (DSM X). Ciononostante, l’omosessualità continua ad essere un problema per molti che rifiutano e arrivano ad aggredire gli omosessuali o presunti tali, come per alcuni omosessuali, che rifiutano il proprio orientamento e sviluppano personalità nevrotiche (omosessualità egodistonica).
In Italia, ad esempio, solo un insegnante su 10, sa che l’omosessualità è una variante sana del comportamento sessuale, in Spagna 1 su 3.
Nel libro di Giuseppe Burgio, Mezzi maschi. Gli adolescenti gay dell’Italia meridionale (2008), è evidenziato che nell’uso del termine fobia, come in aracnofobia o idrofobia, la vista dell’oggetto scatena evitamento o fuga, mentre nel caso dell’omofobia, aggressione e attacco.
Negli ultimi anni si è assistito a un aumento della paura verso i gay, poiché mentre le leggi gradualmente li integrano e riconoscono, la società reagisce alla novità chiudendosi. Dei 67.000 abusi denunciati nella scuola secondaria italiana, 22.000 riguardano gli omosessuali, mente negli USA si assiste a una riduzione delle aggressioni verbali (ma non verso i trans) e alla stabilità delle aggressioni fisiche [outonthefields.com].
L’anno scorso, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha ritirato dalle biblioteche scolastiche un libro su tre pinguini, insieme ad altri 40, tra i quali Il brutto anatroccolo. Con ciò si pretende di condannare la teoria gender, ma di fatto si condanna semplicemente la scienza e teorie scientifiche oggi consolidate.
Eppure l’art. 12 della Convenzione per i diritti dell’infanzia stabilisce il diritto d’opinione per i bambini e il loro diritto ad essere presi sul serio per le loro opinioni e l’art. 16 il diritto di non subire interferenze arbitrarie nella loro vita privata o familiare.
Questa carta dei diritti è stata firmata anche da paesi cattolici quali l’Italia e il Messico. In tutti i paesi non cattolici, la fluidità del genere è riconosciuta e ammessa. Nel libro del 2008 dedicato alle famiglie con genitori dello stesso sesso (same sex families), Rivers ha notato che queste famiglie sono ovunque, ma non sono individuate perché preferiscono mascherare la loro condizione con altri tipi di convivenza.
Per combattere il bullismo omofobico è necessario investire nell’educazione relazionale nella fascia d’età 11-12 anni. Si è visto che offrendo ai ragazzi un pacchetto di 28 lezioni su empatia e problem solving i livelli omofobici scendono del 56,3%, dopo un anno persistono meno del 60%. L’incremento dell’abilità di comprendere lo stato emotivo degli altri e della capacità di pensare sono quindi la soluzione per contrastare il bullismo omofobico.
Per approfondire il tema:
Omosessualità: Riccardo Antoniucci, Il matrimonio gay nel dibattito filosofico contemporaneo; Cassazione, Non ci sono evidenze scientifiche che i bambini non possano crescere in famiglie gay; Olivier Py, Sull’intolleranza sessuale della Chiesa; Same Sex Families, il benessere dei figli delle coppie gay; In ricordo di Lou Reed, l’omosessualità, l’elettroshock
Commenti recenti