Archive for ‘Antropologia’

11 Febbraio, 2025

2. Educazione informale, educazione formale

by gabriella

Indice

1. L’educazione informale nelle società prive di scrittura

1.2 Bernardo Bernardi, L’educazione informale

 

2. L’educazione formale

2.1 L’apprendimento scolastico

1. L’educazione informale delle società prive di scrittura

culture orali

Uno degli obiettivi fondamentali dell’educazione è la conservazione e la trasmissione della tradizione culturale alle generazioni più giovani.

Nelle società senza scrittura manca, però, lo strumento indispensabile per tramandare una concezione del mondo al di là del qui ed ora. L’educazione perciò deve essere assicurata attraverso il passaggio diretto e personale di valori, pensieri, modi di vita.

Questa trasmissione diretta e personale è raggiunta con l’educazione informale che viene realizzata dal gruppo familiare, dai coetanei e dagli adulti della comunità.

Si tratta di una forma di educazione basata quasi esclusivamente sull’osservazione e sull’esperienza diretta che sostituisce in gran parte ciò che nelle società alfabetiche è fornito dalla scuola.

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21 Gennaio, 2025

L’ambiente e le forme di società

by gabriella

inuit,Studiando la modernizzazione si osserva come un cambiamento economico [il lavoro da mezzo – di sopravvivenza – a fine – di arricchimento] abbia innescato la molteplicità di trasformazioni che caratterizza la fisionomia delle società moderne.

Estendendo lo sguardo alle società tradizionali o non moderne, si vede come il tipo di organizzazione del lavoro umano, quale primo elemento di adattamento all’ambiente, decida l’insieme dei rapporti sociali, cioè la forma di società.

Indice

1. Adattamento all’ambiente e lavoro
2. Le società acquisitive

2.1 Le società di caccia e raccolta contemporanee
2.2.1 L’animismo dei cacciatori-raccoglitori
2.2 Le società acquisitive preistoriche

 

3. Casi etnografici

3.1 I Kwakiutl
3.2 I Kung San
3.3 I Guayaki

 

4. La rivoluzione agricola e la stratificazione sociale

4.1 La domesticazione delle piante
4.2 La domesticazione degli animali
4.3 Investimento lavorativo e rendimento nel tempo
4.4 Orticoltura e agricoltura
4.5 Agricoltura e differenziazione sociale
4.6 Pastorizia e società nomadi

 

Videolezioni

 

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20 Gennaio, 2025

Pierre Clastres, Economia primitiva, economia dell’abbondanza

by gabriella
Pierre Clastres

Pierre Clastres (1934 – 1977)

Uscito negli Stati Uniti nel 1972, Stone Age Economics, il classico della ricerca antropologica sulle forme economiche delle società native di Marshall Sahlins, fu tradotto in francese nello stesso anno e pubblicato da Gallimard con il titolo Âge de la pierre âge d’abondance. 

Nella prefazione, affidata a Pierre Clastres, l’antropologo fece risaltare la creazione dell’abbondanza in società che ignorano povertà e diseguaglianza e lasciano la maggior parte del tempo libero ai propri membri. È in questo contesto che Clastres analizza il legame tra potere e debito, fornendo una memorabile lettura del Big Man, il capo senza potere dei selvaggi.

In sintesi, la prefazione di Clastres distrugge il luogo comune dell’economia dei selvaggi come economia della penuria. Sahlins e Clastres mostrano invece come le economie “acquistive” siano economie dell’abbondanza, strettamente regolate perché non appaia surplus e con esso la diseguaglianza e il potere politico.

Sotto la prefazione integrale in pdf e il testo dell’esercitazione di Antropologia economica in una quarta liceo di Scienze umane, ridotto e con facilitatori di lettura.

«Gli dèi si trattengono infatti, dopo averli nascosti, i beni necessari alla nostra esistenza,
ché altrimenti con facilità potresti lavorare in un giorno,
così da possedere per un anno, stando ozioso;
ben tosto potresti porre al fumo del focolare il timone della nave,
e sparirebbe il lavoro dei buoi e dei muli pazienti alla fatica». 

Esiodo, Le opere e i giorni [integrazione mia].

 

Prefazione integrale

Download (PDF, 453KB)

 

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8 Gennaio, 2025

Jerome Bruner, La necessità umana di educazione

by gabriella

In questo brano, tratto da Il significato dell’educazione (1971), Bruner esamina come le caratteristiche della nostra specie ci abbiano predisposto al bisogno di educazione.

homo erectusGli esseri umani, a differenza degli altri primitivi, hanno un’infanzia prolungata e un più lungo rapporto di dipendenza dagli adulti.

L’opinione corrente sull’origine di questa condizione può essere sintetizzata in questo modo. A mano a mano che gli ominidi divennero sempre più bipedi con le mani libere necessarie per l’uso degli utensili, ci fu non solo un aumento delle dimensioni del cervello, ma anche la richiesta di una cintura pelvica più robusta per sostenere lo sforzo pressante di camminare eretti.

L’aumento della forza nella cintura pelvica si verificò attraverso una graduale chiusura del canale natale e si determinò così un paradosso ostetrico: un cervello più voluminoso in rapporto a un canale del parto più stretto per il passaggio del neonato.

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16 Settembre, 2024

Jean-Pierre Vernant, La natura umana secondo i Greci

by gabriella

Nella Teogonia e ne Le opere e i giorni, Esiodo racconta i miti della nascita del tempo e delle storie di dèi e uomini. Ai tempi di Crono, gli uomini, creature a cavallo tra mondo animale e divinità, vivevano insieme agli dèi: era l’età dell’oro.

Tratto da L’univers, les dieux, les hommes. Récits grecs des origines (1999), trad it. L’universo, gli dèi, gli uomini. Il racconto del mito, Torino, Einaudi, 2000.

Indice

1. L’età dell’oro: uomini e dèi

1.1 Al tempo di Crono, prima della guerra dei Titani
1.2 La lontananza di ogni male

 

2. Prometeo, la condizione umana
3. Pandora, la figura della donna nel mito greco

 

 

Mappa

La genealogia degli dei

1. L’età dell’oro: uomini e dèi

Antefatto: Zeus era figlio di Crono, a sua volta figlio di Urano. Urano figlio e sposo di Gea, impediva ai suoi figli (i Titani, gli Ecatonchiri e i Ciclopi) di nascere perché temeva di essere spodestato da loro. Gea, sconvolta, armò la mano di Crono che aggredì il padre recidendogli i testicoli con una falce.

Iniziò così il regno del titano Crono che unitosi alla sorella Rea, generò molti dèi, divorandoli però come aveva fatto il padre Urano, prima di lui. Rea allora partorì l’ultimo figlio, Zeus, di nascosto e lo fece crescere forte e sano fino ad affrontare il padre e batterlo.

 

Zeus

[pp. 49-51] Zeus siede sul trono e da lassù domina l’intero univer­so. Il mondo possiede un proprio ordine. Gli dèi si sono dati battaglia, alcuni di loro hanno trionfato. Tutto quan­to esisteva di malvagio nel cielo etereo è stato cacciato via, o imprigionandolo nel Tartaro, o spedendolo sulla terra, presso i mortali. E agli uomini, che cosa accade ? Che co­sa ne è di loro ?

La storia ha inizio non proprio con l’origine del mon­do, ma piuttosto nel momento in cui Zeus è già re, quan­do il mondo divino ha trovato cioè un suo ordine e una sua stabilità.

 

1.1 Al tempo di Crono, prima della guerra dei Titani

Gli dèi non vivono unicamente sull’Olimpo, ma dividono con gli uomini degli angoli di mondo. Esiste in particolare un luogo in Grecia, vicino a Corinto, una pia­nura, a Mekone, in cui uomini e dèi vivono insieme, me­scolati gli uni con gli altri. Banchettano in compagnia, sie­dono alla stessa tavola, partecipano a feste comuni: ciò si­gnifica che per uomini e dèi che vivono insieme, ogni giorno è un giorno di festa e di felicità. Si mangia, si be­ve, si sta in allegria, si ascoltano le Muse cantare la gloria di Zeus e le avventure divine. In poche parole: tutto pro­cede nel migliore dei modi.

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9 Settembre, 2024

Cosa sono le scienze umane?

by gabriella

 

Aristote et ses disciples, miniature du XIIIe siècle, Bibliothèque de Topkapi à Istanbul

Aristotele e i suoi discepoli, miniatura del XIII secolo, Istanbul, Biblioteca di Topkapi

Qu’est-ce que les sciences humaines?, estratto con modifiche dal testo di Jean-François Dortier Les Sciences humaines, panorama des connaissances [Paris, Editions Sciences humaines, 1998, pp. 3-5] [traduzione mia].

Sorvoliamo sul problema terminologico, sarebbe vano cercare una definizione canonica o una traccia precisa delle reciproche frontiere tra le «scienze umane», le «scienze sociali» o le «scienze dell’uomo».

Queste scienze si sovrappongono parzialmente senza essere completamente sinonime. Le loro definizioni sono dovute più a distinzioni accademiche, variabili a seconda dei paesi e degli usi, che a una terminologia rigorosa.

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18 Marzo, 2024

L’identità culturale

by gabriella

Il tema dell’identità attraversa problemi e concetti trasversali a tutte le scienze umane e richiede di essere studiato con strumenti antropologici, sociologici, storici, giuridici, psicologici e pedagogici.

Nel testo seguente cerchiamo di mettere a fuoco il problema della costruzione del Sé (collettivo, attraverso l’appartenenza a gruppi – famiglia, classi, nazione ecc. – e individuale, attraverso la formazione della personalità) e dell’Altro, partendo dalla definizione dell’identità sociale per arrivare a quella fisica e psicologica.

 

Indice

1. La questione dell’identità

1.1 Appartenenza e distinzione
1.2 Il campanile e il palo sacro
1.3 I rischi dell’identità

 

2. Il corpo

2.1 La conoscenza incorporata
2.2 Modellare il corpo, differenziarsi dalla natura

2.2.1 Capelli 
2.2.2 Decorazioni temporanee e tatuaggi
2.2.3 Modellamento
2.2.4 Mutilazioni
2.2.5 Vestirsi e svestirsi

 

2.3 Il caso del velo islamico
2.4 Il mercato di organi: una forma di neocannibalismo contemporaneo

 

3. In tutte le culture l’uomo è soggetto (o persona), solo per l’Occidente è individuo

3.1 Sesso e genere

 

4. Emozioni e sentimenti come elementi costitutivi del sé
5. Identità e alterità collettive

5.1 Hutu e Tutsi
5.2 Classi e caste
5.3 Classi o caste nel Medioevo: la società dei tre ordini

Videolezioni: 1. Introduzione all’identità (a cura di Francesco, Andrea, Celeste e Chiara, 3F)

Test: Introduzione

 

1. La questione dell’identità

operaiGli esseri umani percepiscono e organizzano concettualmente il mondo che li circonda (la natura e i fatti umani) attraverso gli strumenti forniti loro dalla cultura.

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11 Gennaio, 2024

L’indeterminatezza e la natura “culturale” dell’uomo

by gabriella
Pico

Sandro Botticelli, Ritratto di uomo con la medaglia di Cosimo il vecchio, 1474-75 – probabile ritratto di Pico

La lezione introduttiva del corso di antropologia, illustrativa dei concetti di indeterminatezza umana (neotenia), cultura, inculturazione.

Indice

1. L’animale indeterminato
2. La neotenia o infanzia cronica dell’uomo
3. L’importanza del gruppo d’appartenenza

 

[…] Prese pertanto l’uomo, fattura priva di un’immagine precisa e, postolo in mezzo al mondo, così parlò «Adamo, non ti diedi una stabile dimora, né un’immagine propria, né alcuna peculiare prerogativa, perché tu devi avere e possedere secondo il tuo voto e la tua volontà quella dimora, quell’immagine, quella prerogativa che avrai scelto da te stesso.

Una volta definita la natura alle restanti cose, sarà pure contenuta entro prescritte leggi. Ma tu senz’essere costretto da nessuna limitazione, potrai determinarla da te medesimo, secondo quell’arbitrio che ho posto nelle tue mani. Ti ho collocato al centro del mondo perché potessi così contemplare più comodamente tutto quanto è nel mondo.

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9 Novembre, 2023

Réné Girard, Il capro espiatorio

by gabriella

Réné Girard (1925 – 2015)

L’analisi girardiana del meccanismo vittimario parte dall’osservazione del mimetismo umano che spinge gli individui ad agire perché vedono farlo ad un modello.

Al centro del mimetismo c’è il desiderio che è appunto il volere qualcosa perché la vuole l’altro.

Il concetto di desiderio è totalmente diverso da quello di appetito: si vuole qualcosa perché la vuole anche l’altro, è il principio mimetico che muove l’individuo nella sua socialità [ne Le bouch émissaire (1982), trad. it. Il capro espiatorio, Milano, Adelphi, 1987].

Indice

1. Desidero e mimetismo
2. Il meccanismo vittimario
3. La scelta della vittima
4. Il capro espiatorio nel mito e nella religione

4.1 Trasfert di aggressività e trasfert di divinizzazione
4.2 Il cristianesimo e il capro espiatorio

1. Desiderio e mimetismo

Jan Massys, David e Betsabea, 1562

Il punto di partenza della spiegazione che Girard offre del meccanismo del capro espiatorio è la dinamica umana del desiderio. L’animale, infatti, agisce secondo appetiti dettati dall’istinto, l’uomo invece osserva e, successivamente, imita.

Nasce così un rapporto triangolare nel quale qualcuno desidera qualcosa perché qualcun altro la possiede. Ciò comporta che le cose che vogliamo avere non le desideriamo per se stesse, ma perché sono possedute dal modello a cui ci omologhiamo.

Se finiamo col desiderare tutti le stesse cose diventiamo, però, rivali e antagonisti. La rivalità mimetica è, dunque, il conflitto antropologico essenziale di cui dà conto anche l’ultimo comandamento che prescrive di non desiderare la donna e i beni del proprio vicino.

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27 Gennaio, 2023

Il dibattito sulla famiglia

by gabriella

Spunti di lettura per una riflessione in classe sulle trasformazioni della famiglia.

1.I cambiamenti della convivenza in Occidente e le diversità culturali in relazione alla parentela
2.
Umberto Galiberti, La famiglia è un’istituzione naturale?
3. Marco Aime, Enzo Bianchi, Il sinodo dei vescovi sulla famiglia (2015)
4. Vincenzo Matera, L’antropologia culturale di fronte alle diversità umane intorno alla parentela

La famiglia cambia ed è sempre cambiata anche in Occidente. Umberto Galimberti si interroga dunque sulla possibilità o meno che la famiglia sia istituzione “naturale“.

Nel 2015, la trasmissione di approfondimento religioso Uomini e profeti ha dedicato la puntata del 4 ottobre al Sinodo dei vescovi dedicato alla “vocazione e missione della famiglia nel mondo contemporaneo”. Sono intervenuti l’antropologo Marco Aime e l’ex priore del monastero di Bose, Enzo Bianchi.

Conclude la sintesi di Vincenzo Matera, che spiega perché, alla luce dei saperi antropologici, non esiste una famiglia naturale, né una natura che regoli stabilmente i comportamenti dell’uomo.

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