Posts tagged ‘principio di causalità’

15 Settembre, 2017

David Hume, La critica del principio di causalità

by gabriella

In questa seconda parte dell’Estratto del Trattato sula natura umana [1739] Hume espone la sua celebre dottrina della causalità secondo la quale tra causa ed effetto non vi è alcun legame universale e necessario, ma solo una connessione di fatto.

Per Hume la necessità causale e la conseguente presenza di leggi universali nella natura sono soltanto ipotesi, motivate unicamente da un’abitudine psicologico-associativa umana. I nostri ragionamenti causali si basano, infatti, solo sull’esperienza (e non certo su leggi logico-razionali) la quale ci abitua a credere che determinati eventi seguono regolarmente certi altri.

In coda al testo un’esercitazione per riconoscere i quattro argomenti di Hume.

È evidente che tutti i ragionamenti che riguardano questioni di fatto (matter of fact) sono fondati sulla relazione di causa ed effetto e che noi non possiamo mai inferire l’esistenza di un oggetto da quella di un altro a meno che essi non siano collegati insieme, o mediatamente o immediatamente. Perciò per comprendere questi ragionamenti, dobbiamo conoscere perfettamente l’idea di una causa e, a questo scopo, dobbiamo guardarci intorno per trovare qualche cosa che sia la causa di un’altra.

Ecco una palla di biliardo che sta ferma su un tavolo ed un’altra palla che si muove verso essa con rapidità; le due palle si urtano e quella delle due che prima era ferma, ora acquista un movimento.

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15 Settembre, 2017

Hume

by gabriella

David Hume (1711 – 1776)

L’atteggiamento di pensiero inaugurato da Locke – sulla base di una tradizione che parte da Ockham – giunge alla sua espressione più rigorosa nella filosofia di David Hume (1711-1776).

Hume porta, infatti, a conseguenza le premesse dell’empirismo, giungendo ad esiti scettici e paradossali, sia per il senso comune che per le scienze in un’epoca di conquiste e progressi significativi.

Partendo da un forte orientamento anticartesiano, il filosofo applica il metodo sperimentale baconiano e newtoniano allo studio dell’uomo e della morale, mostrando che le nostre credenze sono il risultato della nostra abitudine ed esperienza individuale, delle nostre passioni, dei nostri istinti e non possono, pertanto, avere fondamento necessario e universale.

 

Indice

1. La conoscenza umana

1.1 Il funzionamento dell’intelletto: il principio di associazione
1.2 La relazione tra idee e le questioni di fatto

2. Gli esiti scettici

2.1 La critica del principio di causalità
2.2 La critica della metafisica
2.3 La critica della religione

Approfondimenti: Morale, la sola scienza nell’uomo (Loescher);

Valutazione degli studenti

 

1. La conoscenza umana

Nella sua analisi della conoscenza umana, finalizzata a sondare «la portata e la forza dell’intelletto umano» e a comprendere «la natura delle idee e delle operazioni che compiamo nei nostri ragionamenti», Hume chiama percezioni i contenuti della mente e li divide in due classi: le impressioni, che penetrano con maggior forza nella coscienza e riguardano il “qui” ed “ora”e le idee, o pensieri, che sono «immagini illanguidite» di queste impressioni.

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19 Ottobre, 2016

David Hume, La critica alla nozione di causa

by gabriella
David Hume (1711 - 1776)

David Hume (1711 – 1776)

Nel Trattato sulla natura umana (1739/1740), la critica alla nozione di causa, affine a quella svolta da Sesto Empirico nell’ambito dello scetticismo antico, ha un ruolo centrale.

Secondo Hume, la causa e l’effetto non sono proprietà delle cose, ma idee prodotte dall’attitudine ­associativa della nostra immaginazione. Di conseguenza, al di fuori della rappresentazione immaginativa, la relazione causale risulta indefinibile, dato che nei fatti non si può trovare nulla che basti a stabilirne il significato oggettivo.

La causalità è, quindi, senza dubbio una relazione indispensabile per la nostra conoscenza, ma è impossibile cercare di verificare se le “cose” stanno veramente così [trad. it. Bari, Laterza, 1982, I, pp. 22-24 e 87-90].

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1. Se le idee fossero interamente slegate e sconnesse, soltanto il caso potrebbe congiungerle; ma è impossibile che le stesse idee semplici si raccolgano regolarmente in idee complesse (come di solito accade) senza un legame che le unisca tra loro, sen­za una proprietà associativa, sì che un’idea ne introduca un’altra naturalmente. […]

2. Le proprietà che danno origine a quest’associazione e fanno sì che la mente venga trasportata da un’idea all’altra sono tre: ­somiglianza, contiguità nel tempo e nello spazio, causa ed effetto. Io non credo necessario attardarmi a dimostrare che le suddette proprietà producono un’associazione fra le idee, sì che, all’atto in cui se ne presenta una, ne fanno sorgere naturalmente un’altra. E ovvio, infatti, che nel corso del nostro pensiero e nel costante giro delle idee, la nostra immaginazione passa facilmente da un’i­dea ad altre che le somigliano: questa proprietà, da sola, è già un legame e un’associazione sufficiente per l’immaginazione. […]

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15 Febbraio, 2015

Paolo Bussotti, Il concetto di causa

by gabriella

principio di causalitàUn estratto dell’articolo pubblicato dalla Rivista della scuola superiore dell’economia e delle finanze.

 

1. Il principio di causalità nel pensiero moderno

Il principio di causa-effetto è una correlazione tra due fenomeni per cui il secondo, l’effetto, è prodotto dal primo, la causa. Di questa proposizione si danno essenzialmente due interpretazioni: una ontologico-oggettivistica e una gnoseologico-soggettivistica. Secondo la prima sono i fenomeni in quanto tali ad essere legati dal nesso di causalità; vi sarebbe pertanto una forma di necessità in base alla quale, avvenuto un fatto, ne avviene un altro da questo causato. L’altra interpretazione afferma invece che il principio di causa-effetto non sussiste necessariamente nel mondo esterno, ma è un postulato generale inventato dall’uomo come criterio conoscitivo e ordinatore che consente di mettere in correlazione insiemi di fatti e di orientarci in un universo altrimenti caotico. Per questa seconda interpretazione si pone il problema di spiegare come un principio di ragione consenta di dar conto dei fenomeni. In genere si intende il nesso causa-effetto come una corrispondenza biunivoca, cioè un effetto è prodotto da una sola causa e viceversa una causa produce un solo effetto. Tuttavia questa ulteriore condizione non è necessaria e può ben darsi che una causa produca una molteplicità di effetti e che un effetto sia occasionato da una pluralità di cause.

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