Il primo dei concetti chiave tra pedagogia, psicologia e didattica in vista dell’esame di stato. L’insuccesso scolastico indica la difficoltà dell’alunno di adeguarsi alle richieste della scuola e a conseguire i risultati d’apprendimento che questa si prefigge per la generalità degli studenti. Si tratta di una condizione di disagio scolastico strettamente correlata allo svantaggio socio-culturale. In fondo al testo materiali di approfondimento e lessico.
L’insuccesso scolastico si associa quasi sempre all’abbandono scolastico (1), oppure – in presenza di una selezione differita (2) – all’impossibilità dell’alunno di percorrere corsi di studio di livello superiore.
L’insuccesso scolastico è strettamente correlato alla classe sociale di appartenenza degli alunni, alla condizione economica e, soprattutto, culturale dell’ambiente di provenienza. A questo proposito si è parlato di «eredità culturale», come di quel «capitale invisibile» che aiuta gli alunni di ambiente sociale medio-alto ad inserirsi positivamente nei processi di apprendimento e nel clima formativo attivati dalla scuola, e colloca invece gli alunni di ambiente sociale inferiore in una condizione di svantaggio. L’alunno svantaggiato è quasi sempre un alunno che incontra difficoltà a scuola non, come spesso si ritiene, per carenze intellettuali, ma per la povertà degli strumenti culturali che vengono richiesti dalla scuola.
Emerso con forza negli anni 60 e 70, il legame dell’insuccesso scolastico con forme di disadattamento socioculturale legate alla condizione di partenza degli allievi è stato oggetto di critiche durissime – quale quella di Don Milani – e di tentativi di intervento. Le strategie messe in atto dalla scuola democratica per evitare che lo svantaggio socio-culturale sfociasse nell’insuccesso e quindi nell’abbandono scolastico, quali l’individualizzazione dell’insegnamento o le pratiche di recupero e sostegno didattico – non hanno fin qui eradicato il problema. Pratiche di successo si sono realizzate in effetti, solo quando le pratiche di compensazione culturale si sono applicate nei primissimi anni di scuola (scuola dell’infanzia), cioè nella fase di sviluppo in cui si formano le precondizioni dell’apprendimento (linguaggio, capacità d’astrazione, motivazioni, ecc.).
Integrazione scolastica
Il termine è impiegato nella teorizzazione e nella pratica educativa relativa ai processi formativi degli alunni socialmente svantaggiati o disabili che fino agli anni ’90 indicava gli orientamenti politici e pedagogici volti a combattere la segregazione e l’emarginazione mediante l’inserimento nelle classi comuni degli alunni cosiddetti con handicap e l’adozione di procedure didattiche di compensazione e di recupero. Attualmente, la nozione sembra indicare un modo nuovo di intendere l’educazione di tutti. Le prospettive più recenti dell’integrazione avanzata intendono infatti farsi carico dei bisogni formativi individuali, e perseguono come scopo la integrazione di ogni singolo individuo nel sistema formativo di tutti.
La pedagogia della integrazione passa per questa via dalle originarie posizioni della pedagogia «speciale» [educazione degli alunni disabili] a un modello formativo che riguarda ogni singolo alunno, in quando portatore di una propria specificità e originalità. Integrazione significa qui personalizzazione dei processi formativi che permette a ogni singolo alunno di integrarsi con successo nel sistema complessivo della scuola con le proprie distinte caratteristiche personali.
Per approfondire:
1. Intelligenti si nasce o si diventa?
4. La parola ci fa uguali 2. Basil Bernstein, William Labov
5. Giuseppe di Vittorio, «Dentro i libri stanno le parole»
6. Abbas Kiarostami, Compiti a casa
Dizionario
Abbandono scolastico: interruzione degli studi prima che sia completato l’obbligo scolastico: in termini più vasti, prima del completamento degli studi e del conseguimento della licenza media o del diploma di istruzione (liceale, tecnica o professionale).
Selezione differita: Rinvio della selezione sociale a momenti successivi della carriera scolastica o del percorso individuale di un allievo, senza che gli siano stati forniti gli stumenti culturali di inclusione sociale. Si parla di selezione differita quando la scuola certifica in modo burocratico il conseguimento degli standard di apprendimento, rinviando la selezione e l’insuccesso a fasi successive della scolarità, cioè alla scuola secondaria e all’Università.
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