La cascina Raticosa, rifugio e comando della V Brigata Garibaldi, è uno dei luoghi simbolo della lotta partigiana in Umbria.
Si trova tra Ponze e Cupoli, sulla strada di Cancelli e Acqua Santo Stefano, i villaggi di montagna tra Trevi e Foligno (PG) che subirono i rastrellamenti del febbraio 1944. Su quei viottoli, nella notte tra il 2 e il 3 febbraio, ventiquattro giovani partigiani furono catturati dai nazisti e inviati al campo di Mathausen, dal quale la gran parte non fece ritorno.
Qualche anno fa, qualcuno si era arrampicato fino alla cascina per tracciare una svastica sul muro del comando partigiano e rimuovere la targa che ne ricorda la storia. Il giorno dopo (3 marzo 2015), Enrico Angelini, uno dei combattenti scampati al massacro, è tornato a riparare l’offesa:
Spero che a oltraggiare questo luogo sia stato qualche giovane esaltato che magari ignora la nostra storia, e che faccia in tempo a ravvedersi.
Al posto della targa portata via dai vandali, adesso c’è il fiore di Angelini. Dell’ignoranza della nostra storia dovremo occuparci noi.
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