Posts tagged ‘libertà’

10 Settembre, 2020

Albert Camus, Il manifesto del libero giornalismo (Les quatre commandements du journaliste libre)

by gabriella

Poco più di anno fa Le Monde pubblicò Il manifesto censurato di Camus, scritto il 25 novembre 1939 per Le Soir Républicain e mai pubblicato, ritrovato da una ricercatrice presso gli Archives nationales d’outre-mer, ad Aix-en-Provence.

Nell’articolo lo scrittore indicava la lucidità, l’indipendenza, l’ironia e l’ostinazione come «i quattro comandamenti del giornalista libero», spingendosi fino ad indicare le modalità della scelta di ciascuno, prima ancora che della collettività, di costituirsi come uomo libero. In questo messaggio, la cui conclusione è posta come incipit, è l’appello di Camus a costruire un mondo nuovo attraverso il compito, ambizioso e modesto ad un tempo, di formare spiriti capaci di giustizia e generosità. Più del messaggio, colpisce, leggendolo, il fatto che riesca a dircelo senza un filo di retorica. Di seguito il testo, con traduzione mia.

Qui, invece il saggio dedicato a Camus da Paolo Flores d’Arcais e distribuito in CC da Micromega il 7 novembre 2013, nel centenario della nascita.

 

«Nessuno vuole ricominciare tra venticinque anni la doppia esperienza del 1914 e del 1939. Bisogna dunque sperimentare un metodo ancora tutto nuovo che sarà la giustizia e la generosità. Ma queste non si esprimono che nei cuori già liberi e negli spiriti che vedono ancora chiaramente. Formare questi cuori e questi spiriti, risvegliarli piuttosto, è il compito ad un tempo modesto e ambizioso che spetta all’uomo indipendente. Bisogna attenervisi senza guardare più avanti. La storia terrà o non terrà conto di questi sforzi. Ma saranno stati compiuti».

Albert Camus

Il est difficile aujourd’hui d’évoquer la liberté de la presse sans être taxé d’extravagance, accusé d’être Mata-Hari, de se voir convaincre d’être le neveu de Staline. Pourtant cette liberté parmi d’autres n’est qu’un des visages de la liberté tout court et l’on comprendra notre obstination à la défendre si l’on veut bien admettre qu’il n’y a point d’autre façon de gagner réellement la guerre.

E’ difficile oggi evocare la libertà di stampa senza essere tacciato di stravaganza, accusato d’essere una spia o il nipote di Stalin.  Ciononostante questa libertà, tra le altre, non è che uno dei volti della libertà come tale e si comprenderà la nostra ostinazione nel difenderla se si vuole ammettere che non c’è altro modo di vincere davvero questa guerra.

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24 Febbraio, 2020

3. Minority Report: libertà o sicurezza

by gabriella

minority report

Terza e quarta lezione dedicate ai problemi della società digitale (qui la prima e la seconda) inquadrati a partire da Minority Report.

Una società in cui i cittadini sono trasparenti – come in quella immaginaria del racconto di Philip K. Dick e del film o in quella attuale dominata dai Big data nella quale stato e mercato sanno tutto di noi – e il sistema opaco è una società autoritaria, oppressiva e senza libertà.

La sceneggiatura di Minority Report propone il tema classico del rapporto libertà-sicurezza e la sua possibile declinazione in una società della sorveglianza nella quale il sistema detiene informazioni complete sui comportamenti dei propri cittadini.

Dando forma alla storia della Precrime e del suo capo operativo, il capitano Anderton, Dick si chiede quanto sia desiderabile una società in cui la Polizia può fermare il crimine prima che sia commesso, quale sia il prezzo da pagare in termini di libertà e giustizia cioè se, in definitiva, una vita nel sistema disegnato da Precrime possa ancora dirsi pienamente umana.

Fascism is the enemy wherever it appears

Philip K. Dick

Indice

1. Il soggetto

1.1 Il futuro omicidio Marx
1.2 Il Capitano Anderton e la storia della Precrime

 

2. Il problema

 

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1. Il soggetto

Precrime è un sistema di controllo basato sulle premonizioni di tre individui tenuti in stato di semincoscienza e capaci di individuare in modo apparentemente infallibile i futuri omicidi. La sezione di polizia che lo gestisce è guidata dal capitano Anderton.

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1 Agosto, 2019

Umberto Galimberti, Identità e libertà

by gabriella

Allora la prima cosa da tenere presente è che le risposte uccidono le domande le chiudono; non bisogna avere un’ansia di risposte, perché le risposte non sono mai le risposte che salvano le situazioni, bisogna invece incrementare le domande e incominciare per esempio a domandarsi “che cos’è l’identità”, oppure che cos’è l’io?

Quindi non è interessante dare dell’io una risposta, quello che si può dire è che l’identità non è una dote naturale, noi non nasciamo con un’identità sociale: l’identità ce la danno gli altri,l’identità è frutto del riconoscimento. 

Se una mamma dice al suo bambino “sei bravo” e la maestra gli dice “sei intelligente”, il bambino costruirà un’identità positiva, se la mamma gli dice “sei un cretino” e poi glielo ribadisce la maestra, crescerà con un’identità negativa.

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14 Marzo, 2018

Felice Cimatti, L’individuo è l’essere sociale. Marx e Vygotskij

by gabriella
Karl Marx (1818 - 1883)

Karl Marx (1818 – 1883)

Questo bel saggio di Felice Cimatti – incluso nel testo collettaneo Il transindividuale, appena uscito per Mimesis (pp. 253-271) – è dedicato a una teoria della mente che si avvale degli strumenti messi a punto da Marx e Vygotskij per mettere a fuoco i limiti e le aporie dell’individualismo cognitivo e del biologicismo delle neuroscienze.

Se per Marx, l’individuo è «l’insieme dei rapporti sociali», per Vygotskij

«la mente individuale è il punto di arrivo di un processo di emancipazione dalle condizioni naturali, ma anche da tutte le relazioni storico-sociali che si presentano di fronte all’individuo come se fossero naturali».

L’individuo non è dunque la premessa della relazione, ma il suo effetto.

 

Indice

1. «La coscienza è un rapporto sociale»
2.  Vygotskij e la relazione individuo-società
3. Dal transindividuale all’individuo
4. Il ‘pensiero verbale’
5. Individuazione e transindividuale

 

1. «La coscienza è un rapporto sociale»

L’animale non umano, per Marx,

«è immediatamente una cosa sola con la sua attività vitale. Non si distingue da essa. È quella stessa [attività vitale]» Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844.

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4 Marzo, 2018

Cornelius Castoriadis, L’invenzione greca della democrazia diretta

by gabriella

Cornelius Castoriadis spiega la logica e il funzionamento della democrazia greca, là dove il popolo è lo stato e le magistrature sono elette, ma i rappresentanti sono estratti a sorte e sottoposti a rigorosa rotazione. Lo fa ponendola magistralmente a confronto con le post-democrazie moderne, ormai oligarchie liberali [qui video e testo con sottotitoli in italiano].

Dopo il video dell’intervista filmata nel 1989 da Chris Marker per la Sept (la futura Arte France) – incluso nella serie L’héritage de la chouette – una scelta di passi significativi tradotti dall’originale francese, disponibile su mediapart.fr.

Ce n’est que le peuple qui doit vivre sous ses lois qui peut décider quelles sont les meilleures.

Solo il popolo che deve vivere sotto le sue leggi può decidere quali siano  le migliori.

 


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22 Dicembre, 2017

André Gorz, L’invenzione del lavoro

by gabriella

André-GorzIn queste pagine, tratte da Metamorfosi del lavoro [Métamorphoses du travail. Quête du sens Critique de la raison économique, 1988, trad. it. Bollati, 1992, pp. 21-32] Gorz illustra la grande trasformazione dell’industrialismo con la quale «l’attività produttiva si separava dal suo senso, dalle sue motivazioni e dal suo oggetto per diventare il semplice mezzo per guadagnare un salario, cessa[ndo] di far parte della vita per diventare il mezzo per “guadagnarsi da vivere”».

Gorz getta lo sguardo su un meccanismo di alienazione tanto quanto di soggettivazione, nella fase storica in cui, come osserva in un altro scritto, a partire dagli anni ’80 «stiamo uscendo dalla società del lavoro senza crearne nessun’altra».

 

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23 Giugno, 2017

Stefano Rodotà, Verso una società postumana. Vademecum per la felicità

by gabriella

Una sintesi della lezione tenuta il 23 aprile all’università di Perugia, pubblicata su Repubblica del 28 aprile 2015.

Nel 1950 Norbert Wiener pubblica le sue riflessioni su cibernetica, scienza e società, e sceglie come titolo L’uso umano degli esseri umani. Parole in cui si coglie l’eco di un tempo cambiato dalla bomba atomica, che indurrà nel 1956 Guenther Ander a dire che L’uomo è antiquato, e a scrivere:

«Come un pioniere, l’uomo sposta i propri confini sempre più in là, si allontana sempre più da se stesso; si “trascende” sempre di più — e anche se non s’invola in una regione sovrannaturale, tuttavia, poiché varca i limiti congeniti della sua natura, passa in una sfera che non è più naturale, nel regno dell’ibrido e dell’artificiale».

Questo congedo dall’umano era cominciato almeno un quarto di secolo prima.

Quando Julien Huxley aveva inventato il termine “transumanismo”, riferito poi alla «tecnologia che permette di superare i limiti della forma umana», molte trasformazioni sono già visibili, si parla del corpo come un nuovo “oggetto connesso”, una “nanobio- info-neuro machine”, che annuncia la fine dell’età umana. Quale spazio rimarrebbe per quell’attività umana che consiste nell’agire libero e nel dare regole all’agire? Scomparirebbero i diritti “umani”, e con essi i principi di dignità e eguaglianza? L’orizzonte si è dilatato, la definizione del postumano non è riferita solo alle innovazioni legate a biologia e genetica, ma è il risultato della convergenza di elettronica, intelligenza artificiale, robotica, nanotecnologie, neuroscienze. Alla realtà “aumentata” dall’elettronica si accompagna la prospettiva dell’uomo “aumentato”.

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4 Dicembre, 2016

La Costituzione, cioè NOi

by gabriella

La lezione pop di Shel Shapiro sul film delle violazioni, degli oltraggi e dei superamenti “materiali” del patto di convivenza degli italiani, per misurare la distanza tra la Legge e le norme e difendere un’idea da realizzare, non da cancellare.

Per commentare il video, scrivendo nello spazio sottostante i diversi Articoli, cliccare qui.

La libertà è come l’aria, ci si accorge di lei quando viene a mancare.

 

 

Non vanificare la sovranità popolare: l’interpretazione del Comitato Dossetti

I Comitati Dossetti per la Costituzione ed Economia Democratica si rivolgono ai due soggetti politici che in questo momento hanno in mano il destino dell’Italia: gli eletti al Parlamento del 24-25 febbraio e gli elettori che nell’occasione hanno trasformato la volontà popolare in rappresentanza politica.
Agli uni e agli altri rivolgiamo il pressante appello a salvaguardare la Costituzione come condizione per far ripartire l’economia e salvare il Paese.

È necessario prendere atto che le divisioni presenti nella nostra comunità nazionale e tradottesi ora nelle divisioni della rappresentanza, sono molto profonde. Esse derivano da una disparità sempre maggiore nella situazione economica e nelle prospettive di vita tra anziani e giovani, tra ricchi e poveri, tra quanti galleggiano nella crisi e quanti ne sono sommersi, e attengono anche a diversità culturali e morali sempre più accentuate sul modo di concepire la sfera pubblica, sul rapporto tra legalità e arbitrio, sui modi di vita e di sviluppo, sul rapporto con l’ambiente e i beni comuni e sulle stesse forme della vita democratica. Queste differenze che attraversano la nostra società sono purtroppo ignorate dal sistema informativo-pubblicitario dei media, forse non ingiustamente disertati da alcuni, sicché appaiono col voto come sorpresa; in effetti tali contraddizioni ci sono e possono essere ricomposte solo attraverso conversioni e ricostruzioni di lungo periodo, e non attraverso affrettati espedienti politici.
In ciò risiede la difficoltà di fare un governo, e non semplicemente nella mancanza di responsabilità e di misura.

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12 Luglio, 2016

Henry David Thoreau, Disobbedienza civile

by gabriella
Henry David Thoreau

Henry David Thoreau (1817 – 1862)

Uno stralcio del saggio introduttivo di Dario Antiseri all’edizione RCS [Milano, 2010] di Civil Disobedience A Plea for Captain John Brown, testo fondativo della resistenza civile e prima teorizzazione contemporanea [dopo l’Apologia di Socratel’Antigone e il Vindiciae contra tyrannos (1573)] della necessità di opporsi ad una legge ingiusta perché, come aveva osservato Hume,

«la libertà non si perde tutta in una volta, e questo vale anche per la dignità e la giustizia».

 

La puntata dedicata alla disobbedienza civile di Tutta l’umanità ne parla.

È con vero entusiasmo che sottoscrivo il motto: «Il miglior governo è quello che governa meno». Mi piacerebbe che fosse realizzato il più rapidamente e sistematicamente possibile. In realtà si riduce a questo, che il miglior governo «è quello che non governa affatto» e anche in ciò credo fermamente.

La prigione, in uno stato schiavista, è l’unica dimora
ove un uomo libero possa abitare con onore.

D. H. Thoreau, Civil Disobedience

Henry David Thoreau nasce a Concord, nel Massachusetts, il 12 luglio 1817 dove morirà di tisi il 6 maggio 1862. Terzo dei quattro figli di John Thoreau e Cynthia Dunbar, segue la famiglia prima a Chelmsford e poi a Boston, per ritornare infine a Concord nel 1823. Nel 1833 riesce a entrare all’Harvard College, dove studia matematica, lingue e letteratura tedesca. Dopo la laurea nel 1837, fonda una scuola privata, la Concord Academy. E ha modo di diventare amico e discepolo del filosofo trascendentalista Ralf Waldo Emerson (1803-1882) il quale viveva a Concord sin dal 1834.

«Ciò che chiamiamo trascendentalismo — scriveva Emerson – non è che l’idealismo: l’idealismo così come appare oggi, nel 1842».

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6 Maggio, 2016

Cornelius Castoriadis, L’individuo privatizzato. Psicanalisi e immaginazione radicale del soggetto.

by gabriella

kastoriadisNei due testi che seguono, L’individu privatisé  – un intervento tenuto dal filosofo alcuni mesi prima di morire [qui il sito a lui dedicato] – e Psicanalisi e immaginazione radicale del soggetto – intervista rilasciata a Sergio Benvenuto il 7 maggio 1994, Castoriadis illustra i concetti di autonomia, libertà e democrazia alla luce del compito emancipativo del soggetto assegnato da Freud alla psicanalisi – e dai greci alla paideia.

 

L’individuo privatizzato [Tolosa, 22 marzo 1997]

La filosofia non è tale quando non esprime un pensiero autonomo. Cosa significa autonomo? Il termine “autos- nomos”,“che si dà la sua propria legge”, ha in filosofia un significato chiaro: darsi la propria legge vuol dire porre domande, e non accettare nessuna autorità; neppure quella del proprio pensiero anteriore.

Ma qui tocchiamo un punto dolente, poiché quasi sempre i filosofi costruiscono sistemi chiusi come un uovo (si veda Spinoza, si veda soprattutto Hegel, e in qualche misura anche Aristotele), o restano attaccati a talune forme che hanno creato, e che non riescono a rimettere in questione. Gli esempi contrari sono pochi: uno è Platone; un altro, anche se nel campo della psicanalisi e non della filosofia, è Freud. L’autonomia del pensiero è l’interrogazione illimitata, che non si ferma davanti a nulla e rimette costantemente in discussione se stessa. Non è però un’interrogazione vuota, che non avrebbe alcun significato: perché abbia un senso, occorre aver già posto un certo numero di termini come provvisoriamente incontestabili; altrimenti quel che rimane non è un’interrogazione filosofica, ma un semplice punto interrogativo. L’interrogazione filosofica è articolata, salvo a riconsiderare gli stessi termini a partire dai quali si è articolata.

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