Posts tagged ‘lavoro’

24 Ottobre, 2024

Hegel

by gabriella
Georg Wilhelm Hegel

Georg Wilhelm Hegel (1770 – 1831)

La filosofia di Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Stoccarda, 1770 – Berlino, 1831) nasce dall’aspirazione, condivisa con il movimento romantico, di veder conciliate le contraddizioni tra soggetto e oggetto, sentimento e ragione, individuo e società, finito e infinito, umano e divino, termini che la cultura moderna e illuministica aveva invece contrapposto.

Hegel accusa i filosofi moderni e, particolarmente Kant, di restare ancorati alle rigidità dell’intelletto (definirà seccamente il modo di pensare moderno, o kantiano, frutto di un «intelletto tabellesco» Pref. Fenom., pp. 40-41) e mantenere la loro riflessione sul livello astratto della distinzione uomo/natura – per quanto riguarda il piano conoscitivo – e dell’opposizione di essere/dover essere su quello etico, senza cogliere il nesso razionale e necessario che lega i singoli aspetti della realtà.

Hegel sarà infatti il sistematore di quella linea di pensiero che, a partire da Fichte, rifiuta la concezione dogmatica dell’essere, inteso come realtà oggettiva e indipendente dal soggetto e la riconduce all’attività creativa dello spirito.

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24 Ottobre, 2024

Karl Marx, La cacciata dei contadini dalla terra

by gabriella

Dalle prime recinzioni descritte da Thomas More nel XVI secolo, alla massiccia espulsione dei contadini dalla terra del XVII e XVIII secolo. Marx fotografa questo momento fondativo del capitalismo che, nel primo libro del Capitale (sez. 24), chiama accumulazione originaria.

La sua tesi è che il modo di produzione capitalistico (cioè “moderno”, per usare il lessico attuale della sociologia), basato sullo sfruttamento del lavoro e l’accumulazione del profitto (capitale) si sviluppa sulla base di due condizioni: 1. la liberazione del lavoro dalla servitù feudale (nella quale il contadino era legato alla terra) e la nascita del lavoro salariato (in cui il proletario diventa libero di vendere le sue braccia per un salario) e 2. l’espulsione dei contadini dalla terra (con la prima pauperizzazione delle classi popolari, espropriati della capacità autonoma di reddito, legata al lavoro servile e alle libertà comunali).  

«Fu così che i contadini, dapprima espropriati con la forza delle proprie terre, cacciati dalle proprie case, trasformati in vagabondi e poi frustati, marchiati, torturati in base a leggi grottescamente terribili, furono condotti alla disciplina necessaria per il sistema salariale»

Karl Marx, Il capitale, I, VII.

La struttura economica della società capitalistica è uscita dal grembo della struttura economica della società feudale. La dissoluzione di questa ha messo in libertà gli elementi di quella.

Il produttore immediato, o diretto, cioè l’operaio, poteva disporre della sua persona solo dopo aver cessato d’essere legato alla gleba, e servo di un’altra persona o infeudato ad essa. Per divenire libero venditore di forza lavoro, che porta la sua merce dovunque essa trovi un mercato, doveva inoltre sottrarsi al dominio delle corporazioni di mestiere, delle loro clausole sugli apprendisti e sui garzoni, dei vincoli delle loro prescrizioni sul lavoro.

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1 Maggio, 2024

Storia del Primo maggio, da Piazza Haymarket al Jobs Act

by gabriella
HaymarketMartyrs

In alto: Parsons, Fielden, Lingg; al centro Spies; in basso Shwab, Engel, Fisher

The day will come when our silence will be more powerful than the voices you are throttling today Haymarket Martyr’s Monument

La storia del primo maggio affonda le sue radici nelle lotte operaie per le otto ore che infiammarono gli Stati Uniti tra il 1860 e il 1880.

Il 4 maggio 1886, uno sciopero a Chicago assunse dimensioni particolarmente vaste. Per disperdere gli scioperanti durante un comizio, le autorità fecero esplodere una bomba in piazza Haymarket. Contro gli scioperanti fu aperto il fuoco.

Iniziò così una rappresaglia di massa contro gli operai, non solo a Chicago, il centro principale del movimento, ma in tutto il paese. Vennero arrestati centinaia di lavoratori ed otto di loro vennero processati.

Nonostante non fossero state trovate prove della responsabilità degli operai nell’attentato, il Tribunale di Chicago condannò a morte sette degli imputati: Albert Parsons, August Spies, Samuel Fielden, Michael Schwab, Adolf Fischer, George Engel e Louis Lingg; l’ottavo, l’imputato Oscar Neebe, a 15 anni di carcere.

Lingg morì durante la permanenza in carcere. Parsons, Spies, Engel e Fischer vennero giustiziati l’11 novembre 1897.

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28 Febbraio, 2024

Locke

by gabriella

John Locke (1632 – 1704)

La teoria della conoscenza e la filosofia politica del fondatore del pensiero liberale.

Indice

1. Il problema della conoscenza tra 600 e 700

1.1 Il razionalismo
1.2 L’empirismo e la critica dell’innatismo
1.3 Il problema della conoscenza per Locke
1.4 La critica all’innatismo e la teoria delle idee
1.5 La critica della metafisica e dell’idea di sostanza
1.6
L’analisi del linguaggio e la concezione della conoscenza

 

2. Il pensiero politico

2.1 Due Trattati sul governo civile: lo stato di natura e la fondazione della proprietà privata

2.1.1 L’importanza del pensiero politico lockeano
2.1.2 I due Trattati sul governo
2.1.3 La confutazione delle tesi di Filmer
2.1.4 Lo stato di natura e la fondazione del diritto di proprietà
2.1.5 La spinta naturale all’autoconservazione
2.1.6 La derivazione della proprietà dal lavoro
2.1.7 Le due fasi dello stato di natura e la legittimazione del possesso privato

2.2 Locke teorico dello stato liberale

2.2.1 Socievolezza e insocievolezza secondo Locke
2.2.2  La divisione dei poteri dello Stato
2.2.3 I poteri illegittimi e il diritto alla rivoluzione

 

 

1. Il problema della conoscenza tra 600 e 700

Niente è nell’intelletto che non fu già nei sensi.

Tommaso d’Aquino

Il problema del valore della conoscenza, cioè della corrispondenza delle nostre rappresentazioni con la realtà esterna, è il problema specifico della filosofia moderna da Cartesio a Kant.

Tra il seicento e il settecento la questione decisiva diventa la determinazione di quanto, nel processo conoscitivo, derivi dall’esperienza e quanto dall’attività dell’intelletto.

Razionalismo ed empirismo possono essere considerate, al riguardo, le due grandi modalità attraverso cui la filosofia tenta di risolvere la discussione circa l’origine, i limiti e la validità della conoscenza.

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29 Gennaio, 2024

Il lavoro tra innovazione e declino

by gabriella

Lezione introduttiva ai problemi del lavoro nella società dell’automazione digitale e dell’intelligenza artificiale.

 

Indice

1. Lavoro e competenze nel XXI secolo

2. Intelligenze artificiali e declino del lavoro

2.1 Lo scenario
2.2
 Il pianeta dei robot
2.3 The Economist, Bussano all’ufficio proprio accanto al tuo

 

3. Francesco Daveri, Industria 4.0 e l’impatto sul lavoro

2.1 Riccardo Staglianò, Al posto tuo
2.2 Tutta la città ne parla, Intelligenza artificiale e politica

 

4. Gig e Sharing Economy

4.1 Gig economy
4.2
Sharing economy
4.3
Carlo Formenti, Abbasso Uber

 

5. Gli studi umanistici sono strategici nel lavoro del XXI secolo?

6. Esercitazione, Lavoro e società sotto il profilo giuridico e sociale

 

1. Lavoro e competenze nel XXI secolo

Download (PPTX, 1.43MB)

Kahoot

2. Intelligenze artificiali e declino del lavoro

Di Fabio Chiusi. L’articolo è uscito nel 2016 su Valigia Blu.

È un giorno qualunque, nell’era dei robot, e il lavoratore tipo esce di casa per recarsi in ufficio. Le macchine, per strada, si guidano da sole. Il traffico pure: si dirige da sé. Lo sguardo può dunque alzarsi sopra la testa, dove, come ogni giorno, droni consegnano prodotti e generi alimentari di ogni tipo – oggi, per esempio, il pranzo suggerito dal frigorifero “intelligente”.

Sul giornale – quel che ne resta – gli articoli sono firmati da algoritmi. Giunto alla pagina finanziaria, il nostro si abbandona a un sorriso beffardo: il pezzo, scritto da un robot, parla delle transazioni finanziarie compiute, in automatico, da altri algoritmi.

Entrato in fabbrica, poi, l’ipotetico lavoratore di questo futuro (molto) prossimo si trova ancora circondato dall’automazione; per la produzione, ma anche per l’organizzazione, la manutenzione, perfino l’ideazione del prodotto: a dirci cosa piace ai clienti, del resto, sono ancora algoritmi.

Quel che mi resta, pensa ora senza più sorridere, è coordinare robot, o robot che coordinano altri robot. Finché ne avranno bisogno.

 

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18 Marzo, 2023

Il lavoro tra fondamento costituzionale e declino sociale

by gabriella

Svolgimento della traccia del tema di Scienze Umane sugli argomenti di Educazione civica.

Gli artt. 1;4; 35 (e 37) assegnato al lavoro il ruolo di fondamento della Repubblica. Al tempo stesso, il lavoro conosce, nella società contemporanea, una crisi forse irreversibile.

Avvalendoti della lettura degli artt. costituzionali e delle tue conoscenze sociologiche, illustra il ruolo del lavoro , quindi dei cittadini, nella vita della Repubblica, spiegando quale nuovo senso debba assumere la sovranità popolare, anche alla luce dell’art. 3.

La Repubblica italiana si dichiara democratica, in quanto fondata sulla partecipazione attiva di tutti i cittadini allo sviluppo della vita sociale: questo è il significato dell’art. 1  e dell’indicazione della sovranità popolare che contiene.

Il lavoro è, infatti, la forma fondamentale di cooperazione sui cui si basa la società umana in ogni tempo e in ogni luogo ed è, per questo, il terreno principale, benché non esclusivo, dello sforzo collettivo di realizzazione del progresso sociale, economico e culturale di un paese.

Tale fondamento di partecipazione alla vita sociale è però fortemente in crisi e il suo ruolo come motore di progresso e di promozione umana è sfidato dalla progressiva perdita di valore del lavoro innescata dalla globalizzazione economica, dalla finanziarizzazione dell’economia e dall’avvento delle intelligenze artificiali che rendono ancora più incerto il suo ruolo futuro.

Quale senso occorre dare, quindi, al primo art. della Costituzione repubblicana? Senza dubbio è necessario intendere in senso estensivo il suo riferimento al lavoro e riferirlo a quella partecipazione attiva alla vita sociale a cui allude l’art. 3.

Se la Repubblica è democratica, infatti, è perché promuove attivamente il pieno sviluppo della personalità umana e la partecipazione di tutti i cittadini alle scelte collettive e alla vita sociale, risultato assicurato da quello che Piero Calamandrei chiamava un “organo costituzionale”, cioè la scuola.

1 Febbraio, 2023

Esiodo, l’aretè popolare

by gabriella

Demetra e Persefone

 Considera tutto ciò e porgi ascolto al diritto,
dimentica ogni violenza.
Ché tale è il costume che Zeus ha prescritto agli uomini:
i pesci e le fiere e gli uccelli alati si divoreranno fra loro, poiché non v’è tra loro diritto.
Ma agli uomini diede egli il diritto, sommo tra i beni.

Le opere e i giorni (Erga kài hemérai), vv. 274-278

 

Indice

1. La virtù popolare e il rovesciamento dell’aretè omerica
2. Il protagonismo del demos ionico
3.
Le Opere e i giorni: la virtù del lavoro contro la hybris
4. L’ordine divino e l’intervento degli dèi nelle cose umane
5. La virtù del demos è la virtù dell’umanità


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21 Gennaio, 2023

Pietro Piro, Tre film su lavoro, alienazione, solidarietà

by gabriella

Tratto da Academia. edu la bella analisi di Pietro Piro su Riff Raff, Bubble e Non è ancora domani. Questi film , come scrive sempre Piro nel finale, possono essere utili per tracciare una mappa del processo di disumanizzazione radicale che attraversa il nostro tempo informandolo e modellandolo alla luce di un’alienazione sempre più realizzata e completa.

In una società a rischio, caratterizzata da biografie di questo
tipo, la possibilità di scivolare e cadere sono sempre in
agguato, nonostante la sicurezza e il benessere apparenti. Di
qui derivano l’ansia e il timore che pervadono anche i ceti
sociali più elevati, tendenzialmente benestanti.
U. Beck, Costruire la propria vita

La povertà è una anomalia per i ricchi. È difficile capire
perché la gente che vuole mangiare non suona la campanella
per far portare la cena.
Walter Bagehot

Nel 1991 Kean Loach vinceva con il film Riff Raff (1991) il premio della critica internazionale al festival di Cannes. Un film duro, essenziale, impegnato. Il tema del film è arcinoto. Un ex galeotto dal fisico minuto e nervoso, approda in un cantiere edile dove i cosiddetti diritti dei lavoratori sono 2 sistematicamente calpestati.

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1 Maggio, 2018

Will Robots Take My Job?

by gabriella

In un saggio del 2013, Carl Benedikt Frey e Michael Osborne della Oxford University hanno elaborato una metodologia previsionale del rischio automazione di impieghi e professioni. L’anno scorso i due autori hanno creato un sito che permette di esaminare la possibilità di robotizzazione di oltre settecento mestieri.

Sotto lo spazio di ricerca che permette di interrogare il sistema (cliccare sull’immagine):

Se si digita “taxi driver”, ad esempio, si otterrà il seguente risultato:

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19 Febbraio, 2018

Alberto Magnani, Le inutili lauree umanistiche danno sempre più lavoro

by gabriella

L’occupabilità, il reddito e la soddisfazione dei laureati nelle humanities, secondo il report dell’American academy of arts and sciences. Pubblicato da IlSole24Ore del 16 febbraio 2018.

Trovano lavoro, guadagnano tanto da «permettersi tutto quello che vogliono», soffrono di tassi di disoccupazione simili a quello degli altri dipartimenti. I luoghi comuni sui laureati in discipline umanistiche, diffusi anche al di fuori dell’Italia, rischiano di essere contraddetti dalla loro stessa argomentazione: le prospettive economiche.

Mentre a Milano i licei classici sono assediati da un numero di iscrizioni superiori alle proprie disponibilità, negli Stati Uniti un report dell’American academy of arts and sciences rivela che gli studi nelle «arti liberali» garantiscono margini di entrate e soddisfazione in linea agli altri corsi di studio.

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