Solo due strumenti ha la mente per conoscere: i sensi e la ragione. Ma i sensi ci mostrano una realtà mutevole e incomprensibile, nella quale ogni cosa, cambiando, diventa il proprio opposto. Di cosa dunque possiamo essere certi? Esiste una realtà stabile che permette una conoscenza certa e una verità permanente?
Seguendo la ragione possiamo sapere che l’essere è perché il nulla non può essere pensato. Se invece ipotizzassimo che l’essere non è cadremmo in un grave errore perché «la stessa cosa è e pensare che è», quindi, se pensiamo, dimostriamo che l’essere esiste e che il pensiero non può pensare che l’essere (qualcosa che è).
Il non essere, d’altra parte, non è e non può essere pensato. Dunque tra essere e nulla c’è una differenza incolmabile, essenziale: l’uno non può mai diventare l’altro e viceversa.
Eppure i sensi vorrebbero accreditarci proprio questa tesi: che l’essere e il non essere sono entrambi e passano continuamente l’uno nell’altro, come mostrano il divenire (le cose che sono, un tempo non erano e torneranno ad essere nulla) e la molteplicità degli enti (questa cosa è se stessa ma non è quell’altra e viceversa). La ragione vieta però di accogliere questa confusa contraddittorietà, propria degli uomini che nulla sanno, la cui ignoranza dirige l’errante mente ..
Comprendere che divenire e molteplicità sono opinione infondata (doxa), apparenza illusoria, è allora accogliere senza tremare la ben rotonda verità che l’essere soltanto è necessariamente.
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Parmenide era nato ad Elea (oggi Velia, una cittadina della Campania), per questo la filosofia sua e della sua scuola è detta eleatica.
Il filosofo imposta il problema della conoscenza (cioè quello di capire cosa sappiamo con certezza del mondo) notando che l’essere (il fondamento della realtà) e il pensiero che la pensa sono la stessa cosa.
Cosa significa?
Significa che la realtà e il pensiero obbediscono alle stesse leggi e che l’ordine del mondo è lo stesso del pensiero che lo pensa: è sia un ordine logico che ontologico (l’ontologia è la scienza dell’essere, cioè lo studio di ciò che è).
Arturo di Corinto, La vera storia di Arpanet che NON nacque come progetto militare
by gabriella… ma dalla competizione scientifica con i russi che avevano lanciato lo Sputnik. In questo articolo uscito su Repubblica nel 2017, in occasione del trentennale dello snodo italiano, Arturo di Corinto prova a rimuovere una delle più resistenti semplificazioni giornalistiche sulle origini di Internet.
Internet non è nata come progetto militare. Levatevelo dalla testa. Internet è nata per battere i sovietici nella corsa allo spazio. Come? Collegando fra di loro i migliori scienziati americani e facilitando lo scambio dei dati fra i centri di supercalcolo sparsi negli Stati Uniti.
L’idea fu di Dwight David “Ike” Eisenhower, il presidente americano che da generale aveva guidato lo sbarco in Normandia per sconfiggere i nazisti di Hitler.
Il presidente, preoccupato che l’America perdesse la propria egemonia scientifica, tecnologica, economica e militare dopo il lancio nello spazio dello Sputnik sovietico nel 1957, riunì attorno a sé i migliori cervelli dell’epoca e nominò il rettore del Mit James Killian a capo dell’Arpa, Advanced Project, Research Agency (Agenzia per i progetti di ricerca avanzata) per contrastare il milione di scienziati messi in campo dalla Russia.
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Pochi anni dopo, ma prima che nel 1972 l’Arpa assumesse compiti militari diventando DARPA (Defense Advanced Project, Research Agency), la rete Arpanet, progenitrice di Internet, era già nata.
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