Archive for ‘Pedagogia’

29 Luglio, 2019

Nicola Grandi, No, i nostri ragazzi non stanno diventando analfabeti

by gabriella

Il linguista bolognese commenta l’articolo di Silvia Ronchey sui risultati INVALSI 2019. Pubblicato da Open, 22 luglio 2019

Si dice che il modo migliore per non far conoscere agli altri i propri limiti sia quello di non cercare mai di superarli. Ciò dovrebbe valere soprattutto quando ci si inoltra in terreni con i quali non si ha particolare dimestichezza.

Di certo, l’articolo di Silvia Ronchey pubblicato su La Repubblica lo scorso 12 luglio non è ispirato alla saggia prudenza cui l’aforisma ci invita.

Lo spunto sono i risultati della rilevazione INVALSI 2019, da poco resi pubblici.

Già il titolo del pezzoI nostri ragazzi diventati analfabeti, è ingannevole, perché prefigura uno stadio precedente di piena e completa alfabetizzazione e un recente peggioramento degli indicatori. Gli argomenti che la Ronchey usa per interpretare la situazione (non i dati, che non vengono mai citati, se non sporadicamente) sono molteplici e spesso il nesso tra essi pare piuttosto labile se non azzardato.

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5 Giugno, 2019

Martha Nussbaum, Il potere del sapere

by gabriella

Una riflessione di Martha Nussbaum sul significato della cultura umanistica e il declino dei saperi socratici. Tratto da Internazionale del 29 ottobre/4 novembre 2010, n. 870.

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4 Giugno, 2019

I poveri sono stupidi? Disuguaglianze cognitive e reddito

by gabriella

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Quella descritta in questi articoli di Stefania Medetti e di Jan Mazza è la nuova frontiera della diseguaglianza cognitiva.

Dopo gli studi degli anni 60 e 70 sul divario cognitivo basato sulla parola e sull’uso di codici linguistici estesi o ristretti, si apre oggi un altro scenario, potenzialmente distopico, inaugurato dalla diminuzione delle possibilità di accesso all’alta formazione e dominato dalla disponibilità futura di mezzi chimici, genetici e informatici di potenziamento della performance intellettuale.

Sotto, una riduzione didattica dell’articolo uscito su Pandora. Rivista di Teoria e Politica: indice, titoli, immagini e facilitatori di lettura sono miei.

Vedi anche il classico di Richard Thompson, Lo sviluppo del cervello.

Indice

1. Stefania Medetti, Soldi e capacità cognitive: ecco come il reddito influenza il cervello

1.1 La ricerca dell’Università del Texas
1.2 La preoccupazione influenza le funzioni cognitive
1.3 Il reddito della famiglia conta più dell’istruzione

 

2. Jan Mazza, I poveri sono stupidi? Diseguaglianze cognitive, una minaccia per la democrazia?

2.1 Il tema della disuguaglianza
2.2 Le diseguaglianze cognitive

2.2.1 Meritocrazia e diseguaglianze «giuste»
2.2.2 Diseguaglianze cognitive e smartdrugs
2.2.3 Diseguaglianze cognitive e ingegneria genetica
2.2.4 Diseguaglianze cognitive e protesi esterne

2.3 Uno scenario distopico e una possibile alternativa

 

1. Soldi e capacità cognitive: ecco come il reddito influenza cervello

Articolo pubblicato su D di Repubblica il 31 ottobre 2018.

 

1.1 La ricerca dell’Università del Texas

La povertà comporta paura, stress e talvolta depressione. Lo ha detto J.K. Rawling durante il suo celebre commencement speech all’Università di Harvard.

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3 Giugno, 2019

Maria Luisa De Natale, L’educazione degli adulti

by gabriella

Tratto da appunti del convegno “L’educazione degli adulti. Realtà e prospettive”, promosso dal Dipartimento di Scienze della persona e dal Dottorato di ricerca in Scienze pedagogiche a Bergamo, il 13 marzo 2009, con tagli e integrazioni.

Indice

1. La crisi dell’educazione degli anni ’70
2. L’educazione degli adulti: i modelli fondanti

2.1 Il modello inglese
2.2 Il modello danese

3. L’affermazione dell’educazione degli adulti

 

Download (PDF, 216KB)

 

1. La crisi dell’educazione degli anni ’70

La crisi dell’educazione delle due principali agenzie educative, la famiglia e la scuola, sia in relazione ai modelli di riferimento sia a livello delle pratiche, diventa evidente negli anni ’70 [cfr. rapporto di Edgar Faure sulla crisi mondiale dell’educazione] .

Si tratta di una crisi a tutto campo, di legittimazione, credibilità e fiducia, che ha intaccato la naturale corrispondenza tra la società e l’educazione e posto le basi per un modo nuovo di affrontare l’educazione nelle società contemporanee.

Appare significativa, in questi anni, anche la proposta di descolarizzare l’educazione, a partire dai lavori di I. Illich e di E. Reimer, che segnalano la necessità di uscire dalla logica di un’educazione in funzione della società non adeguata alle esigenze di chi la frequenta.

Emerge così una concezione della formazione non più lineare e concentrata nella prima parte dell’esistenza, ma un impegno discontinuo e circolare che disegna l’alternarsi di formazione e attività lavorativa.

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29 Maggio, 2019

L’educazione interculturale. Progettazione del tema

by gabriella

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Esporre:

Premessa

– nella storia l’incontro tra culture è sempre stato causa di innovazione, di conflitti e di riflessione filosofica (relativismo dei sofisti; dibattito sull’umanità degli schiavi tra Las Casas e Oviedo, nascita dell’antropologia culturale)

– in antropologia Boas e Kroeber hanno teorizzato il particolarismo delle culture che evolvono secondo una propria linea di sviluppo storico, anche se scambiano elementi con altre culture (cenni alle posizioni contrarie di Comte e Spencer), ponendo le basi per il relativismo culturale (cfr., etnocentrismo)

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20 Maggio, 2019

Il cambiamento di paradigma della scuola contemporanea

by gabriella

La scuola contemporanea è soggetta a importanti cambiamenti, frutto di scelte operate a livello continentale negli anni ’90 per fronteggiare le sfide della globalizzazione.

Il recepimento degli indirizzi comunitari è iniziato in Italia con la Conferenza Nazionale sulla scuola (gennaio 1990) che, invocando criteri di efficienza nell’uso delle risorse attribuite alla scuola, si è prefissa obiettivi (poi, non raggiunti) di riduzione della dispersione scolastica e di innalzamento della qualità dell’istruzione per portare tutti gli studenti a padroneggiare la lingua madre e possedere un bagaglio soddisfacente di competenze logico-conoscitive attraverso l’autonomia scolastica [per approfondimenti vedi l’articolo sottostante].

Breve storia della scuola italiana dall’unità ad oggi

Dopo l’equiparazione della scuola privata a quella statale e la relativa concessione di finanziamento pubblico (1998; 1999; 2000), agli inizi degli anni zero, la decostituzionalizzazione della scuola repubblicana (cioè l’abbandono dell’art. 3 come baricentro dell’azione educativa) si manifestava con l’adattamento della scuola pubblica alle aspettative dell’impresa, l’introduzione dell’Alternanza Scuola-Lavoro e l’avvio del sistema di valutazione nazionale (INVALSI) finalizzato nelle dichiarazioni all’innalzamento della qualità dell’istruzione, ma funzionante, di fatto, come un’ulteriore accelerazione verso apprendimenti di minore spessore culturale, centrati sul principio di prestazione [mappa con link].

14 Maggio, 2019

Dalla pedagogia dell’emancipazione a quella dell’inclusione

by gabriella

Dal 700 all’800, nel passaggio dalla pedagogia illuminista a quella romantica, si verifica una significativa trasformazione degli obiettivi dell’educazione popolare – o della scuola «repubblicana», visto che la scuola della Rivoluzione Francese lo è già.

Mentre la scuola di Condorcet è l’istituzione attraverso la quale la società garantisce al popolo le condizioni di benessere che si devono a un popolo libero, emancipandolo dall’ignoranza e liberandolo dal bisogno, la scuola ottocentesca ripiega sulla filantropia e sull’obiettivo ben più limitato dell’inclusione.

Non si tratta più di rimuovere, attraverso l’istruzione, le condizioni della diseguaglianza, ma di fornire gli strumenti indispensabili per vivere nella condizione che la nascita ha assegnato a ognuno. Vediamo così Pestalozzi soccorrere gli orfani e i figli dei poveri per insegnare loro un lavoro con cui sfamarsi.

17 Aprile, 2019

L’immagine del bambino nelle scienze dell’educazione

by gabriella

A partire da Rousseau, Pestalozzi, Fröbel e Maria Montessori, le scienze dell’educazione scoprono l’infanzia, riconoscendo i suoi caratteri specifici e abbandonando l’idea tradizionale del bambino come «adulto incompiuto». La loro nascita coincide con l’inizio dello studio dei dinamismi psico-evolutivi dell’infanzia, dai tempi, ai ritmi e agli stili d’apprendimento.

Nel testo seguente, una carrellata di visioni dell′infanzia, da quelle di Fröbel, Montessori e le Agazzi a Piaget, Vygotskij, Bruner, Gardner, ed altri.

 

Indice

1. Fröbel
2. Maria Montessori
3. Rosa e Carolina Agazzi
4. Lo sguardo psicopedagogico

4.1 Il bambino cognitivo di Jean Piaget
4.2 Il bambino sociale di Vygotskij
4.3 Il bambino costruzionista di Bruner
4.4 Il bambino multimodale di Gardner
4.5 Il bambino “ambiguo” di Freud
4.6 Il bambino secondo la psicologia umanistica

 

5. Lo sguardo socio-pedagogico

5.1 Il bambino “socializzato”di Durkheim e Parsons
5.2 Il contributo dell’interazionismo simbolico: George Herbert Mead ed Herbert Blumer
5.3 La sociologia fenomenologica: Alfred Schütz

 

1. Fröbel

Friedrich Fröbel (1782 – 1852)

Friedrich Fröbel è il fondatore della scuola dell’infanzia (kindergarten) moderna, un’istituzione educativa dedicata ai bambini in età prescolare con una struttura, delle finalità e una metodologia proprie. Fondamentali sono le sue riflessioni sul ruolo del gioco nello sviluppo psico-fisico infantile.

Fröbel è un pensatore importante perché comprende che l’infanzia ha bisogno di mezzi e spazi propri e che l’apprendimento della letto-scrittura non deve essere anticipato.

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10 Luglio, 2018

Scuola: l’America fa dietrofront. Più conoscenze, meno competenze

by gabriella

e il suo collega Daniel Willingham

Il pedagogista americano Timothy Shanahan

Le conclusioni di un panel di esperti consultati dall’Ente nazionale di valutazione americano: gli studenti non imparano più a leggere perché a scuola si fanno solo test e si trascurano storia e letteratura, arte e scienze. Tratto dal Corriere.it.

27 Maggio, 2018

L’Illuminismo e il diritto all’istruzione

by gabriella

Nicolas de Condorcet (1743-1794)

Il pensiero pedagogico dell’Illuminismo francese si sviluppa nel quarto di secolo che intercorre tra la cacciata dei Gesuiti da Parigi (1762) e la Rivoluzione (1789).

Dopo il 1791, il punto di riferimento obbligato del dibattito politico sull’educazione è l’articolo della Costituzione che impegna la repubblica a creare «un’istruzione pubblica, comune a tutti i cittadini, gratuita nelle parti indispensabili a tutti gli uomini».

La focalizzazione sull’istruzione popolare riflette la generale convinzione che l’istruzione rappresenti il più potente strumento di cambiamento sociale e politico e che ogni cambiamento non accompagnato dall’istruzione popolare sarebbe stato effimero.

Nell’eredità di questo dibattito possono essere rintracciate le origini della modernità politica e della scuola repubblicana.

 

Indice

1. Il dibattito prerivoluzionario e la riflessione illuminista sul sapere e sulla scuola

1.1 Il contributo del sensismo
1.2
Lo scioglimento dell’ordine gesuita e la riforma della scuola nazionale
1.3 De La Chalotais e Rolland d’Erceville: un’istruzione laica, statale e per l’élite
1.4 Hélvetius: l’educazione per il raggiungimento della felicità
1.5 Voltaire: il sapere come esercizio della critica
1.5 Diderot e D’Alembert: la raccolta e la diffusione di un sapere utile all’uomo

2. Rivoluzione ed educazione

2.1 Condorcet: l’istruzione come strumento di realizzazione dell’eguaglianza
2.2 Le proposte sulla scuola della Convenzione


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