La paideia filosofica, Platone
In questo articolo cerchiamo di studiare il pensiero educativo platonico, senza affrontare la sua gnoseologia. Questo ci permette di non spezzare il filo della riflessione sull’evoluzione del concetto di areté e di apprezzare i significativi cambiamenti che intervengono nella paideia filosofica.
La lezione fa parte del programma di pedagogia antica, le cui videolezioni sono disponibili qui.
Indice
1. L’educazione è insegnare a pensare (videolezione 8)
1.1 La critica alla scrittura e all’insegnamento trasmissivo [Fedro]
1.2 Educare l’anima a riconoscere la verità [Menone e Simposio]
2. L’areté è senza padrone (videolezione 9)
2.1 La natura umana nel mito della biga alata [Fedro]
2.2 La libertà nel mito di Er [La Repubblica, X]
3. L’educazione nella città giusta (videolezione 10)
3.1 Schiavitù e liberazione: l’allegoria della caverna [La Repubblica, VII]
3.2 Politica ed educazione: libertà ed eguaglianza nella kallipolis
Il pensiero educativo di Platone si sviluppa in continuità con quello di Socrate di cui porta a termine la battaglia anti-sofista.
I suoi temi sono, infatti, come quelli del maestro e degli stessi sofisti, la ricerca di cosa sia la virtù (la perfezione dello spirito) o aretè e il problema di come e se sia possibile insegnarla.
Lo sfondo su cui Platone costruisce le risposte a queste domande non è però uno scenario qualsiasi, ma quello disegnato dal più grande filosofo della tradizione occidentale. Ecco perché, discutendo della virtù, Platone ci mostra via via cosa significa apprendere e cosa insegnare, cosa vuol dire essere intelligenti, essere liberi ed essere giusti.
L’identità europea
L’identità europea è il prodotto di influenze molteplici che si sono confrontate e incrociate mettendo costantemente in discussione le credenze condivise e i legami unificanti [in questo senso, la critica – dai sofisti a Socrate – è un tratto caratteristico e fondativo di questa identità].
Si tratta, dunque, di un’identità plurale, sebbene possieda tratti ben riconoscibili che affondano le loro radici nella filosofia greca, nel diritto romano, nella tradizione religiosa ebraico-cristiana, nella civiltà rinascimentale e nei processi di modernizzazione basati sul rapporto dialettico tra razionalità e individualismo/soggettività che hanno dato vita sul piano culturale alla scienza e tecnica moderne e all’università, su quello economico al capitalismo di mercato e su quello politico alla liberal-democrazia e allo stato nazionale.
Indice
1. Le origini greche
1.1 Il mito di Europa
1.2 La riflessione sulla propria specificità da Erodoto a Isocrate
2. Alberto Martinelli, L’identità europea
2.1 Premessa
2.2 Una o molte identità europee?
2.3 Gli elementi costitutivi dell’identità europea
3. La organizzazione istituzionale europea
1. Le origini greche
1.1 Il mito di Europa
Nel mito greco, Europa, la “fanciulla dall’ampio volto”, è la figlia del re fenicio Agenore che affascina con la sua bellezza Zeus inducendolo a trasformarsi in toro per sedurla.
L’analisi del mito mostra l’elaborazione culturale di diversi temi come l’unione strutturale di Oriente e Occidente.
Zeus, infatti, rapisce Europa su una spiaggia dell’Asia Minore, territorio sul quale il padre regnava e si unisce a lei a Creta, verso Occidente, appunto, come sembra indicare anche l’etimo ereb, parola semita con cui i fenici, 1500 prima di Cristo indicavano i paesi ad ovest della Siria e del Libano.
Dall’unione nascono tre figli: Minosse, re di Creta, Radamanto e Sarpedonte ed è proprio Minosse a dare origine alla civiltà arcaica che si sviluppa tra il 2800 e il 1450 circa, fondendosi poi con quella degli Achei o Micenei diretta antenata di quella greca.
Geograficamente, l’Europa indicava per i greci l’area di diffusione della civiltà ellenica. La consapevolezza che l’Europa aveva una propria identità culturale si afferma durante le guerre contro i persiani.
L’identità culturale
Il tema dell’identità attraversa problemi e concetti trasversali a tutte le scienze umane e richiede di essere studiato con strumenti antropologici, sociologici, storici, giuridici, psicologici e pedagogici.
Nel testo seguente cerchiamo di mettere a fuoco il problema della costruzione del Sé (collettivo, attraverso l’appartenenza a gruppi – famiglia, classi, nazione ecc. – e individuale, attraverso la formazione della personalità) e dell’Altro, partendo dalla definizione dell’identità sociale per arrivare a quella fisica e psicologica.
Indice
1. La questione dell’identità
1.1 Appartenenza e distinzione
1.2 Il campanile e il palo sacro
1.3 I rischi dell’identità
2. Il corpo
2.1 La conoscenza incorporata
2.2 Modellare il corpo, differenziarsi dalla natura
2.2.1 Capelli
2.2.2 Decorazioni temporanee e tatuaggi
2.2.3 Modellamento
2.2.4 Mutilazioni
2.2.5 Vestirsi e svestirsi
2.3 Il caso del velo islamico
2.4 Il mercato di organi: una forma di neocannibalismo contemporaneo
3. In tutte le culture l’uomo è soggetto (o persona), solo per l’Occidente è individuo
3.1 Sesso e genere
4. Emozioni e sentimenti come elementi costitutivi del sé
5. Identità e alterità collettive
5.1 Hutu e Tutsi
5.2 Classi e caste
5.3 Classi o caste nel Medioevo: la società dei tre ordini
Videolezioni: 1. Introduzione all’identità (a cura di Francesco, Andrea, Celeste e Chiara, 3F)
Test: Introduzione
1. La questione dell’identità
Gli esseri umani percepiscono e organizzano concettualmente il mondo che li circonda (la natura e i fatti umani) attraverso gli strumenti forniti loro dalla cultura.
14 marzo 1883, morte di Karl Marx
Nell’immagine, la commemorazione del centotrentennale della morte di Marx (2013). Di seguito, il racconto di Francesco Cecchini. Da Wikiradio: Peter Kammerer racconta Karl Marx.
Marx stava più in alto, vedeva più lontano,
aveva una visione più larga e più rapida di tutti noialtri.
Marx era un genio, noi tutt’al più dei talenti.
Friedrich Engels sugli anni berlinesi
Indice
1. Francesco Cecchini, 14 Marzo 1883
1.1 La morte
1.2 Premessa
1.3 Karl Marx da studente a rivoluzionario a comunista
1.4 Le ragioni del viaggio ad Algeri
1.5 In viaggio verso Algeri
1.6 Algeri
1.7 Verso Montecarlo
1.8 Dalla figlia Jenny Longuet
1.9 Sul Lago di Ginevra
1.10 Ritorno a Londra
1. Francesco Cecchini, 14 marzo 1883
1.1 La morte
All’età di 65 anni muore Karl Marx. È un giovedì e siamo nel 1883. Tre giorni dopo viene sepolto a Londra nel cimitero di Highgate, in quella parte destinata agli indigenti e a fianco della tomba della moglie Jenny von Westphalen, morta 14 mesi prima.
Friedrich Engels con queste parole apre e chiude il discorso di commiato:
Il 14 marzo, alle due e quarantacinque, ha cessato di pensare la più grande mente dell’epoca nostra. L’avevamo lasciato solo da appena due minuti e al nostro ritorno l’abbiamo trovato tranquillamente addormentato nella sua poltrona, ma addormentato per sempre… Il suo nome vivrà nei secoli e così la sua opera.
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Quattro studi sulll’intelligenza
Quattro studi sull’intelligenza, quello di Lurija con i contadini uzbeki e kirghisi e di Tim Bearsley sul classico della teoria biologica dell’intelligenza di Herrnstein e Murray, The Bell Curve (1994) e due articoli sul programma americano Head Start.
Indice
1. Alexander Lurija, Studi sull’intelligenza con i contadini dell’Uzbekistan e della Kirghisia
2. Tim Beardsley, The Bell Curve e il ruolo dell’educazione nello sviluppo dell’intelligenza
3. Arthur Whimbey, L.S. Whimbey, Le terapie cognitive
4. Jerome Bruner, Successi e insuccessi del programma Head Start
1. Alexander Lurija, Studi sull’intelligenza con i contadini dell’Uzbekistan e della Kirghisia
Fondatore, con Lev Vygotzskij, della scuola storico-culturale, Alexander Lurija sostenne che i sistemi funzionali (l’intelligenza, il linguaggio, la memoria ecc.) non sono espressione di una organizzazione geneticamente prederminata, ma si sviluppano nell’ontogenesi sotto la pressione dell’ambiente e hanno natura storica, in quanto realizzati in un determinato momento della storia umana.
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Locke
La teoria della conoscenza e la filosofia politica del fondatore del pensiero liberale.
Indice
1. Il problema della conoscenza tra 600 e 700
1.1 Il razionalismo
1.2 L’empirismo e la critica dell’innatismo
1.3 Il problema della conoscenza per Locke
1.4 La critica all’innatismo e la teoria delle idee
1.5 La critica della metafisica e dell’idea di sostanza
1.6 L’analisi del linguaggio e la concezione della conoscenza
2. Il pensiero politico
2.1 I Due Trattati sul governo civile: lo stato di natura e la fondazione della proprietà privata
2.1.1 L’importanza del pensiero politico lockeano
2.1.2 I due Trattati sul governo
2.1.3 La confutazione delle tesi di Filmer
2.1.4 Lo stato di natura e la fondazione del diritto di proprietà
2.1.5 La spinta naturale all’autoconservazione
2.1.6 La derivazione della proprietà dal lavoro
2.1.7 Le due fasi dello stato di natura e la legittimazione del possesso privato
2.2 Locke teorico dello stato liberale
2.2.1 Socievolezza e insocievolezza secondo Locke
2.2.2 La divisione dei poteri dello Stato
2.2.3 I poteri illegittimi e il diritto alla rivoluzione
1. Il problema della conoscenza tra 600 e 700
Niente è nell’intelletto che non fu già nei sensi.
Tommaso d’Aquino
Il problema del valore della conoscenza, cioè della corrispondenza delle nostre rappresentazioni con la realtà esterna, è il problema specifico della filosofia moderna da Cartesio a Kant.
Tra il seicento e il settecento la questione decisiva diventa la determinazione di quanto, nel processo conoscitivo, derivi dall’esperienza e quanto dall’attività dell’intelletto.
Razionalismo ed empirismo possono essere considerate, al riguardo, le due grandi modalità attraverso cui la filosofia tenta di risolvere la discussione circa l’origine, i limiti e la validità della conoscenza.
Homo sapiens, la filogenesi umana
Testo della lezione sull’evoluzione della nostra specie, elaborato sulla base delle lezioni di Telmo Pievani dell’Universitù di Padova.
Indice
1. La filogenesi della specie Sapiens del genere Homo
2. La Rift Valley
3. Il genere Homo
4. Out of Africa
4.1 L’Out of Africa di Homo Ergaster e le sue filiazioni orientali di Homo georgicus e Homo Erectus
4.2 L’Out of Africa di Homo Heidelbergensis
4.3 Gli Out of Africa di Homo Sapiens
6. L’evoluzione del cervello umano
6.1 Conclusioni: encefalizzazione, linguaggio e cultura negli ominidi
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